Una sala gremita e attenta ha accolto Roberto Saviano al Salone del Libro di Torino, dove ha presentato il suo nuovo romanzo L’amore mio non muore. Al centro, la storia vera e struggente di Rossella Casini, una giovane fiorentina che, per amore, si è opposta alla ‘ndrangheta, pagando un prezzo altissimo.
Rossella ha poco più di vent’anni quando si innamora di Francesco, studente calabrese lontano da casa. Un amore potente, totalizzante, che la conduce fino in Calabria, dove scopre che la famiglia di lui è legata a una potente cosca. Nonostante tutto, Rossella non si tira indietro: affronta la malavita, chiede la fine di una faida, cerca verità e giustizia, mettendo a rischio la propria vita.

Saviano racconta come la figura di Rossella gli abbia permesso di esplorare l’amore in tutte le sue sfumature, anche quelle più dolorose e coraggiose. “In un’epoca in cui l’amore è spesso banalizzato, Rossella lo rende rivoluzionario”, ha detto lo scrittore.
Il libro è nato da un lungo lavoro di ricostruzione, ispirato da giornaliste che hanno riportato alla luce la storia di Rossella, finita nell’oblio. “Scrivere di amore – ha aggiunto – è stato un atto politico. L’innamoramento viene spesso sminuito, ma in questo caso diventa una forza capace di sfidare il potere.”
Tra i momenti più intensi dell’incontro, Saviano ha citato Apollinaire: “Quando non ci sei, non so se manchi tu o manco io”, per descrivere la profondità del legame tra Rossella e Francesco. Un amore che ha attraversato la paura, la violenza, la verità – e che, pur nella tragedia, continua a vivere come testimonianza e memoria.
Valeria Rombolá
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