Carignano, “L’arte preziosa dell’acqua” in mostra

Nella Sala Mostre della Biblioteca Civica, ventinove artisti si confrontano con la tecnica dell’acquerello

Fino a domenica 25 maggio

Carignano (Torino)

“In questi bambini ci sono io”: c’è un velo di malcelata commozione negli occhi e in quelle poche parole di Luciano Spessot nell’indicarmi i due bimbi del suo “Giochiamo con Pinocchio”, che s’improvvisano “burattinai” muovendo i fili del loro “pupazzo” di legno dal lungo naso, attore improvvisato di un teatrino d’altri tempi. I tempi in cui “scorrazzavo – ancora Spessot – nella mia campagna friulana” e i giochi s’improvvisavano con poche cose (sassi, sabbia, cordini, foglie, un rimasuglio di legno o un ramo abbandonato a terra capace di trasformarsi in “fionda” o in rutilante “spada”) costruite da bimbi, fantasiosi “artigiani” e (perché no?) a loro modo “artisti”, quando ancora erano roba dell’altro mondo parole come socialvideotablet e manco si poteva immaginare di parlare un giorno della possibilità “marziana” dell’a-venire di un’“intelligenza artificiale”! Che bello rivedere in parete gli acquerelli delicati di Spessot, poetico narratore di “storie” d’altri tempi, inserito oggi fra i 29 artisti (circa 60 le opere) messi insieme nella panoramica di una collettiva interamente dedicata all’arte “non facile” dell’acquerello ed ospitata, fino a domenica 25 maggio, con il titolo de “L’arte preziosa dell’acqua”, nella “Sala Mostre” della “Biblioteca Civica” di Carignano.

Curata con la consueta e impegnata maestria da Elio Rabbione (che fa di parte del catalogo un’erudita esposizione della “storia dell’acquerello” dai primordi fino alla rivoluzione cinquecentesca di Durer per arrivare, attraverso la Scuola inglese e francese ottocentesca, fino ai giorni nostri), la rassegna “vuole essere un omaggio – sottolineano il sindaco di Carignano Giorgio Albertino e Miranda Feraudo, consigliere alla ‘Cultura’ – a una forma artistica che qualcuno, in passato come nella nostra epoca, ha forse privato di quel giusto riconoscimento che invece merita appieno, quale tecnica che ad ogni occasione esprime difficoltà nel dover mettere in primo piano l’immediatezza, la ricerca delle diverse intensità cromatiche e quella lunga, approfondita esperienza che è la cifra prima del valido artista”.

“Il flirt è l’acquerello dell’amore”: diceva bene lo scrittore e saggista francese Paul Bourget. Delicato, leggero, un mondo “ancora tutto da esplorare – s’è anche giustamente scritto – un po’ filosofico, dove s’impara a controllare ma anche a lasciare andare”. Dove il segno deve accordarsi in giusta trasparenza al colore, in un lieve narrato “dove l’acqua rende il risultato in parte imprevedibile e mai ripetibile”. Flirt, immediatezza di “trasporto amoroso”. E l’amore verrà, se … vorrà. Come nel caso del gruppone di artisti raccolti in mostra a Carignano, che vanno dall’indimenticato Guido Bertello con la sua trasognata parigina “Place du Palais Royal” al “perfetto” Roberto Andreoli con i suoi tre visi di donne dagli “sguardi precisi – annota Rabbione – difficili da dimenticare”, accanto ai liberi “primi piani” di Alessandra Berger e ai dolci “micini” di Ines Daniela Bertolino, mentre Lidia Bracciano immagina complessi scorci monregalesi accanto alla segusina Lia Laterza  che simbolicamente ci omaggia di “Memorie evocate” di una terra, la sua, fatta anche di non poche miserie mai del tutto rimosse.

Al paesaggio attingono anche le prove del rivolese Gianni Bombi, così come i “panorami piovosi” di Maurizio Rossi, il ricordo delle sue “betulle” di Luciana Pistone, la “storicità” dei luoghi di Teresio Pirra, gli intrepidi “Skyline” di Graziella Alessiato, insieme alle “personali ruvide carte” di Ezio Curletto, alle “acque” di luce vagamente “turneriana” di Giorgio Cestari contrapposte alle più grafiche spiagge di Gabriella Malfatti e all’aspra Sardegna di Marisa Manis. E ancora i lampioni, e i “ricami architettonici” dell’antica capitale sabauda di Paola Brencella, accompagnate dall’ombroso scorrere del “nostro” fiume di Dario Cornero, dalle “finestre e portoni segreti” di Cristina De Maria, dalle sfatte geometrie veneziane di Lidia Delloste e dalla pura poesia del bianco cigno che in acqua si fa largo lungo “cari percorsi antichi” di Sandro Lobalzo. Non mancano interessanti prove di astratta informalità con i rossi contrasti di “fuoco” di Giorgia Madonno e di Marina Monzeglio, accanto alle sfumate “maschere” di Rosella Porrati, agli aspri incalzanti blu accesi di Eleonora Tranfo e ai più blandi “primi raggi” di Magda Tardon. Per concludere con il “tema floreale”, perfetta messa alla prova per Mariarosa GaudeAnna Maria Palumbo e gioia per gli occhi davanti ai vividi tulipani e al “viola imponente” delle melanzane di Adelma Mapelli, fondatrice del “Museo dell’Acquerello” di Montà d’Alba.

Gianni Milani

“L’arte preziosa dell’acqua”

Sala Mostre – Biblioteca Civica, via Fricchieri 13, Carignano (Torino); tel. 011/9698481 o www.biblioteca@comune.carignano.to.it

Fino al 25 maggio

Orari: lun. – ven. 15/18; sab. 10/12 e 15/18

Nelle foto: Luciano Spessot “Giochiamo con Pinocchio”, 1987; Roberto Andreoli “Tre storie”, 2024; Guido Bertello “Place du Palais Royale”, 1956; Adelma Mapelli “Composizione in viola”, 1987

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