Al Museo MIIT triplice mostra degli artisti Forgione, Vitale e Rinaldi

“A quasi quindici anni dalla mia prima personale – spiega il maestro Enzo Forgione – sento la necessità di documentare il mio percorso artistico e l’evoluzione della ricerca pittorica che si è sviluppata negli anni. Il mio lavoro è articolato su diverse serie ed è essenzialmente incentrato su oggetti botanici e floreali. Le serie ne mostrano chiaramente l’evoluzione sia nella padronanza delle tecniche pittoriche, sia nel mettere a fuoco e trattare tematiche e interessi a me cari, come la botanica e la percezione visiva, che sono riuscito a coniugare e esprimere a pieno nella serie che ho chiamato ‘Narciso’. Sono sempre stato affascinato dagli aspetti della percezione visiva focalizzati sui ‘pattern’: insieme di linee, forme e strutture, che sono ovunque intorno a noi, sia nelle geometrie del nostro urbano quotidiano, sia soprattutto nell’apparente disordine della natura.

Definisco la mia pittura di oggi figurativa di stile ‘realista’; durante gli anni ho voluto fortemente allontanarmi dagli stilemi del ‘freddo’ iperrealismo, che caratterizzavano le mie prime opere, per avvicinarmi a una pittura più calda e coinvolgente e credo di essere riuscito nel mio intento. Lavoro prevalentemente a olio su tela, lino o su carta. La tecnica che uso ricorda quella detta ‘alla prima’, un approccio pittorico consistente nell’ottenere tutti gli effetti tonali e cromatici quando il colore è ancora fresco, con la differenza che il dipinto non viene completato in una singola sessione di lavoro”.

Il tempo, lo spazio, la natura, il progresso, la società, il dinamismo dell’esistenza e tutta l’esperienza della vita vibra nelle opere di Tommaso Vitale, maestro eclettico che, nel corso della sua carriera, ha sperimentato tecniche, materiali, stili, in una coerenza di linguaggio ed espressione mirabile e affascinante. Pittura, scultura, fotografia, installazioni rappresentano la sua palestra creativa in cui allenare genialità e personalità, raggiungendo risultati importanti nel mondo dell’arte contemporanea internazionale. Il Museo MIIT è quindi orgoglioso di presentare questa sua personale dal titolo ‘Remake’, una sorta d rivisitazione del suo percorso, quasi un riassunto essenziale, esistenziale ed estetico dell’anima dell’artista. Maurizio Vitale trascorre gran parte della sua giovinezza con Tommaso, nonno paterno, il quale gli trasmette la passione per l’arte e l’architettura. Altra figura sempre presente e fondamentale per la crescita artistica del giovane è nonno Pietro, tipografo amante dell’arte e collezionista. La sua passione artistica è sempre stata molto forte anche negli anni di studi all’istituto tecnico; a conferma di questo, gli ottimi voti e la volontà di seguire nel pomeriggio lezioni di storia dell’arte. Molto forte anche l’amore per i viaggi: spesso viaggia insieme a papà Benito per lavoro, sostando a Roma, il cui fervore storico-artistico ha sempre affascinato molto il giovane Tommaso. Negli anni ’80 si iscrive alla facoltà di Agraria dell’Università degli studi di Bari (che abbandona dopo non molto tempo), frequentando autonomamente lezioni in lingua inglese. Informato sul panorama artistico locale, partecipa a numerosi vernissage di mostre d’arte, dove conosce Graziella, insegnante calabrese che sposa nel 1991. Insieme adottano Alexandra, una bimba bielorussa. Lavorando nel settore della viabilità come geometra statale, non ha mai abbandonato il suo amore per l’arte e per i viaggi. Dalla fine degli anni ’90 partecipa attivamente a mostre d’arte, concorsi e fiere, vendendo opere e vincendo premi.

La mostra di Luigia Rinaldi si articola su varie serie pittoriche e fotografiche. Dalla serie dei Capperai ai dipinti ispirati ai muretti a secco della Liguria e agli ulivi secolari, fino ai vari personaggi politici e della società contemporanea che sono saliti alla ribalta delle cronache per le loro vicende spesso drammatiche. Volti di isolani e maltrattati dalla storia costituiscono  il tema di questa esposizione che unisce le varie anime di Luigia Rinaldi. Il lavoro dell’artista è caratterizzato da una pittura di intensa espressività e ritmo tonale, dopo aver iniziato, negli anni Settanta, dalla sperimentazione fotografica, a sottolineare una volta di più il rapporto stretto, complice, e talvolta oppositivo tra due tecniche che nascono con l’obiettivo di rappresentare la realtà. In un’epoca di ridefinizione dei generi la pittura mantiene la sua centralità riuscendo, nei casi migliori, a rinnovarsi da un punto di vista iconografico, quindi conservando quella caratteristica che le è propria, implicita nel concetto di “teknè”, di tirocinio artigianale visto in una dimensione di sublimazione dell’agire artistico, con modalità attente e riflessive, abbinando a questa antica vocazione la capacità di osservare con occhio partecipe, e disincantato al tempo stesso, l’esistente, decontestualizzandolo dalla sua effimera contingenza materiale, per dargli forma nella dimensione del simbolo.

Museo MIIT Italia Arte di Guido Folco – Corso Cairoli 4, Torino

Telefono: 011 8129776

Mara Martellotta

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