IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
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A proposito, se leggete i nomi dei dirigenti dal 1847 del Circolo degli artisti, vedete i nomi di d’Azeglio e Rattazzi, di Sambuy ,anche se negli ultimi anni del ‘900 la degerazione dei tempi aveva portato persino il “boss” socialdemocratico Benzi alla presidenza.
Antonio Forchino aveva fatto rivivere di nuova luce il Circolo, ma la morte aveva troncato il suo lavoro. La sorella Gabriella aveva fatto di tutto per salvare il Circolo da assalti alla diligenza che ne avrebbero disonorato la storia. Si era impegnata a fondo ed era riuscita a dare continuità al lavoro del fratello con la elezione dell’avv. Tartaglino. Dopo l’occupazione quasi manu militari del Circolo degli artisti da parte della Regione che favorì la nascita del circolo dei lettori, si era avvicinata al Centro Pannunzio, rimpiangendo nel suo animo il Circolo che prima dell ‘arrivo dei” nuovi barbari”, come li definiva lei, aveva saputo mantenere una atmosfera unica: non ci si sarebbe stupiti di vedere Cavour o d’Azeglio apparire all’improvviso nelle sue sale un po’ fane’ tanto amate da Antonio Forchino, uomo di carattere, non sempre di buon carattere. L’accoppiata dei Forchino fu protagonista di una delle più belle pagine della cultura torinese. È anche per questo che facciamo un po’ di fatica a vedere a capo di via Bogino il Signor Culicchia, vicenda che è stata risparmiata a Gabriella che come me amava Alassio e il suo mare dove la vedevo finalmente serena, allegra, distesa.
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Nella foto (FAI) il Circolo degli Artisti
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