Magnifica Ceramica! Dal ‘900 ad oggi

In mostra alla torinese “Galleria Sottana” le opere in/su “ceramica” firmate da “Maestri” dell’arte internazionale

Magnifica Ceramica!

 In mostra alla torinese “Galleria Sottana” le opere in/su “ceramica” firmate da “Maestri” dell’arte internazionale dal ‘900 ad oggi

Fino al 2 giugno

“In principio” … il grande Pablo. Sì, ancora lui, Picasso il grande, fra i più veri e più prolifici “giganti” dell’arte del ‘900. “E’ stato il grande artista spagnolo, infatti, a sdoganare la ceramica e a introdurla nel mondo dell’arte, segnando un nuovo percorso che, dopo di lui, vedrà altri grandi Maestri dedicarsi a nuove modalità espressive, deviando dai loro consuetudinari ambiti, come la pittura e la scultura”. Così scrive Vincenzo Saffo, curatore, insieme a Giovanni Iovane della mostra “Forma e Colore. Da Picasso e Warhol, la ceramica dei grandi Maestri”, organizzata da “AICS Torino” con “ART Book Web” (in collaborazione con “Congregatio Oratorii Taurinensi”, “FAI” e “Blu&Blu Network”) ed ospitata fino a lunedì 2 giugno presso la “Galleria Sottana” dell’“Oratorio di San Filippo Neri”, il luogo di culto più grande di Torino, origini seicentesche ma completato (1823 – ’24), nell’architettura attuale da Giuseppe Maria Talucchi su progetto dello Juvarra.

Dunque, per più di quattro mesi, la “Galleria” di via Maria Vittoria 5/bis accoglierà, in una sorta di avvincente artistico “giro del mondo” circa 100 opere in ceramica, tutte provenienti da collezioni private, firmate da oltre 70 grandi artisti del ‘900 e contemporanei, che hanno praticato l’arte della ceramica senza essere però “ceramisti puri”, ma “artisti, pittori e scultori – ancora Saffo – che, nell’ambito del loro percorso creativo, si sono interessati all’uso della ceramica o della porcellana e loro derivazioni, di cui l’esempio più noto é senza dubbio quello di Pablo Picasso con le ceramiche realizzate a Vallauris”. Un periodo magico, per l’artista malagueño che nella “città francese della ceramica” conosce non solo Jacqueline Roque (1951), che diverrà la sua seconda moglie, ma comincia anche a frequentare con assiduità la fabbrica di ceramiche “Madoura” di Suzanne e George Ramié, dove inizia ad imparare e ad appassionarsi alle varie tecniche di lavoro, alla plasticità della terra e al suo processo di cottura, grazie soprattutto all’aiuto dell’artista Jules Agard.

I soggetti del Picasso – ceramista non si scostano di molto da quelli tipici del suo repertorio iconografico: dai centauri alle colombe alle capre alle scene di tauromachia fino a maschere cavalli e uccelli. Ed è proprio un delizioso “Piattino in ceramica” con un ironico bizzarro “Uccello con ciuffo” del ’52, accanto alla “Colomba sul nido” del ’49 che attirano da subito attenzione, meraviglia e curiosità. Accanto in un percorso artistico organizzato con grande saggezza, troviamo le opere di altri artisti che hanno fatto, da una parte all’altra del mondo, la storia dell’arte novecentesca e contemporanea, articolate (fra ceramiche, porcellane e terrecotte) in sette aree tematiche, dov’è raccontato, dopo Picasso, l’innamoramento per la ceramica di artisti del calibro di un Salvador Dalì con “Le arti”, multiplo a tiratura limitata del ’79, di un Joan Mirò e di quel Marc Chagall che ne “Les bouquettes de Fleur” dona finalmente terra, dall’alto dei cieli, alle sue eterne sognanti “anime innamorate”.

Per poi puntare sulla creatività (ancora in parte sconosciuta) latino-americana che parla di “Op-art” con i lavori di Julio Le Parc o di atmosfere onirico-surreali con il contemporaneo Vic Muniz. Ricca di presenze importanti la sezione dedicata alle “Presenze Italiane”: si va da Marco Rotelli alle “Faces” del vaso in ceramica disegnato a mano (2022) di Marco Lodola, fino alle “4 caraffe” di tattile ben definita praticità di Ezio Gribaudo, seguite dalle opere di Ferruccio D’Angelo, Enzo Rovella, dalla rovinosa visionarietà dei “Cocci” di Franco Garelli e dal “Terzo paradiso”, tazzina per “Illy collection” (2013) di Michelangelo Pistoletto. Ad un concetto insieme “rigoroso e mentale” della ceramica quale autentica opera d’arte portano poi gli spazi dedicati al “Concettuale d’autore” (con l’americano Solomon “Sol” LeWitt, Rudolf Stingel e il torinese Alighiero Boetti) e a “La gioia della Pop Art” con la “Serie di 24 formelle” di Andy Warhol, decisamente “rabbonite” dalla tecnica ceramica ed eseguite dal “padre della Pop” per  “Rosenthal” nel 1987. Fra gli interpreti di “un aspetto più ribelle e trasgressivo” della comunicazione pubblicitaria il “Glen” piatto in porcellana bianca “Limoges” di Jean-Michel Basquiat (il “James Dean dell’arte moderna”) e l’“Untitled” di Keith Haring. Folta e prestigiosa anche la sezione dedicata alla “Ceramica al femminile” in cui spicca la creatività della serba, naturalizzata statunitense, Marina Abramović. Di particolare interesse, infine, la sezione dedicata alle millenarie tradizioni (dove anche l’arte ceramica è sempre voce ed espressione di particolari suggestive filosofie orientali) di Giappone e Cina. Fra i grandi protagonisti presenti in mostra, Ai Weiwei, con la sua iconica “Semi di girasole” dipinti a mano ed esposti alla “Tate Modern” di Londra. Accanto a lui, alcuni fra i più rappresentativi artisti cinesi contemporanei, come Pan Lusheng, Ma Yuan, Zhang Hongmei e Xu De Qi.

La mostra sarà aperta, fino a lunedì 2 giugnodal martedì alla domenica (ore 10-19). Dal mese di marzo, ogni ultimo sabato del mese visite guidate per famiglie e speciali per adulti esclusivamente su prenotazione: biglietteriamostrato@gmail.com

Gianni Milani

Nelle foto: Pablo Picasso “Uccello con ciuffo”, 1952; Ezio Gribaudo “Serie di 4 caraffe”, 1956; Andy Warhol “Serie di 24 formelle”, 1987; Ai Weiwei “Semi di girasole”, 2010

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