Mercoledì 19 febbraio alle 20.30 al teatro Conservatorio Giuseppe Verdi, in piazza Bodoni, per i concerti della serie Pari, si esibirà il Quartetto Jerusalem con Sharon Kam al clarinetto, di cui è uno degli interpreti più prestigiosi.
Passione, precisione, calore, una miscela aurea. Questi sono i segni distintivi, secondo il New York Times, del Quartetto Jerusalem, che mercoledì 19 febbraio approda per la prima vota al Conservatorio si Torino.
Rinomato a livello mondiale, Jerusalem si inserisce nella tradizione dei quartetti d’archi in modo unico e originale, avendo trovato il proprio cuore espressivo in un suono caldo, pieno e umano che fa risplendere sia il repertorio classico sia le opere più recenti.
A partire dalla sua fondazione nella stagione ’93-’94, e dal suo debutto nel 1996, il Quartetto ha intrapreso un percorso di crescita e maturazione che lo ha riportato a eseguire un vasto repertorio e a conquistare un’impressionante profondità interpretativa, un cammino che è tutt’oggi motivato dalla stessa energia e curiosità originarie.
Ospite regolare delle sale da concerto più rinomate in Europa e Nord America, lo Jerusalem arriva finalmente a Torino per l’Unione Musicale, nell’ambito del tour che festeggia i trent’anni di attività. Il programma si apre con il celebre Quartetto in Do maggiore K 465 che fa parte delle sei partiture dedicate da Mozart all’amico e maestro Haydn, il padre della ffoma quartettistica. L’anziano compositore, dopo aver ascoltato gli ultimi tre Quartetti, dichiarò a Leopold Mozart: “Suo figlio è il più grande compositore che conosca di persona e di fama, ha gusto e soprattutto la più grande scienza della composizione. Certamente questa raccolta segna un momento cruciale nella storia per quartetto per archi: quello della compiuta definizione della scrittura quartettistica tipica dello stile classico. Il Quartetto delle dissonanze, come fu soprannominato, è dovuto all’introduzione lenta della partitura, densa di dissonanze che sconcertarono gli ascoltatori dell’epoca. Tuttavia, dopo la tensione espressiva dell’introduzione, il brano si apre a un’ambientazione più spensierata e a una logica di contrasti quasi teatrale.
A seguire il Quartetto op. 133 di Šostakóvič, pagina che riflette quell’ansia e quel tormento spirituale che si accentuarono negli ultimi anni di vita del compositore sovietico, sempre alla ricerca di un linguaggio legato alla realtà culturale e sociale del suo Paese, ma aperto alle innovazioni tonali provenienti dalle esperienze occidentali.
Nel brano si alternano un senso di riflessione e assorta malinconia ad un sentimento di gioiosa comunicativa. Nel finale, tra i più esaltanti e robusti scritti da Šostakóvič, i quattro archi sviluppano un ampio e serrato crescendo che sembra riaffermare l’impegno e la fiducia nella vita.
Nella seconda parte della serata l’ensemble si arricchisce di una stella, Sharon Kam, una delle clarinettiste più apprezzate al mondo, nonché una delle partner musicali con cui il Quartetto collabora da più tempo. Interpreti di riferimento del repertorio mozartiano, e non solo, Sharon Kam ha debuttato all’età di 16 anni eseguendo il Concerto per clarinetto di Mozart con la Israel Philarmonic, sotto la direzione di Zubin Mehta. Da allora collabora con le migliori orchestre di Stati Uniti, Europa e Giappone.
Clarinettista dall’eccezionale gamma espressiva, Sharon Kam è anche un’appassionata camerista, che collabora con artisti come Enrico Pace, Christian Tetzlaff, Carolina Widmann, Leif Ove Andsnes e, appunto, il Quartetto Jerusalem.
I cinque musicisti insieme eseguiranno il Quintetto per clarinetto e archi op. 115 di Brahms, opera della maturità che deve la sua origine all’incontro con Richard Von Mühlfeld, uno straordinario clarinettista al quale il compositore chiese di introdurlo ai dettagli tecnici ed espressivi dello strumento a fiato. Dall’amicizia tra i due nacquero di getto il Trio, il Quintetto e le due Sonate, ma soprattutto il Quintetto a suscitare fin da subito una unanime ammirazione. Brahms esalta, in questa partitura, la dolcezza e la duttilità del clarinetto, che si dimostra uno strumento affine ai toni intimi e malinconici della sua produzione degli ultimi anni.
Mercoledì 19 febbraio, ore 20.30, Torino, Teatro Conservatorio Giuseppe Verdi, piazza Bodoni
Concerto Unione Musicale Serie Pari
Mara Martellotta
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