SOMMARIO: La difesa dei magistrati – Il nuovo Medio Evo – Lettere
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La difesa dei magistrati
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Il professore avrebbe “scosso” l’associazione nazionale magistrati dicendo “E’ giunta l’ora di passare al contrattacco, cercando di contestare l’opinione pubblica”. Una difesa acritica dei Magistrati che non si addice ad uno studioso della sua statura. La procuratrice generale Lucia Musti si è invece posta una domanda che rivela chi ella davvero sia: “Perché la fiducia del cittadino nei nostri confronti è pari a poco più di zero?”. E la dottoressa viene applaudita dal pubblico. Sono atteggiamenti da considerare. Il rispetto dovuto alla Magistratura non può significare un acritico elogio a priori. C’è stato chi addirittura ha detto che sarebbero “comodi due magistrati morti” per aumentare il consenso. Non è necessario altro sangue. Basta il giudice Bruno Caccia, magistrato integerrimo che rifiutò sempre di schierarsi politicamente, esempio sublime di sacrificio della sua vita, mai alla ricerca della ribalta mediatica.
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Il nuovo Medio Evo
La riproposizione, da parte del ministro della Pi Valditara, della reintroduzione del latino nella scuola media offre l’opportunità di riflettere sugli studi classici che non vanno confusi con il latinetto opzionale della scuola media che non modificherebbe nulla. Il discorso di una riforma della scuola alla maniera di Giovanni Gentile non ha nulla a che vedere con i segmenti disgiunti di una finta riforma che manca di una visione culturale d’insieme. Nulla si può inventare con la faciloneria e l’improvvisazione, mentre la riforma Gentile fu il frutto di un ventennio di confronto tra Croce ,Gentile e altri intellettuali, tutte figure che oggi non hanno un corrispettivo. La destra attuale è priva di intellettuali di rango e i pochi tacciono o non vengono considerati. Anzi, vengono ignorati e magari sbeffeggiati. Questo è il punto nodale. Sul tema della scuola c’è una cronica mancanza di idee capaci di far svoltare la scuola italiana dalla deriva populistica di don Milani ,dei cattivi maestri del ‘68 e dei loro seguaci. Un po’ di latino nella scuola media non serve e non basta. La cultura classica è altra cosa e lo studio del latino dovrebbe essere un contributo alla formazione intellettuale critica dei giovani destinata a restare per la vita intera. Ma essa è altro da un frettoloso ripristino di facciata che non serve certo a recuperare un patrimonio distrutto che oggi è di pochi come in un nuovo Medio Evo. Quanti oggi hanno quel minimo di cultura classica che consente loro un tipo di ragionamento non solo ragionieristico?
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La cultura classica è tornata patrimonio di pochi perché non esistono neppure più i monasteri medievali che ci hanno salvati dal naufragio. Oggi anche l’ultimo crede di essere il primo con quattro parole di inglese orecchiate e un po’ di Internet. In questo squallido contesto un modo di pensare che era proprio di una élite intellettuale è andato perduto. Siamo nell’imbarbarimento dell’inclusione indifferenziata che snatura la nostra cultura e la nostra lingua. Un po’ di latino diventa quasi una presa in giro. Neppure nei licei classici si studia più con serietà il latino e il greco .Occorrerebbe un nuovo Umanesimo rinascimentale che oggi appare impossibile. Basta sentire parlare un giovane per rendersi conto dell’ imbarbarimento che sta arrivando e di una incapacità a pensare come si deve ,come avrebbe detto Pascal. E questo stato di cose non viene assolutamente percepito se non da pochissimi. Stiamo affogando e non ci rendiamo conto dell’abisso culturale dove siamo finiti. Curare con l’ aspirina un moribondo appare drammaticamente ridicolo. I politici per primi sono figli della scuola facile e permissiva che ha creato sacche colossali di ignoranza abissale. Volevano eliminare il latino fonte di discriminazione sociale e alla fine hanno abbassato tutti o quasi a livelli che hanno intaccato perfino le basi stesse della democrazia perché i cittadini sono privi di spirito critico e si lasciano guidare dagli imbonitori di turno. Concetto Marchesi, il comunista Marchesi si oppose inutilmente alla demonizzazione in chiave populistica della classicità sulla quale si erano formati, diceva lui, Marx ed Engels, Gramsci e Togliatti. Prevalse la demagogia sessantottina e oggi ripristinare la serietà degli studi diventa impresa impossibile perché i danni sono stati devastanti. Spero di essere troppo pessimista, ma questa è la mia amara conclusione di docente e di studioso che ha dedicato forse inutilmente la sua vita alla cultura e alla scuola.
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La sanità è ormai privata
La sanità che ha malamente retto di fronte al Covid, dopo la pandemia non ha più retto alla aggressione dei colossi milanesi privati. I cittadini non hanno più la possibilità di curarsi ,se non mettendo mano ai risparmi. E’ un regresso sociale che ci porta indietro persino alle mutue private anni Anni 50. I poveri non si curano più, non ne hanno i mezzi. E molti medici finiti nel privato dopo la pensione, si fanno i soldi a spese dei malati, ordinando esami costosi I centri medici si moltiplicano per guadagni milionari. I medici per un piccolo sconto non fanno fatture, sono evasori sfacciati e la finanza non controlla mai. Questo è uno scandalo sociale vergognoso. Così un pensionato muore e i medici si rivelano più affaristi che medici. C.T.
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Purtroppo è così. Non sono così pessimista come lei ,ma nella sostanza ha ragione. Proviamo a sperare nel nuovo piano sanitario? Forse alcuni errori l’ex sindaco di Casale li ha capiti e corretti. Certo, molti medici sono degli affaristi che non hanno rispetto per i malati. Il Tribunale dei malati esiste ancora? In certi casi andrebbe anche coinvolto il tribunale penale e civile.
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I figli di Firpo
Deve essere morto uno dei gemelli Firpo, figlio dello dello storico Luigi. Era stato un dirigente UTET e con il fratello Massimo è stato il distruttore morale della figura di suo Padre in un libro subito scomparso dalle librerie. Una pagina da dimenticare. Aurelio Mo
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Ho solo conosciuto Luigi e mi è bastato. Sì è morto il figlio. L’episodio del libro killer va dimenticato. La sua anima abbia finalmente pace oltre lo Stige.
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Cultura tra spaghetti e un bicchiere di vino
. Sarà sicuramente un qualcosa da non perdere, ma è fuor di dubbio che un’osteria non è un centro culturale senza finalità di lucro. Anch’io ho un ‘attività simile in cintura, ma il giornale non pubblica mai le mie serate. G.F.
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Nelle osterie non c’è molta cultura. Quando fui invitato attraverso l’editore a parlare di Mario Soldati e del vino, l’osteria Vedrà che forse anche lei avrà le attrattive culturali del giro di amici da non perdere mai. I giornali di questi tempi sembrano perseguire sempre lo stesso storico fine: perdere lettori ogni giorno.