“Oggi prendono il via le celebrazioni del Giorno del Ricordo – ha dichiarato la Vicesindaca Michela Favaro nel suo intervento – con una serie di appuntamenti nella nostra città, momenti di riflessione e approfondimento su una pagina di storia che per troppo tempo non ha ricevuto l’attenzione necessaria. È fondamentale continuare a ricercare e analizzare questi eventi, perché di fronte a diritti negati e concittadini uccisi o costretti all’esilio deve esserci una posizione chiara e condivisa. A Torino molti esuli hanno trovato accoglienza e hanno potuto ricostruire le loro vite. Oggi la nostra responsabilità è anche quella di trasmettere alle nuove generazioni il valore dell’accoglienza che la nostra comunità ha saputo offrire. Voglio porgere un sentito ringraziamento a Egea Haffner, che con la sua presenza ci ha donato una testimonianza preziosa. La sua storia ci aiuta a comprendere meglio il dramma vissuto da migliaia di persone. Anche oggi ci sono tanti bambini e bambine con la valigia e il nostro impegno è di impedire che in futuro altre persone siano costrette ad abbandonare la propria casa per sfuggire a guerre e stermini”.
“La foto con la valigia – ha raccontato Egea Haffner – fu scattata per lasciare un ricordo alla mia nonna paterna. Voleva una foto della sua unica nipotina, che forse non avrebbe più rivisto. Dietro quella foto non c’è solo la tragedia della mia famiglia, ma quella di un intero popolo costretto all’esilio. Sulla valigia è scritto “esile giuliana 30.001” perché al tempo Pola contava circa 30 mila abitanti e si prevedeva che quasi tutti sarebbero dovuti partire. Pochi giorni dopo partii per Cagliari, dove ci ospitò una zia. Mio padre non c’era: una sera di maggio del 1945 fu prelevato dalla polizia e scomparve nel nulla. Chiedemmo alla Croce Rossa se era stato deportato in qualche campo di concentramento, ma nessuno seppe risponderci. Negli ultimi anni ho viaggiato in tutta Italia per raccontare la mia storia, è la mia missione. È stato anche pubblicato un libro e tra pochi giorni uscirà un film. È importante continuare a raccontare, a ricordare, affinché tutto questo non venga dimenticato”.
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