La rete come luogo di scambio e non di incivilta’ e violazione.
Netiquette e’ un neologismo che mette insieme i termini inglesi net (rete) ed etiquette (etichetta).
Dall’unione di questi due vocaboli viene fuori un’ espressione che indica la buona educazione sul web, regole informali che se utilizzate dal popolo di internet, frequentatori abituali di social, blog e forum, contribuiscono a creare uno spazio virtuale positivo dove scambio, discussione e condivisione assumono il carattere dell’arricchimento, dell’ opportunita’ e della creativita’.
Queste norme non scritte, che non posseggono nessuna validita’ legale, hanno come fine primario quello di promuovere un ambiente telematico inclusivo e libero dove chiunque, attraverso le buone maniere e la tolleranza, puo’ esprimere il proprio pensiero, esporre dei dubbi e fare domande senza essere offeso o attaccato in maniera oltraggiosa. Nel 1995 e’ stato creato da Sally Hembrige un documento che ne fissa i principi e ne stabilisce le regole che suggerisce con determinazione le linee guida per una buona navigazione da parte dei web users.
Troppo spesso, non solo sui social, ma anche in diversi programmi tv, siamo testimoni di risse, attacchi ingiuriosi, mortificazioni; sembra che la lite e le discussioni accese siano molto di moda, possiamo assistere , infatti, a vere e proprie baruffe fatte di urla e confronti di basso livello e questo avviene perche’ la discordia fa audience oramai piu’ del gossip e del romanticismo. Il tema e’ serio, conquistare il pubblico, difatti, attraverso manifestazioni di rabbia e violenza verbale, e non solo, non e’ sano, racconta di un fenomeno sociale e culturale che sostiene il brutto piuttosto che il bello, la prepotenza in sostituzione della gentilezza e di come la demolizione del prossimo sia piu’ attraente della sua gentile e rispettosa considerazione. In passato, neanche troppo remoto, si stava attaccati alla tv per guardare i matrimoni reali o belle storie di vita vissuta ora, al contrario, vanno in onda molti modelli biasimevoli , la prepotenza vince con molta frequenza e batte il modello positivo, gli eroi buoni sono quasi estinti.
Ma quali sono le regole da seguire per rendere l’ambiente socialweb un luogo di incontro piuttosto che un campo di battaglia? Vediamone alcune.
Iniziamo con quella che non dovremmo neanche scrivere e cioe’ l’accortezza di non offendere o insultare nessuno, ma condurre le discussioni in maniera pacata.
Non incitare o dare informazioni su attivita’ illegali, immorali o pericolose.
Non fornire notizie false, incomplete o vecchie.
Non violare i copyright.
Non usare un linguaggio scurrile, blasfemo o a sfondo sessuale.
Rispettare le diversita’ in fatto di religione, etnie, usi e costumi e non divulgare mai pensieri estremisti.
Non violare la privacy diffondendo contenuti di terzi che non hanno acconsentito alla pubblicazione.
Scrivere nella lingua utilizzata nel post o comunque con una diffusa come l’inglese.
Essere tolleranti con chi compie errori di sintassi e di grammatica.
Usare sempre toni gentili e concilianti anche e soprattutto nelle discussioni che ci vedono su posizioni diverse.
Leggendole la prima cosa che viene in mente e’ che siano consigli e indicazioni scontati, ma la realta’ e’ che nella piattaforma web molto spesso queste regole di buona educazione e tolleranza non vengono utilizzate. E’ assodato che gli spazi virtuali, frequentemente, vengano utilizzati per sfoderare i peggiori lati dell’essere umano, che si usino per tirare fuori rabbia e frustrazione servendosi della possibilita’ di rimanere anonimi e quindi impuniti. Si e’ in presenza di uno strumento straordinario, uno spazio sconfinato di risorse e saperi che puo’ servire ad arricchirci e favorire il confronto e la crescita, ma che viene, tuttavia, utilizzato per veicolare sentimenti di odio, maleducazione e collera. Gestire la liberta’ non e’ semplice, e’ necessario percorrerla in punta di piedi, in questo caso in punta di tastiera, e’ indispensabile conoscere il significato di limite, confine, e a praticare il rispetto per l’alterita’.
Maria La Barbera
Fonte Wikipedia
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