Dopo una lunga, combattuta ed emozionante stagione, ricca di colpi di scena, si apre finalmente a Torino il sipario alle Atp Finals, il torneo dei “Maestri”, giunto alla sua quarta e penultima edizione subalpina e italiana, dove si daranno battaglia, dal 10 al 17 novembre, presso l’Inalpi Arena di Piazza d’Armi, i migliori otto singolaristi e doppisti dell’anno. Un’edizione colorata di azzurro per la presenza di Jannik Sinner, favorito nel singolare, e dei doppisti Bolelli/Vavassori.
Ci eravamo lasciati lo scorso anno con un Sinner sconfitto in finale dal solito e tremendo Djokovic e ci ritroviamo ora con uno scenario che forse neppure il Nostradamus del tennis sarebbe stato in grado di prevedere e svelare. Da quel giorno, quello che è diventato a tutti gli effetti un eroe nazionale, il ragazzo semplice ma tenace di San Candido, un po’ italiano e un po’ teutonico, volitivo come pochi, deve essere asceso su Krypton e come un novello Superman è ripiombato sul nostro pianeta spiazzando e sbaragliando tutti i suoi più diretti e temibili avversari. “Con lui non so proprio cosa fare!”, una delle ultime dichiarazioni del campione russo Medvedev, il quale è passato, celermente e con il piè veloce d’Achille, dall’indimenticabile e poco gentile sbadiglio all’Urlo di Munch. Jannik nel frattempo ha conquistato, solo per citare le imprese più importanti ed eclatanti, la Coppa Davis, gli Australian Open, gli US Open e, pochi giorni fa, il Six Kings Slam di Riyadh (battendo nettamente lo spagnolo Alcaraz) – qualcuno dirà giustamente “solo un’esibizione”, ma un’esibizione da 6 milioni di dollari! – e soprattutto ha raggiunto la vetta, la miglior posizione del ranking Atp (detto volgarmente è il numero uno del mondo), che detiene ormai da ben ventidue settimane consecutive. Tutto questo, come ha spiegato il presidente della FITP Angelo Binaghi, durante la consueta conferenza stampa iniziale, tenutasi presso il Grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino e che ha visto la presenza del presidente di Atp Andrea Gaudenzi, del sindaco di Torino Stefano Lo Russo, dell’assessore regionale al Bilancio Andrea Tronzano e del responsabile Nitto Sam Strijckmans, ha fatto esplodere e tracimare la Sinner Mania, al di là dei noti “Carota Boys”, con un effetto notevole in termini di Box Office, di botteghino e vendita dei biglietti: fin dall’inizio dell’anno i ticket sono andati a ruba grazie al fenomeno Sinner e sopratutto sono stati acquistati da tantissimi italiani, i quali hanno sostituito, come si evince dallo studio dei dati, il 30% delle presenze straniere. “Più che spettatori – ha ricordato infine il presidente Binaghi – avremo tantissimi tifosi, un dato che non può che far bene allo spettacolo e al nostro Jannik, certamente capace di gestire situazioni di questo tipo”.
Ma oltre al nostro Jannik, reduce da una stagione fantastica e che resta certamente il favorito di questa edizione del cosiddetto Torneo dei Maestri, ci sono altri sette pretendenti al titolo e al trofeo, tutti agguerriti e fortissimi (ieri gli otto campioni, insieme al Media Day, hanno avuto il classico bagno di folla, passando sul tappeto blu da piazza Carlo Alberto a Piazza Carignano, attraversando dunque il Museo Nazionale del Risorgimento, per poi concedersi alle tradizionali interviste e alle luci dei flash dei fotografi al Teatro Carignano, nell’Aula storica in cui si riunì per la prima volta la Camera dei Deputati del Parlamento subalpino, e al primo piano del Museo Nazionale del Risorgimento, in una cornice aulica tra affreschi, quadri e statue di pregio e valore storico-artistico). E’ pur vero che quest’anno l’accesso alle Atp Finals è stato piuttosto combattuto, incerto e tribolato sino alla fine, per la precisione fino a pochissime ore dall’inizio delle danze, ma in “zona Cesarini” e dopo la rinuncia, per nulla clamorosa, del serbo Djokovic, più propenso in questo momento a rilassarsi al sole delle Maldive che a calcare le scene agonistiche, si è composto il quadro definitivo degli otto maestri partecipanti: (a partire dal numero uno in dietro) Jannik Sinner, il tedesco Sasha Zverev, l’iberico Carlos Alcaraz, il russo Daniil Medvedev, lo statunitense Taylor Fritz, il norvegese Casper Ruud, l’australiano Alex De Minaur e il russo Andrey Rublev (gli ultimi tre hanno raggiunto l’ambita qualificazione solo nelle ultimissime ore; tra le riserve, che possono subentrare per eventuali ritiri, ci sono poi il bulgaro Grigor Dimitrov, il greco Stefanos Tsitsipas e lo statunitense Tommy Paul).
Il tradizionale rito del sorteggio – il torneo prevede due gironi all’italiana (Robin), con quattro tennisti per ogni gruppo, dai quali usciranno i quattro semifinalisti (il primo di un gruppo incontra in semifinale il secondo dell’altro gruppo e viceversa, tanto per il singolo quanto per il doppio) -, andato in scena durante la conferenza stampa, ha così suddiviso i giocatori: nel Gruppo Robin 1, intitolato al grande campione del passato Ilie Nastase, figura la testa di serie numero 1, Jannik Sinner, con Medvedev, Fritz e De Minaur, mentre nel secondo Gruppo, intitolato a Jhon Newcombe, altra stella del passato, troviamo la testa di serie numero 2, Alexander Zverev, insieme ad Alcaraz, Ruud e Rublev.
Per il doppio invece abbiamo i Gruppi dedicati ai due fratelli Bryan (Bob e Mike Bryan, recenti campioni di doppio) con le seguenti composizioni: nel Gruppo Bob Bryan sono state sorteggiate le coppie Marcelo Arevalo/ Mate Pavic, Simone Bolelli/Andrea Vavassori (per il torinese Vavassori sarà una festa incredibile), Rohan Bopanna/Mattew Ebden e Kevin Krawietz/Tim Puetz, mentre nel Gruppo Mike Bryan troviamo le coppie Marcel Granollers/Horacio Zeballos, Wesley Koolhof/Nikola Mektic, Max Purcel/Jordan Thompson e infine Harri Heliovaara/Henry Patten.
Ora la parola spetta al campo e a questi campioni. Naturalmente, che vinca il migliore!
Patrizio Brusasco
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