La mostra personale dal 3 ottobre
Inaugura giovedi 3 ottobre, alle 18.30, presso la galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia, alla presenza dell’artista, la personale dal titolo “L’artista come saltimbanco”, che la direttrice artistica Monia Malinpensa dedica al celebre Ugo Nespolo, artista di fama internazionale, dall’originale elaborazione e dall’intenso studio compositivo cromatico. Si esprime in una ricerca altamente ricca di simbolismo e profondità d’animo dove il desiderio di comunicare è per lui di primaria importanza. Egli realizza con rigoroso equilibrio opere che rappresentano il nostro tempo, il nostro immaginario e il nostro sentimento, facendolo sempre con una compiuta maturità artistica e una chiara sintesi figurale. “L’arte – per Ugo Nespolo – è vita e la vita per lui è arte”. È questo quello che si respira e si vive osservando le sue creazioni ed è anche la prerogativa essenziale e fondamentale del suo iter artistico.
La personale tecnica degli acrilici su legno, in cui lo stile è evidente, trasmette un linguaggio unico ed un’inventiva inarrestabile che porta l’artista a dei risultati immediati sia di lettura che di emozioni. La sua personalità forte e dirompente, e soprattutto inimitabile, da cui ne scaturisce ogni opera, ci regala effetti scenici, icone e metafore sorprendenti per una visione altamente espressiva ricca di sensibilità ed autonomia interpretativa. Nespolo conferisce al suo percorso i veri valori dal fare Arte: capacità di osservazione, studio impegnato nella ricerca e nella creazione, ricchezza di sintesi ed intensità emotiva. Attraverso un suggestivo istinto coloristico, una maestria esecutiva ed una spiccata originalità, i suoi “Puzzle ”, opere simboliche di intensa liricità, si inseriscono brillantemente in una molteplicità di sensazioni piacevoli; ed ecco allora che l’opera diventa un’allegoria vitale per lo spirito. Varie forme di legno sagomate, dipinte e poi incastrate una nell’altra si relazionano in un gioco cromatico divertente e sapientemente dosato.
L’intersecarsi di scene che si muovono all’interno dell’opera stessa, in tutte le loro meravigliose sfaccettature, ci raccontano una pittura che vive tra realtà ed irrealtà con un energia non comune e con un modulo interpretativo inconfondibile. Sono opere che, in un preciso impianto formale, si dedicano ad immagini intrise di ironia, di informazione, di protesta, di sogni e di vissuto, conducendo lo spettatore in una dimensione di assoluta estasi che è impossibile fermare, una dimensione in cui tutti possiamo riconoscerci. L’opera di Nespolo è dialogo continuo, è comunicazione, ma ancor prima rappresenta uno stato d’animo. La mostra rimarrà aperta fino al 26 ottobre prossimo.
Ugo Nespolo nasce a Mosso (BI), si diploma all’Accademia Albertina di Belle Arti a Torino e si Laurea in Lettere Moderne. Nei tardi Anni Sessanta fa parte della Galleria Schwarz di Milano che conta tra i suoi artisti Duchamp, Picabia, Schwitters, Arman. La sua prima mostra milanese, presentata da Pierre Restany, dal titolo “Macchine e Oggetti Condizionali” – in qualche modo – rappresenta il clima e le innovazioni del gruppo che Germano Celant chiamerà “Arte Povera”. Negli Anni Sessanta si trasferisce a New York dove si lascia travolgere dalla vita cosmopolita della metropoli e subisce il fascino della nascente Pop Art, mentre negli Anni Settanta milita negli ambienti concettuali e poveristi.
Nel 1967 è pioniere del Cinema Sperimentale Italiano a seguito dell’incontro con Jonas Mekas, P. Adams Sitney, Andy Warhol, Yōko Ono, sulla scia del New American Cinema. Assieme a Mario Schifano, Nespolo si dedica al Cinema d’Avanguardia e, tra il 1967 e 1968, realizza numerosi film che hanno come protagonisti gli amici e colleghi Enrico Baj, Michelangelo Pistoletto e Lucio Fontana. A Parigi Man Ray gli dona un testo per un film che Nespolo realizzerà col titolo “Revolving Doors”. I suoi film sono stati proiettati e discussi in importanti musei tra i quali il Centre Pompidou a Parigi, la Tate Modern a Londra e la Biennale di Venezia.
Assieme a Enrico Baj Nespolo fonda L’Istituto Patafisico Ticinese ed è, ad oggi, riconosciuto come una delle più alte autorità nel campo. Nei tardi Anni Sessanta con Ben Vautier dà il via ad una serie di Concerti Fluxus, tra questi il primo concerto italiano dal titolo “Les Mots et les Choses”. Nonostante le contaminazioni americane non dimentica gli insegnamenti delle Avanguardie europee; è infatti molto marcata l’influenza di Fortunato Depero dal quale Nespolo trae il concetto di un’arte ludica che pervade ogni aspetto della vita quotidiana. Il concetto di “arte e vita” (che è anche il titolo di un libro pubblicato dall’artista nel 1998) sta alla base dell’espressività di Nespolo ed è eredità del Movimento Futurista: “Manifesto per la Ricostruzione Futurista dell’Universo” (1915).
Mara Martellotta
Galleria Malinpensa by La Telaccia, corso Inghilterra 51, Torino
Contatti: 011 5628220
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