Dalla ‘sindrome dell’impostore’ che ho scoperto può colpire Einstein, come il barbiere sotto casa. Fino ai limiti della società competitiva, che perde il suo senso, se priva della curiosità e dell’umanità che sono necessari alimenti del progresso scientifico, come della volontà di sapere, intesa in senso lato. Sono temi morali molto attuali e delicati, tutti toccati da Licia Troisi, nel suo sorprendente: ‘La luce delle stelle’ ( Marsilio 2024 , collana lucciole, pagg. 187, €. 15).Il romanzo è un thriller postmoderno, dove un astronomo novello Poirot, si trova di fronte a un intricato caso di omicidio, dentro un claustrofobico osservatorio astronomico, dotato di telescopi ultra moderni. Non bastasse, improvvisamente isolato da un blackout. Il tutto in una località desertica anonima, che solo se si è stati molto attenti e decostruttivi nella lettura, l’autrice ci suggerisce il luogo reale di ispirazione, nell’Epilogo finale.
La bella Licia Troisi, romana classe 1980, si è laureata all’Università di Tor Vergata in astronomia, con una tesi in astrofisica sulle ‘galassie nane’ e conosce per esperienza diretta, il mondo, non privo di conflitti e contradizioni della ricerca astrofisica, avendolo frequentato per anni, prima come giovane studentessa, successivamente come matura ricercatrice professionista. Successivamente divenuta scrittrice è oggi l’autrice fantasy più venduta nel mondo, con il successo delle saghe del Mondo Emerso, della Ragazza Drago e dei Regni di Nashira.
Questo è il suo primo romanzo giallo, che dimostra quanto mancava uno scienziato investigatore alla nostra narrativa. Un libro da portare sotto l’ombrellone insieme a un po’ di impegno.
Si perché già Umberto Eco diffusamente in un libro curato dallo stesso Eco e da Th. A. Sebeok: Il segno dei tre. Dupin, Holmes, Peirce (Bompiani, Milano 1983) ci spiegò come la ricerca scientifica e letteraria è epistemologicamente legata ai processi cognitivi dell’indagine giudiziaria. Deduzione, induzione e abduzione sono vetrini di un microscopio elettronico come congetture di un detective in cerca di indizi e prove di reato.
Licia Troisi è conosciuta soprattutto dal pubblico televisivo, come giornalista culturale, tramite la trasmissione di Rai Tre “Terza Pagina” incentrata sulla divulgazione culturale dell’analisi della comunicazione e dell’informazione, nella galassia dei mass media, soprattutto in riferimento ai nuovi media. Insieme a Federica Gentile e Emanuele Bevilacqua, sovente ospiti in studio. Internet e social spiegati in rapporto ai vecchi media e ai libri di cui é affabulante suggeritrice di titoli di approfondimento. Con il ritorno di trasmissioni talk di cui personalmente non sento la mancanza, speriamo che il palinsesto della prossima stagione preveda una nuova annata di “Terza Pagina”. Conforto intellettuale e approfondimento di nicchia, lontani dallo schermo gridato. E dalla pazza folla dell’audience e dello share. Grazie alla bella, affascinante e sensibile Licia Troisi, che seduce col corpo e soprattutto con la mente.
Aldo Colonna
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