La presentazione del romanzo a Torino il prossimo autunno
Il desiderio di far sentire la propria voce e l’autentica voglia di dare una forma concreta a quanto si cela all’interno dell’animo umano femminile, per tentare di dare un senso alle contraddizione dei nostri sentimenti. E’ questo l’intento della scrittrice Roberta C. La Guardia, autrice del libro “Blu di Prussia- voci di dentro” (edito Monetti editore) Il testo è una rappresentazione in versi di “appunti rivelazioni, intuizioni, flussi di coscienza, ricerca di nuovi equilibri, gioie, dolori e boati di verità alla ricerca” della “scienza della soddisfazione”, strettamente legati al mondo femminile. L’autrice presenterà il libro a Torino nel prossimo autunno, dopo aver presenziato all’edizione 2024 del Salone del Libro. La Guardia, grazie alla sua voce originale e fuori dalle righe, dà modo al lettore di riflettere sul ruolo della donna nell’attuale società, sulle difficoltà e sulle incertezze che questo comporta, ma anche sulla bellezza che lo caratterizza.
Il libro è solo parte un progetto culturale molto più ampio. Puoi spiegarci meglio?
“Blu di Prussia- voci di dentro” diverrà anche un’opera teatrale e- se si riuscirà- anche cinematografica e musicale. Infatti la mia volontà è quella di creare un’ opera “crossmediale” che abbracci a 360° le varie forme espressive Presenterò il libro in varie città, tra cui appunto Torino, e dopodiché mi dedicherò alla messa in scena del progetto. L’intento è quello di superare alcuni tabù letterari createsi nella nostra società e legati al mondo femminile, tra cui vi è sicuramente quello dell’erotismo. Voglio dare una nuova “voce” al mondo femminile e, per questo, mi serve un’eterogeneità nella rappresentazione dello stesso.
Per il libro ha scelto la forma della poesia. Come mai l’ha preferito alla prosa?
Premesso che la scrittura è sempre stata un’ancora di salvezza, la scelta dello stile narrativo è avvenuta in modo naturale e spontaneo. La mia formazione è prettamente teatrale e, in quell’ambito, sono abituata a leggere moltissima poesia. La scelta di questa tecnica è stata dettata da un flusso spontaneo della mia interiorità.
Per lei , quindi, la letteratura è sempre stata fondamentale.
Assolutamente sì ed è sempre stata in stretta connessione con il teatro. Grazie alla letteratura è possibile imparare tanto della vita, dei sentimenti, della fratellanza e dell’amicizia. Per questo voglio portare il mio libro in varie città e trasmettere il messaggio che si cela sotto la mia espressione letteraria.
C’è ancora secondo lei un futuro per i libri in un mondo sempre più digitale?
Sì e il Salone del Libro di Torino è stata una conferma di questo. Dal mio punto di vista è necessaria un’alfabetizzazione agli strumenti culturali fin da piccoli: bisogna imparare ad abituarsi a leggere. La lettura aiuta il bambino ad avvicinarsi a determinati concetti che diversamente sarebbero inaccessibili. Per me i libri sono lo strumenti per vivere una vita felice e, non per altro, si sta sempre di più diffondendo la cultura degli eventi esclusivamente dedicati alla lettura senza alcuna possibilità di accesso ai supporti digitali. Al contempo anche il teatro dovrebbe essere maggiormente frequentato in quanto è uno strumento necessario per sviluppare e fortificare le creatività.
Valeria Rombolà
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE