In questa 111a edizione della Grande Boucle si parte sabato 29 giugno di nuovo dall’estero e, per la prima volta nella storia, il più importante Giro a tappe del mondo prenderà il via dall’Italia e da Firenze in ricordo di Bartali, Pantani e Coppi. Solo dopo aver attraversato l’Emilia-Romagna e il Piemonte si sposterà Oltralpe per poi concludersi, dopo 21 tappe e 3492 Km., domenica 21 luglio con una cronometro in Costa Azzurra a Nizza (Montecarlo-Nizza, 34 Km.), altra straordinaria novità dal 1904 per via delle prossime Olimpiadi parigine, senza quindi il classico arrivo in volata sugli Champs-Elysées.
Si è appena conclusa la Corsa Rosa, che ci ha regalato le prime 4 tappe in Piemonte e tantissime emozioni, grazie al suo giovane e spettacolare vincitore sloveno Tadej Pogacar; il grande ciclismo internazionale torna a baciare l’Italia con il suggestivo Grand Départ da Firenze (1a tappa Firenze-Rimini di 206 km.) per poi, dopo la tappa Cesenatico-Bologna (200 km.), arrivare il primo luglio a Torino (terza tappa Piacenza-Torino di 230 km., la tappa più lunga di questo Tour con la Cote de Tortone – Fausto Coppi e il transito nel Monferrato e nelle Langhe) e partire il giorno successivo da Pinerolo (tappa Pinerolo-Valloir 166,8 km.) per raggiungere, attraverso Villar Perosa, Fenestrelle, Sestrieres, Cesana e poi Briancon e il mitico Colle del Galibier, Valloire, piccolo comune francese e nota stazione sciistica situata nel dipartimento della Savoia, rimanendo poi in territorio transalpino fino alla conclusione del Tour.
La partenza dall’Italia e il passaggio nella nostra penisola vogliono essere chiaramente un omaggio e un tributo che Christian Prudhomme, giornalista francese e patron della Grande Boucle dal 2007, ha fortemente e convintamente desiderato esprimere verso il ciclismo italiano che ha saputo regalare agli sportivi di tutto il mondo personaggi e fuoriclasse come il piemontese Fausto Coppi, il toscano Gino Bartali e il romagnolo Marco Pantani, i quali hanno segnato la storia del ciclismo su strada e dei grandi giri. Non è infatti un caso che la 111a edizione del Giro a tappe transalpino prenda il via dalla Toscana, luogo di nascita e morte di Gino Bartali, si sposti poi in Emilia-Romagna, dove visse il Pirata, e infine, attraversi il Piemonte e l’alessandrino, territori legati indissolubilmente al mitico Fausto Coppi, detto il Campionissimo e l’Airone.
Tra i 176 corridori partecipanti al Tour e le 22 squadre (18 World Tour, 4 le Professional invitate attraverso altrettante Wild Card e nessuna formazione italiana presente ai nastri di partenza), si preannuncia anche quest’anno l’ennesima grande battaglia tra i Big più accreditati per il successo finale, dall’attuale detentore del titolo e vincitore delle ultime due edizioni, il danese Jonas Vingegaard, agli sloveni Tadej Pogacar, fresco vincitore del Giro d’Italia che prova a conquistare nello stesso anno, sulla scia del fantastico e commemorato Marco Pantani, ultimo ciclista capace di trionfare nei due prestigiosissimi Giri nel lontano 1998, i due trofei Giro/Tour, e Primoz Roglic, Campione olimpico a crono, e infine il belga Remco Evenepoel, Campione del mondo a crono, i quali sapranno certamente con le loro azioni, al limite dell’eroico, esaltare i tanti appassionati e tifosi che si riversano annualmente sulle strade del Tour, nonché celebrare e rendere omaggio ai nostri tre grandissimi moschettieri di un lontano e recente passato (si devono altresì ricordare tra i partecipanti corridori come Van der Poel, Van Aert, Simon e Adam Yates, Carapaz, Mas, Rodriguez, Gaudu, Bardet, Vlasov, Thomas, Barguil, Healy, Almeida e le frecce italiane Ballerini, Ciccone, Moscon, Sobrero, Oldani, Formolo, Rota e Bettiol che indosserà la maglia tricolore).
Il percorso di quest’anno (3492 Km.) prevede 59 Km. totali a cronometro, 32 Km. di sterrato suddivisi in 14 settori (in perfetto stile “classiche del nord” o strade bianche italiane), 67 Gran Premi della Montagna, compreso il Col de la Bonette ( nelle Alpi Marittime), il punto più alto di questo Tour (equivalente alla Cima Coppi del Giro d’Italia) con i suoi 2802 metri di altitudine. Non bisogna poi dimenticare le altre sette impegnative e insidiose salite sopra i 2000 metri (Sestriere, 2035 m.), Galibier (2642 m.), Tourmalet (2115 m.), Col de Vars (2109 m.) e Isola (2024 m.), ma anche, ritornando in Italia, il Colle dell’Agnello (2744 m.), sulle Alpi Cozie e nel cuneese, e il Colle delle Finestre (2178 m.), tra la Bassa Val di Susa e la Val Chisone. Delle 21 tappe in programma (previsti i soliti due giorni di riposo nell’arco delle tre settimane) ci saranno inoltre 8 frazioni per i velocisti puri, gli sprinter, con il britannico Mark Cavendish che proverà a battere il record di vittorie di Eddy Merckx (entrambi hanno al momento un palmares di 34 vittorie di tappa al Tour), 4 tappe per i passisti e per le fughe nella classica pianura ondulata francese, 2 tappe contro il tempo (la cronometro Montecarlo-Nizza di 34 Km. è anche l’ultima tappa che chiude ufficialmente il Tour) e 7 tappe di montagna che probabilmente faranno la differenza, insieme alle cronometro, nella lotta per il vertice della classifica e la conquista definitiva della maglia gialla e per la importantissima maglia a pois (classifica scalatori, molto rinomata in Francia).
Per gli appassionati piemontesi di ciclismo, una ghiotta, irripetibile e imperdibile occasione di avere per due giorni sotto casa il Tour de France e per vedere e sfiorare da vicino i grandi campioni di oggi della Grande Boucle.
PATRIZIO BRUSASCO
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