Il robot da Vinci, in particolare il modello Xi, che è il più evoluto sistema robotico dedicato alla chirurgia mininvasiva, è sbarcato all’ospedale Mauriziano di Torino. Questa piattaforma robotizzata consente di ottenere altissimi livelli di precisione ed accuratezza del gesto chirurgico. Le procedure d’intervento eseguite con il robot da Vinci Xi rappresentano l’ultima frontiera della chirurgia di precisione, superando anche la laparoscopia. Il chirurgo opera seduto ad una console, immerso in un ambiente 3D, ed, attraverso sensori collegati alle sue dita, aziona braccia robotizzate all’interno del campo operatorio. “L’arrivo del robot al Mauriziano si inserisce in una linea di ammodernamento costante della tecnologia dell’ospedale e si associa ad altre novità recenti, quali il superlaser, ed ha lo scopo di rendere sempre più completa l’offerta terapeutica chirurgica di questa Azienda Ospedaliera. Ringraziamo la Regione Piemonte che, con lungimiranza, ci ha autorizzati all’utilizzo della tecnologia robotica. Cosa molto importante anche per noi per poter contribuire all’obiettivo di contrastare la mobilità passiva che abbiamo nei confronti delle regioni limitrofe” affermano il neo Commissario dottor Roberto D’Angelo ed il Direttore sanitario dottoressa Maria Carmen Azzolina. Con il nuovo anno la chirurgia robotica è entrata a pieno regime con utilizzo del da Vinci tutti i giorni feriali dalle ore 8 alle ore 20 per venire incontro alle richieste delle specialità coinvolte. I numeri permettono di affermare che la chirurgia robotica è sempre più in aumento in Italia e quest’ultima sta ottenendo importanti vantaggi clinici. Tra gli indicatori più significativi: – maggior radicalità oncologica – maggior conservazione dei tessuti sani e delle funzionalità degli organi – minor perdita di sangue e relativo ricorso a trasfusioni – ripresa più rapida nel post-operatorio Presso l’ospedale Mauriziano di Torino viene utilizzata in Urologia (diretta dal dottor Roberto Migliari), in Ginecologia (responsabile dottor Luca Sgró), in Chirurgia generale ed oncologica (diretta dal dottor Alessandro Ferrero) ed in Chirurgia toracica. Il principale ambito di applicazione è la chirurgia robotica urologica (che copre oltre il 68% dell’attività in Italia) e consente di trattare anche casi complicati per i quali la sola chirurgia classica non sarebbe altrettanto efficiente. Ma il sistema robotico da Vinci Xi è stato fin da subito utilizzato anche in altri ambiti, come in particolare la chirurgia ginecologica e quella generale ed oncologica, anch’esse già riconosciute come strutture ad alta specializzazione in ambito non solo regionale ma anche italiano, per poi essere esteso alla chirurgia otorinolaringoiatrica ed alla chirurgia toracica (quest’ultima recentemente aperta al Mauriziano). Ciò al fine di mantenere ed ampliare gli orizzonti di cura mini invasiva che il Mauriziano ha sempre cercato di poter offrire ai propri pazienti. Anche in ambito ginecologico l’approccio robotico risulta associato a migliori risultati in termini di precisione del gesto chirurgico, durata del ricovero, recupero-post-operatorio, complicanze e soddisfazione delle pazienti. Negli USA negli ultimi 15 anni, grazie alla diffusione della chirurgia robotica, il ricorso alla chirurgia mininvasiva è aumentato dal 27 al 70% per gli interventi ginecologici per patologia benigna e maligna. In oncologia ginecologica la chirurgia robotica trova le sue indicazioni nell’ambito delle neoplasie uterine, soprattutto nelle pazienti obese, che presentano particolari complessità chirurgiche ed anestesiologiche. Per la patologia benigna la chirurgia robotica si è sviluppata soprattutto per gli interventi di uroginecologia e statica pelvica e per la chirurgia dell’endometriosi. La chirurgia robotica in ambito della chirurgia generale ed oncologica rappresenta una evoluzione sofisticata della chirurgia laparoscopica capace di aprire nuovi orizzonti ed apportare innovazioni significative in diverse discipline chirurgiche. I più importanti vantaggi della chirurgia robotica sono relativi alla visione tridimensionale del campo operatorio e la possibilità di eseguire movimenti di rotazione a 360° degli strumenti chirurgici. Questo permette di ottenere movimenti estremamente fini, non praticabili dal polso umano. Queste caratteristiche concorrono al raggiungimento di un miglior risultato in termini di precisione chirurgica capace di offrire sia ai pazienti che ai chirurghi una valida alternativa mininvasiva per il trattamento delle patologie oncologiche. Tipologie di interventi in chirurgia generale ed oncologica in cui il robot può essere applicato sono: – la chirurgia epatobiliare: le resezioni epatiche minori e maggiori complesse, ad esempio quelle coinvolgenti i segmenti epatici posteriori, e le resezioni epatiche associate a linfadenectomie, resezioni biliari (ad esempio per tumori biliari ilari), vascolari e/o digestive rappresentano il campo di applicazione più importante della chirurgia robotica; – la chirurgia pancreatica: la duodenocefalopancreasectomie e le pancreasectomie distali, eventualmente associate a resezioni vascolari, sono interventi ad elevata complessità di difficile realizzazione con approccio laparoscopico, in cui il robot può rappresentare un enorme vantaggio soprattutto nella fasi ricostruttive (confezionamento di anastomosi bilio-digestive, pancreatico-duodenali o pancreatico-gastriche e vascolari); – la chirurgia digestiva: l’approccio robotico è particolarmente utile negli interventi più complessi colon-rettali, quali l’emicolectomia destra con escissione completa del mesocolon, la resezione della flessura splenica, la resezione del retto con escissione totale del mesoretto. In questi ambiti i dati emergenti dimostrano una migliore qualità oncologica della resezione, una più precisa linfoadenectomia ed un migliore outcome funzionale. L’utilizzo della fluorescenza con verde di indocianina consente inoltre la verifica della vitalità dei tessuti anastomizzati. La gastrectomia totale e parziale rappresenta un ulteriore campo di applicazione della tecnologia robotica. L’implementazione del programma robotico permetterà di eseguire in mininvasiva interventi di pazienti oncologici, che attualmente sono eseguiti con approccio open in considerazione delle limitazioni intrinseche alla tecnica laparoscopica. Inoltre, l’approccio robotico può ridurre i costi nella gestione del paziente chirurgico, grazie alla riduzione delle complicanze, delle trasfusioni e delle conversioni a procedure a cielo aperto. I migliori risultati permettono anche una riduzione della degenza ospedaliera, con l’ottimizzazione del ricorso a trattamenti farmacologici e l’uso di presidi ospedalieri tipici della degenza ed un incremento del turn-over della casistica ospedaliera in termini di volume di interventi con conseguente riduzione delle liste d’attesa Infine, un sistema robotico potrà essere da stimolo per l’apertura di una nuova linea di ricerca scientifica sulle innovazioni tecnologiche chirurgiche.
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