Sempre più spesso leggiamo questa frase nei social, nelle conversazioni fra amici come commiato ai nostri amici pelosi o piumati quando lasciano questa terra.
E’ evidente come la considerazione nei confronti degli animali sia cambiata enormemente negli ultimi decenni, al punto che gli animali domestici sono ormai considerati a tutti gli effetti componenti della famiglia, il loro accesso nei negozi è garantito ormai ovunque, i Comuni attrezzano aree apposite per il loro svago (almeno per i cani) e alcuni Comuni hanno allestito un cimitero per gli animali.
In alcuni casi, inoltre, le persone trattano gli animali domestici quasi con idolatria, trattandoli come umani (ed è un approccio sicuramente errato e dannoso per l’animale) dimenticandosi poi di rispettare le altre persone incontrate quotidianamente.
E’ vero che, per contro, l’animale è spesso visto come un regalo per compiacere i desideri di un bambino, salvo poi accorgersi che richiede impegno, costa e implica sacrifici per cui lo si abbandona al momento di andare in ferie o quando non lo si sopporta più.
Non dimentichiamo che gli animali favoriscono la socializzazionee costituiscono un valido supporto per le persone che hanno difficoltà a comunicare ed esternare i propri sentimenti; in alcuni Paesi, infatti, si sta sviluppando la pet therapy (“pet” significa animale domestico) che consiste nell’affidare alle cure di un animale domestico alcune patologie quali autismo
La presenza degli animali nelle nostre case, al nostro fianco o nelle stretture sanitarie contribuisce a ridurre l’ansia, i livelli di cortisolo e di glicemia, a rallentare il battito cardiaco, aumentando la produzione di endorfine, vere morfine naturali che rilassano il tono muscolare, esercitano azione analgesica, facilitano il sonno e migliorano l’umore. Pensate soltanto a quando, abbracciando un gatto che fa le fusa o accarezzando un cane che scodinzola, ci sentiamo in pace col mondo.
Questi animali, in più, consentono di migliorare la produttività dei soggetti affetti da ADHD o che tendono a manifestare aggressività.
Molti anziani, che vivono soli, hanno tratto giovamento “adottando” un animale del quale prendersi cura che, nel caso di un cane, li spinge ad uscire anche quando la depressione o la pigrizia li farebbero desistere, mantenendo così la socializzazione con altre persone al parco, al circolo o altrove.
Alcune Regioni, facendo da apripista ad altre hanno legiferato la possibilità per gli umani di essere sepolti con l’animale domestico: al momento hanno disposto (o hanno presentato disegno di legge regionale) Piemonte, Liguria, Lombardia, Friuli V.G., Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo, Puglia, Calabria e Sardegna, fatta salva la disponibilità di strutture e spazio nei singoli Comuni. In alcuni casi è possibile cremare i nostri amici e con le ceneri creare un diamante, così da portare per sempre con noi il suo ricordo.
E che dire dei dog sitter, l’equivalente canino di una baby-sitter, che si prende cura dei nostri amici a quattro zampe per portarli a fare i bisogni, a camminare? Segno anch’esso dei tempi che cambiano, permette inoltre a disoccupati e studenti (ma non solo) di arrotondare le finanze con piccoli compensi.
Nel Comune dove sono candidato Sindaco abbiamo già messo in programma la creazione di un’area per i cani, dove questi possano correre, giocare con altri simili, stare all’aria aperta e interagire con il conduttore meglio di quanto farebbero dentro le mura domestiche; il problema, semmai, non sono i cani ma i “padroni” che spesso si dimenticano di vivere in una c.d. società civile e non raccolgono le deiezioni dei loro amici pelosi, non li trattano con il rispetto loro dovuto (strattoni, guinzaglio a strozzo o troppo corto, uscite rare durante il giorno).
Ricordo ancora il titolare di un ristorante in centro a Torino, quando un giorno telefonai per prenotare e chiesi se i cani fossero ammessi: mi rispose simpaticamente che “I cani sono sempre ammessi, l’importante è che garantisca tu per i tuoi amici”.
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