Optos Silverstone, la più avanzata piattaforma per l’Imaging Retinico

 CON OCT-A SWEPT SOURCE INTEGRATO, PRESSO L’OSPEDALE MAURIZIANO DI TORINO
E’ stato presentato Optos Silverstone, la più avanzata Piattaforma Multimodale di ultima generazione per l’Imaging Retinico ad Ampio Campo (UWF) attualmente disponibile, presso l’ambulatorio di Oculistica dell’ospedale Mauriziano di Torino (diretto dal dottor Francesco Faraldi). E’ stato finanziato dalla Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi per un valore di circa 291.000 euro.
Le malattie del sistema visivo rappresentano oggi più che mai una sfida per i sistemi sanitari.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nel mondo vi siano oltre 2 miliardi di persone con disabilità visiva, di cui circa la metà prevenibili. Le principali cause di cecità a livello globale sono gli errori refrattivi non corretti e la cataratta, seguiti da retinopatie e glaucoma. Il costo sociale dell’ipovisione nel mondo è di oltre 400 miliardi di euro/anno.
Nei Paesi industrializzati, dove la diffusione di tecnologie avanzate consente un valido approccio a patologie come la cataratta, le malattie retiniche rappresentano la principale causa di cecità: tale incremento è dovuto al progressivo invecchiamento della popolazione ed all’aumento di incidenza di patologie sistemiche con interessamento oculare.
In termini di frequenza e cronicità, le retinopatie di maggior rilievo sono la degenerazione maculare legata all’età (1 milione di pazienti affetti in Italia), la retinopatia diabetica (30-50% del totale dei pazienti diabetici, 3 milioni in Italia), la miopia patologica con la maculopatia miopica e le malattie vascolari retiniche: queste malattie rappresentano gravissime problematiche per frequenza e cronicità nella gestione, con ricadute non solo sul paziente ma anche sulle famiglie e sul sistema.
I problemi sono su vari fronti legati alla necessità di una corretta informazione della popolazione al miglioramento dei sistemi di presa in carico dei pazienti, nonché la necessità di appropriatezza delle cure con i farmaci sempre più avanzati a nostra disposizione, che devono però essere somministrati con regimi corretti per ottenere quei risultati che hanno consentito di migliorare in questi numerosi pazienti la prognosi e di invertire il trend di cecità, oggi addirittura in diminuzione per alcune di queste malattie. Un caso di maculopatia in miope elevato può oggi venire trattato con successo, mentre dieci anni fa era quasi sempre causa di perdita della vista centrale.
In questo contesto, la nuova piattaforma Optos Silverstone, implementata con il nuovo release per l’analisi non invasiva della vascolarizzazione retinica dal centro all’estrema periferia, rappresenta un’importantissima risorsa per i centri di riferimento per la cura delle malattie retiniche.
Optos Silverstone, infatti, è un dispositivo di imaging multimodale non-contact, ad alta risoluzione, con tecnologia SLO confocale ad amplissimo campo, implementato da OCT e OCT-A swept source e progettato per operare attraverso un diametro pupillare fino a 2 mm.
Il laser a scansione confocale permette l’acquisizione simultanea in tempi rapidissimi (0.5 secondi) di immagini retiniche ad amplissimo campo (UWF, 200°, oltre l’80% della superficie retinica) a colori (attraverso combinazione di immagini ottenute con laser rosso e verde), in autofluorescenza e angiografiche a fluorescenza e con verde di indocianina. Il dispositivo è inoltre dotato della tecnologia Optomap Plus, un’opzione di risoluzione 1.5 volte superiore rispetto allo standard.
L’OCT ad alta definizione ha un ampio range di profondità (dal vitreo alla coroide, grazie alla tecnologia Swept Source), acquisibile con differenti tipi di scansione in un qualunque punto dell’immagine retinografica, potendo ottenere una perfetta corrispondenza tra immagine funduscopica ed OCT strutturale, per la prima volta in periferia. L’OCT-A permette una valutazione qualitativa ad alta definizione della vascolarizzazione retinica senza l’impiego di mezzo di contrasto, con aspettative importanti per lo studio della retinopatia diabetica.
Le tecniche di retinografia convenzionale per lo screening e la stadiazione della retinopatia diabetica necessitavano di esami con immagini a piccolo campo, poco precise e di lunga acquisizione per ottenere un’indicazione al trattamento. Oggi, con una sola immagine, è possibile avere informazioni esaustive in grado di migliorare la capacità di decidere quando sottoporre i pazienti a cure, evitando pericolose situazioni di sottotrattamento.
In un recente studio, il DRCRNet (Rete internazionale per la diagnosi e cura della retinopatia diabetica) ha dimostrato che con le tecniche di imaging ad amplissimo campo è possibile ridurre l’evoluzione verso forme gravi ed invalidanti in oltre il 50% dei casi.
“Queste strumentazioni garantiranno una maggior possibilità di presa in carico dei pazienti, aprendo la strada ai vantaggi offerti dall’intelligenza artificiale ed a nuovi modelli organizzativi di cura multidisciplinare dei pazienti stessi, come già in essere in altre realtà. Nel corso degli ultimi anni, il reparto di Oculistica dell’ospedale Mauriziano di Torino ha visto un processo di progressiva riorganizzazione con l’apertura del Centro Trapianti di Cornea, l’implementazione del servizio di oftalmologia pediatrica e strabismo, l’attivazione di un Centro di riferimento per le uveiti ed adeguamento a standard più elevati di trattamento di patologie mediche e chirurgiche della retina” dichiara il dottor Francesco Faraldi (Direttore Oculistica ospedale Mauriziano di Torino).
L’attività di diagnosi e cura delle maculopatie verrà ulteriormente migliorata grazie a questo strumento che  rappresenta il gold standard nell’integrazione delle tecniche diagnostiche. Diagnosi più rapide e precise consentiranno l’efficientamento dei percorsi diagnostico-terapeutici. Non meno importante sarà nella diagnosi differenziale delle malattie ereditarie della retina come la retinite pigmentosa. Negli ultimi anni le prospettive per questi pazienti sono radicalmente cambiate con la commercializzazione della prima terapia genica per la cura della retinite pigmentosa. L’individuazione dei casi che possono beneficiare delle nuove terapie diventa di importanza esiziale.
“Infine questa tecnologia è in grado di migliorare la fasi pre e postoperatorie di trattamento delle maculopatie chirurgiche come fori e pucker maculari con lo studio rapido ed approfondito dei biomarcatori prognostici centrali e delle alterazioni della periferia. L’imaging ad ampio campo e lo studio OCT/OCTA permetteranno un’analisi preoperatoria approfondita come mai in precedenza delle degenerazioni vitreoretiniche periferiche e dei distacchi di retina” conclude il dottor Faraldi.
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