“Fotografia è donna”…  in 120 scatti “da donna a donna”

In mostra, a “La Castiglia” di Saluzzo e al “Filatoio” di Caraglio, suggestive visioni dell’ “universo femminile”, cristallizzato da dodici donne-fotografe appartenenti alla “Magnum Photos”

Fino al 25 febbraio 2024

Saluzzo (Cuneo)

Donne fotografe e donne fotografate. Donne davanti e donne dietro l’obiettivo. Sono decisamente tutti “scatti d’autore”. Nel complesso 120, pagine di nitida, poetica o delicata o bruciante interpretazione di un “universo femminile” che corre e scorre con tutto il suo carico di affetti, ansie, gioie e paure lungo settant’anni di Storia, dal Dopoguerra ad oggi. Dietro a tutte, un marchio che è assoluta garanzia: quello dell’Agenzia “Magnum Photos”, fra le più importanti agenzie fotografiche del mondo, fondata nel lontano 1947 (dopo vari incontri al ristorante del “Moma” di New York) niente meno che da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, David Seymour, George Rodger e William Vandivert. Come dire: dal gotha dell’arte fotografica del tempo. E di oggi, ancora. Dodici sono le autrici, ma con loro anche sei autori della “Magnum” appassionati interpreti delle tematiche in gioco, intorno a cui ruota “Fotografia è donna. L’universo femminile in 120 scatti dell’agenzia ‘Magnum Photos’, dal Dopoguerra a oggi”, mostra ospitata fino al 25 febbraio 2024, nelle sale dell’antico Castello, oggi Museo, de “La Castiglia” a Saluzzo (Cuneo).

Curata da Walter Guadagnini (direttore di “CAMERA”) e da Monica Poggi, la rassegna vede l’organizzazione del “Comune di Saluzzo” e di “Fondazione Artea”, in collaborazione con la torinese “CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia”, “Magnum Photos” e “Fondazione Amleto Bertoni”. Sei i nuclei tematici, cui è affidato il compito di descrivere il “Pianeta-Donna”, visto, recepito e fermato nello spazio e nel tempo attraverso molteplici punti di osservazione, in ottiche diverse ma “corali” nella definizione della specifica essenza della condizione femminile, immortalata nei più disparati luoghi del mondo e in epoche temporali assolutamente diverse. “Il contesto famigliare”“La crescita”“L’identità”“I miti della bellezza e della fama”“Le battaglie politiche” e “La guerra”: su questi “passaggi” fondamentali e identificativi ruota un iter espositivo in cui passano e si manifestano i grandi cambiamenti sociali che hanno caratterizzato la seconda metà del XX secolo ed i primi decenni del XXI, in un continuo intreccio di vicende individuali ed episodi di più complessa e larga attualità. Fra le 12 firme al femminile rappresentate in mostra, le prime due “capostipiti” – donne ad essere accolte alla “Magnum Photos”: l’austriaca Inge Morath e l’americana Eve Arnold“Pioniere del protagonismo femminile nella narrazione per immagini della realtà, Inge ed Eve hanno aperto la strada – sottolineano i curatori – a una visione empatica e più attenta alla vita degli esseri umani. In molte ne hanno seguito le orme, smettendo i panni di muse dei grandi artisti dinanzi all’obiettivo e ponendosi invece dietro ad esso, per divenire le testimoni dirette dei mutamenti del loro tempo”.

Fra di esse, le altre dieci raccolte a “La Castiglia”, autrici di fama internazionale e giovani fotografe contemporanee, presenti con reportage realizzati in situazioni anche molto diverse sotto l’aspetto storico e geografico, ma sempre attente a mai sprecare, fino all’ultima carta, le difficoltà e le opportunità di un mestiere scelto in tutto e per tutto. E , in certi casi, nonostante tutto. I loro nomi: le inglesi Olivia Arthur e Marylin SilverstoneMyriam Boulos (Libano), le spagnole Cristina De Middel e Lùa RibeiraBieke Depoorter (Belgio), Nanna Heitmann (Germania), le americane Susan Meiselas e Alessandra Sanguinetti e l’iraniana Newsha Tavakolian. In parete anche i grandi scatti di alcuni celebri fotografi “che hanno saputo dar forma all’identità femminile, contribuendo a denunciare un contesto sociale che ha visto e vede ancora troppo spesso i diritti delle donne messi in discussione”: da Robert Capa (fra i fotografi di guerra più famosi e influenti del XX secolo) a Bruce Davidson ed Elliot Erwitt, per finire con Rafal Milach e gli italiani Paolo Pellegrin e Ferdinando Scianna.

In stretto collegamento con la mostra di Saluzzo, la “Fondazione Artea” propone inoltre al “Filatoio” di Caraglio (Cuneo), sempre fino al 25 febbraio 2024, la monografica “Inge Morath. L’occhio e l’anima” che celebra, nel centenario dalla nascita, la prima fotogiornalista nella storia della “Magnum”, portando oltre 200 delle sue opere nelle sale dello storico opificio.

Gianni Milani

“Fotografia è donna”

“La Castiglia”, piazza Castello 2, Saluzzo (Cn); tel. 0175/240006 o comune.saluzzo.cn.it

Fino al 25 febbraio 2024

Orari: ven. 15/19; sa. Dom. e festivi 10/19

Nelle foto (“Magnum Photos”): Eve Arnold “A baby’s first five minutes”,1959; Inge Morath “Untitled”, 1961; Marilyn Silverstone “Mrs Kennedy and her sister Princess”, 1962; Nanna Heitmann “Anti-war protests in Moscow”, 2022;  Robert Capa “In the middle Simone Segouin French Resistance fighter”, 1944

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