IL TORINESE… CON LA CODA
Nelle rubriche precedenti abbiamo accennato alla prima visita del nostro pet, alle modalità e alle tempistiche delle vaccinazioni, secondo le linee guida internazionali, abbiamo parlato della scelta dell’alimentazione e fatto accenno al tipo di animale più adatto al nostro stile di vita.
Oggi parliamo della burocrazia che dobbiamo affrontare quando portiamo a casa un nuovo cane o gatto.
In Italia tutti i cani devono essere dotati di microchip ed iscritti all’anagrafe canina della regione di residenza del proprietario. La registrazione deve avvenire entro 15 giorni dal possesso, e entro 60 giorni dalla nascita dell’animale. Ecco perché i cuccioli nati in casa devono essere microchippati dal proprietario della madre, e una volta ceduti, si richiede il cambio di proprietario.
La registrazione del gatto all’anagrafe regionale è obbligatoria solo in alcune regioni, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Puglia ( per ora!), che dal 2020
hanno esteso ai gatti gli stessi obblighi di identificazione valevoli per i cani.
Se desideriamo portare il nostro cane o gatto fuori dai confini nazionali, la legge ci obbliga a richiedere il passaporto, emesso dalle ASL di competenza.
Per poterlo ottenere, il nostro pet deve essere microchippato e iscritto all’anagrafe ( anche il gatto ovviamente) e vaccinato per la rabbia da almeno 21 giorni. Una volta ottenuto il passaporto, questo dura tutta la vita dell’animale. Per poter partire, la vaccinazione per la rabbia deve essere aggiornata. Se dovessimo perderlo, occorrerà fare denuncia perché è un documento ufficiale.
Prima di partire, è necessario controllare sul sito del paese in cui ci rechiamo, se oltre al passaporto, siano necessari altri documenti, e soprattutto se ci spostiamo fuori dai confini europei, dobbiamo valutare se non sia obbligatoria la titolazione anticorpale per la rabbia, per poter rientrare.
Come al solito, il consiglio è quello di recarvi dal vostro veterinario, se possibile con parecchio anticipo rispetto alla data di partenza, per poter avere il tempo di sbrigare tutte le pratiche. E’ anche possibile ci si debba rivolgere alla proprio ASl in caso di situazione particolari.
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