IL TORINESE CON LA CODA

La nutrizione dei nostri amici animali

IL TORINESE… CON LA CODA

Cominciamo col dire che questo argomento suscita moltissime polemiche e non è possibile approfondirlo nell’ambito di questa rubrica, ma proveremo comunque ad accennare a quelli che sono i principali modi di nutrire i nostri amati pet.

Le grandi opposizioni si hanno tra la dieta cosiddetta “commerciale” e quella casalinga, e anche in questo ambito sono molteplici le possibilità.

Al giorno d’oggi la scelta del pet food è molto assortita, esistono infatti cibi secchi, le crocchette, cibi umidi, che vanno dai paté ai bocconcini, fino alle salse e alle vellutata, esistono miriadi di snack, biscotti e premietti.

Si può decidere di alimentare il proprio pet solo con cibo secco, solo umido e entrambi, alternando i pasti o mischiandoli insieme. Diciamo che non c’è una regola, entrambe le scelte hanno vantaggi e svantaggi.

Le crocchette sono complete, sono più comode, soprattutto se si è in viaggio, hanno un azione seppure blanda di pulizia dei denti, costano un pochino meno e se lasciate nella ciotola non si alterano e non puzzano. L’apporto di acqua che l’animale deve assumere è maggiore, se la dieta è solo secca.

L’umido tendenzialmente piace di più, infatti spesso consigliamo di “sporcare” le crocchette con l’umido, per renderle più appetibili, contiene una maggiore quantità di acqua, e questo è importante soprattutto nel gatto che tende a bere poco, ma costa un pochino di più, e se lasciato nella ciotola per ore, tende ad alterarsi e spesso lo si butta via.

Bisogna inoltre fare attenzione che sull’alimento sia scritto “completo” e non “complementare”, se lo si usa come unica dieta.

Non esiste una regola, l’unica cosa che ci sentiamo di consigliare è di scegliere alimenti di alta gamma, che ahimè costano di più, ma qualitativamente sono superiori.

Se preferiamo preparare al nostro pet una dieta casalinga, allora il consiglio è quello di rivolgersi ad un nutrizionista. La dieta casalinga infatti dovrà essere personalizzata, la quantità di proteine, carboidrati e fibre dovranno essere quantificati in modo diverso da un soggetto ad un altro, soprattutto in funzione, oltre che del peso, della tipologia di vita, abitudini, età, ed eventuali patologie.

Tendenzialmente la dieta casalinga comporta l’aggiunta di integratori di vitamine e sali minerali.

Si può anche decidere di mischiare la dieta commerciale a quella casalinga, utilizzando il cibo commerciale, di solito le crocchette, come base e aggiungendo cibi cotti da noi, ma anche in questo caso l’ideale sarebbe rivolgersi ad un veterinario nutrizionista.

Facciamo un accenno ad un tipo di dieta di cui si è parlato spesso negli ultimi anni, la BARF, acronimo che sta per Bone and Raw Food ( ossa e cibo crudo), a nostro parere non adatta a tutti nostri pet e non così semplice da gestire.

Anche in questo caso le poche righe della rubrica non permettono di approfondire un argomento denso di polemiche.

Il messaggio finale è che la scelta della dieta per i nostri animali deve essere fatta sulla base delle caratteristica già accennate del nostro pet, ma anche delle nostre attitudini e del nostro tempo. In ogni caso rivolgersi al veterinario, meglio se nutrizionista, rimane la scelta migliore.

Dott.ssa Federica Ferro
Dott. Stefano Bo

Le malattie infettive feline

IL TORINESE… CON LA CODA

Trattiamo oggi un argomento complicato e di cui si parla molto, ma spesso si fa una gran confusione, ovvero alcune tra le malattie infettive più comuni del gatto.

Abbiamo già parlato delle malattie per cui si vaccina il gatto, sia che viva in casa, sia che abbia la possibilità di uscire all’esterno.
Abbiamo solo accennato ad una malattia, per cui si può vaccinare il gatto che ha la possibilità di uscire, quindi potenzialmente avere contatti con gatti infetti. Questa malattia è la FeLV, o leucemia felina, una malattia sostenuta da un retrovirus, molto grave, che predispone il gatto alla formazione di un particolare tumore, il linfoma, e a forme molto gravi di anemia.
Questo è il motivo per cui vale la pena vaccinare il vostro gatto vagabondo e fare attenzione se introducete in casa nuovi gatti, senza la sicurezza che siano negativi.
Per diagnosticare la FeLV esistono dei test rapidi, la cui attendibilità è molto valida, che devono essere eseguiti dopo almeno 4 settimane che il gatto non ha più contatti con ambienti potenzialmente a rischio.
Insieme alla FeLV, si testa la FIV, o immunodeficienza felina, malattia per cui non esiste vaccinazione, ma meno grave della precedente. La FIV predispone il gatto ad altre patologie, proprio perché ne abbassa le difese immunitarie.
Infine facciamo accenno alla FIP, o peritonite infettiva felina, malattia virale sostenuta da un coronavirus. Premettiamo che il 70% della popolazione felina mondiale è positiva al coronavirus, che vive nell’intestino del gatto e che può dare adito a problemi intestinali.
In alcuni soggetti, tendenzialmente giovani e spesso di razza, questo virus muta e determina la peritonite infettiva. Il motivo per cui questo avviene non è stato scoperto.
La malattia è molto grave, ha due presentazioni, una forma umida e una forma secca. La prima determina la formazione di versamenti, la seconda colpisce il sistema nervoso e/o gli occhi.
La diagnosi non avviene tramite un test, ma mettendo insieme vari fattori, e si definisce sempre presuntiva.
Fino ad un paio di anni fa, la malattia portava a morte l’animale in poco tempo, oggi è disponibile un farmaco che dà buone probabilità di salvezza.
Anche in questo caso, rivolgetevi al vostro veterinario per avere più informazioni possibili.
Cogliamo l’occasione per chiedere se gli argomenti trattati sono di vostro gradimento, se vorreste più informazioni tecniche o temi di altro tipo.
Dott.ssa Federica Ferro
Dott. Stefano Bo

Le gastroenteriti del gatto

IL TORINESE… CON LA CODA

Eccoci oggi a parlare delle gastroenteriti nel gatto. Come nel cane abbiamo accennato alle malattie virali che colpiscono l’apparato gastroenterico, così nel gatto ricordiamo che uno dei virus più pericolosi per il gattino, che cause forme di diarrea molto gravi, è il parvovirus, o virus della panleucopenia felina. E’ una malattia iperacuta, che determina abbattimento, anoressia, febbre, diarrea e un abbassamento drammatico dei globuli bianchi. L’intervento deve essere tempestivo.
Come già scritto nelle nostre prime rubriche, per questa malattia esiste la vaccinazione. Infatti il parvovirus è uno dei tre virus per cui si vaccinano i gattini, insieme al calicivirus ed all’herpesvirus, questi due invece responsabili di patologie respiratorie.
Esistono poi altri virus, responsabili di forme più lievi di gastroenteriti, tra questi vale la pena citare il virus della FIV ed  il coronavirus. Quest’ultimo  vive nell’intestino del 70% della popolazione mondiale felina,ed è appunto responsabile di blande forme di diarrea. Solo in alcuni casi, e non se ne conosce la ragione per cui questo avvenga, può mutare e diventare responsabile di una patologia molto grave: la peritonite infettiva felina,o FIP.
A questa malattia dedicheremo una rubrica apposta.
Come il cane, anche il gatto può soffrire di forme di intolleranze alimentari, forme infiammatorie, che possono esitare in linfomi intestinali, ed altre forme tumorali.
Anche nel gatto, esistono banali forme di dismicrobismo legate a fattori di stress, la cui unica cura è l’ausilio di probiotici intestinali.
In ogni caso, rivolgersi al proprio veterinario è sempre la scelta migliore.
Dott.ssa Federica Ferro
Dott. Stefano Bo

Le gastroenteriti del cane

IL TORINESE… CON LA CODA

L’ultima volta abbiamo parlato di gastroenteriti da corpo estraneo, ovvero dell’ infiammazione del l’apparato gastroenterico dovuta all’ingestione di un oggetto, che lesiona appunto la mucosa gastroenterica e che, in alcuni casi, può diventare un’urgenza chirurgica.
Le cause di gastroenteriti però possono essere molteplici.
Parliamo del cane.
I virus che possono colpire il sistema digerente sono molteplici, tra questi per esempio uno dei più gravi è il parvovirus, soprattutto nei cuccioli. Un altro virus particolarmente aggressivo nei cuccioli, di solito causa di problemi respiratori e neurologici, ma in alcuni casi anche di lesioni gastroenteriche, è il cimurro.
Per entrambe queste malattie esiste la vaccinazione.
Un’altra malattia per cui si effettua la vaccinazione, causa di problemi gastroenterici, e più spesso epatici e renali, è la leptospirosi. Questa volta responsabile  è un batterio.
Oltre alle forme infettive, l’infiammazione intestinale può essere dovuta a forme di intolleranze intestinali, a forme infiammatorie, e in entrambi questi casi la cosa più importante su cui lavorare è la dieta, fino alle forme tumorali. In questo ultimo  caso la tempestività nella diagnosi fa ovviamente la differenza.
Esistono poi anche le banalissime diarree da dismicrobismo legate a fattori di stress, e allora in alcuni casi basta una buona terapia probiotica.
In tutti i casi, non fare di testa vostra, ma rivolgetevi al vostro veterinario di fiducia.

Dott.ssa Federica Ferro
Dott. Stefano Bo

La fine delle feste per i nostri amici a quattro zampe

IL TORINESE… CON LA CODA

Se l’Epifania tutte le feste porta via, facciamo un riassunto di quelli che sono stati i principali problemi dei nostri amici a quattro zampe durante le feste.
Abbiamo parlato della paura dei botti e di come affrontarli, ma c’è un’altra problematica che ha riempito i pronto soccorso veterinari durante le vacanze natalizie: le gastroenteriti, ovvero l’infiammazione di stomaco e intestìno.
La principale causa è stata quella di aver mangiato cibo non appropriato. Qualcuno ha rubato il panettone, o il cotechino, qualcuno, peggio ancora il cioccolato.
Il fatto di mangiare cibo non adatto, e i nostri dolci lo sono, può provocare sintomi come vomito, diarrea e, nei casi più gravi, vere e proprie intossicazioni.
Se il cane, o il gatto, è un soggetto adulto, è vigile e reattivo, la terapia sarà molto probabilmente solo farmacologica, con farmaci che disinfiammano l’intestino, dieta e fermenti lattici.
Se invece, il soggetto è un cucciolo, o un animale anziano, e si presenta non reattivo e abbattuto, è facile che si prescriva il ricovero in una struttura veterinaria. Peggio ancora se l’animale risulta intossicato.
Ricordate sempre che il cioccolato a certe dosi infiamma, ma ad alte dosi può essere letale.
Le feste sono quasi finte e da lunedì saremo tutti a dieta, non sarebbe una cattiva idea far fare un po’ di detox anche ai nostri amici!
Dott.ssa Federica Ferro
Dott. Stefano Bo

Capodanno… col botto!

IL TORINESE… CON LA CODA

Ci siamo quasi, domani sera saluteremo il 2023 e accoglieremo il nuovo anno. 

C’è chi festeggerà, chi tirerà le somme dell’anno passato, chi farà grandi propositi per quello nuovo.

Ci saranno quelli che festeggeranno in compagnia e quelli che decideranno di andare a dormire prima della mezzanotte.

E i nostri amici pelosi? 

Cominciamo con il dire che, per fortuna, la maggior parte di loro passa una sera come un’altra, qualcuno accoglierà un pò di gente in casa e magari ruberà un pezzo di cotechino, qualcuno invece sarà lasciato a casa da solo, mentre i proprietari vanno fuori a festeggiare.

Questo per dire che ci sono dei cani e dei gatti che non patiscono i rumori ed i botti di Capodanno, vivono serenamente la notte dell’ultimo dell’anno.

Sappiamo però, purtroppo, che ci sono invece alcuni animali che proprio non la sopportano, alcuni addirittura ne sono terrorizzati.

Come dobbiamo comportarci in questo caso?

Il primo consiglio, se il vostro animale ha paura, è di non lasciarlo a casa da solo, magari accendete la televisione o la musica, in modo che il rumore dei botti si confonda un po’.

Stategli vicino, cercando di tranquillizzarlo e accarezzarlo.

Scegliete una stanza rifugio, quella in cui i rumori esterni si percepiscono un pò meno, chiudete le imposte e trasferitevi lì almeno mezz’ora prima dell’evento. Impeditegli l’accesso al balcone.

Questo vale anche per quei cani che di solito vivono in giardino.

Esistono anche degli integratori, su base naturale che possono essere somministrati, ma occorre cominciare qualche settimana prima.

Nei casi più gravi si può ricorrere all’uso dei farmaci, per questo la scelta del farmaco, il dosaggio ed i tempi di somministrazione devono essere prescritti da un medico veterinario, previa visita clinica e anamnesi accurata.

E’ importante valutare quanto sia il grave il problema, se un ansiolitico sia sufficiente o se siano necessarie altre terapie.

Superfluo dire che, come al solito, il veterinario deve essere la vostra figura di fiducia. Non l’amico, il cugino, il portinaio o il vicino di casa. Meglio ancora se il veterinario si occupa o si affida ad un collega che è specialista in comportamento.

 

Dott.ssa Federica Ferro
Dott. Stefano Bo

Il Torinese con la coda: Buon Natale!

Buon Natale

Buon Natale a tutte le persone che hanno deciso di condividere la vita con un amico a quattro zampe. 

Buon Natale a quelli che sono andati al canile e hanno salvato un cagnino, o un gattino, a chi ha deciso di prenderlo cucciolo, a chi ha scelto un animale adulto e Buon natale a chi ha deciso per un amico anziano. 

Buon Natale a chi ha scelto il proprio amico in un allevamento, ha pensato con attenzione e preparazione a quale razza fosse più adatta e ha atteso il cucciolo con pazienza. 

Buon Natale a chi non aveva programmato un bel niente ed un amico a quattro zampe è arrivato nella sua vita proprio in quel momento e proprio in  quel modo.

Buon Natale a chi ha dovuto salutare il suo animale, e adesso non ha proprio voglia di sostituirlo, ed è giusto così, che la perdita si elabori e si sedimenti. 

Buon Natale a chi invece proprio non ce la fa a non avere con se’ un cane o un gatto.

Buon Natale a chi ha solo un animale per volta e Buon Natale a chi ha una tribù pelosa.

Buon Natale a chi vorrebbe tanto un amico a quattro zampe, ma proprio non può tenerlo con se’, vedrete che prima o poi la vita farà giri strani e il vostro sogno si realizzerà.

Buon Natale a quelle persone, soprattutto anziane, che hanno solo il proprio animale come amico e Buon Natale a quelli che scelgono i propri amici in base al cane, o al gatto, che li accompagna.

Buon Natale a quegli amori nati al parco, passeggiando con i cani. Buon Natale a chi ha un cane che non va d’accodo con nessuno e le passeggiate le fa sempre da solo.

Buon Natale a chi lavora con il proprio cane e a chi vorrebbe, ma non può.

Buon Natale a chi fa volontariato e va al canile, o nelle colonie feline o semplicemente si dà da fare come può.

Buon Natale alle signore con il cagnino in borsetta. Buon Natale a chi si alza alle 6 della mattina per poter stare al parco con il cane il più possibile.

Buon Natale a chi dorme accoccolato al proprio gatto. 

Buon Natale a chi raccoglie palline di Natale per tutto il salotto.

Buon Natale anche a Babbo Natale, che comunque ha con se’ un sacco di renne!

Buon Natale alle persone educate e rispettose che quando vanno dal veterinario ascoltano ciò che gli viene detto e capiscono che spesso una diagnosi non si fa in 5 minuti e un problema non si risolve in due giorni.

Buon Natale a noi medici veterinari, che siamo spesso stanchi, ma ci adoperiamo per far stare al meglio i nostri pazienti.

Buon Natale a chi ha letto fino a qui.

 

Dott.ssa Federica Ferro
Dott. Stefano Bo

Natale… che passione!

IL TORINESE… CON LA CODA

E’ appena passata la festa dell’Immacolata, avete onorato la tradizione e fatto l’albero di Natale? Avete addobbato casa con ghirlande, lucine e festoni? 

Bene! Avete fatto la felicità del vostro gatto! 

Su Instagram si vedono migliaia di video di gatti che distruggono alberi di Natale. Gatti che si lanciano su abeti addobbati e staccano palline e decorazioni varie. Gatti che pianificano la distruzione del simbolo natalizio. Gatti che scappano con le ghirlande in testa, facendo impazzire i proprietari. E’ molto divertente, ma a volte anche pericoloso.

Non vogliamo rovinarvi le feste, ma se avete a casa un gatto, soprattutto se cucciolo, il rischio che possa ingerire piccole decorazioni c’è e non è così remoto.

Se vedete il gatto ingerire qualcosa, chiamate il vostro veterinario. Se, infatti, l’ingestione è avvenuta da poco, è possibile indurre il vomito. 

Non tutti i materiali sono radiopachi, cioè visibili con una radiografia, quindi non sempre si ha la sicurezza che ci sia il corpo estraneo, dove sia e soprattutto se sia in grado di essere espulso. 

Se il vostro gattino smettesse di alimentarsi, cominciasse  a vomitare e ad essere mogio, l’ingestione di corpo estraneo è una possibilità da valutare attentamente, soprattutto se in casa sono presenti elementi che richiamano la sua attenzione, come appunto le decorazioni natalizie.

Uno dei corpi estranei più pericolosi è quello lineare, ovvero il filo, che sia di spago, di lana o elastico. Il filo può avere un capo in un punto dell’intestino e l’altro molto più avanti o indietro, incastrandosi può creare il cosiddetto “intestino a fisarmonica”.

La valutazione di cosa fare è molto delicata, a volte si riesce, lavorando con i giusti farmaci, la fluidoterapia e un attento monitoraggio, a non intervenire chirurgicamente. Altre volte, purtroppo, si esegue una chirurgia o, se la struttura veterinaria ne è in possesso e se la situazione lo consente, si può provare a rimuovere il corpo estraneo con l’endoscopio.

Ovviamente l’albero di Natale è una scusa per parlare dell’argomento, un corpo estraneo può essere ingerito in varie situazioni e vale anche per i cani. I cuccioli sono i soggetti più a rischio, perché più propensi a masticare per gioco e più tontoloni. Anche gli adulti possono ingerire corpi estranei, ma è una condizione da tenere sotto controllo perché può essere indicativo di stress o malessere.

Altra pratica che può essere messa in atto per noia, malessere o gioco è quella di masticare cavi elettrici  e i cavi delle lucine di Natale sono una tentazione. 

Quindi se non volete far saltare l’impianto prima del cenone, o peggio trascorrerlo al pronto soccorso veterinario, fate particolare attenzione ai vostri pet!

 

Dott.ssa Federica Ferro
Dott. Stefano Bo

Arriva il freddo!

IL TORINESE… CON LA CODA

Per gli amanti dell’inverno, della montagna e della neve, inizia finalmente la stagione preferita. Questo è valido anche per alcune razze canine. Se pensiamo a cani nordici, come i Siberian Husky, o gli Alaskan Malamute, la cosa pare ovvia, ma il freddo piace moltissimo anche ai cani da caccia, o da pastore. Correre e giocare al freddo è un’attività molto divertente per la maggior parte dei pelosi caninI. Occorre ovviamente avere qualche accortezza. Se fa freddo, il cane deve avere la possibilità di muoversi, gli serve per scaldarsi. Non tenete il cane fermo o legato per troppo tempo se le temperature sono basse, neanche con il cappotto. Se c’è neve o ghiaccio, fate attenzione ai geloni che si formano tra le dita, in particolare nei cani a pelo lungo, in cui è più difficile accorgersene. Quando tornate a casa, o in un posto caldo, aiutatelo a staccare il ghiaccio dalle zampe.
Può succedere che, con il freddo ed il ghiaccio, i polpastrelli si screpolino, al punto tale di ulcerarsi. Vale la pena applicare, meglio se preventivamente, delle pomate per ammorbidire la cute e se ferita, disinfettarla. Se il cane permane al freddo per  molte ore, somministriamo lui una dieta più energetica, il consumo calorico infatti aumenta con l’abbassarsi delle temperature.
Se invece il nostro cane odia il freddo, e quando esce si paralizza, pensiamo a quei cagnolini con il pelo corto, ricordiamoci di coprirlo e in ogni caso, di non tenerlo fermo troppo a lungo. Allo stesso tempo, ricordiamoci anche che esistono razze di taglia piccola che arrivano dal freddo, come il Volpino di Pomerania che può evitare il cappottino e correre.
Poi c’è il gatto, che quando fa freddo ama stare sotto le coperte, ma quello è un altro capitolo.
.
Dott.ssa Federica Ferro
Dott. Stefano Bo

Burocrazia… che fatica!

IL TORINESE… CON LA CODA

Nelle rubriche precedenti abbiamo accennato alla prima visita del nostro pet, alle modalità e alle tempistiche delle vaccinazioni, secondo le linee guida internazionali, abbiamo parlato della scelta dell’alimentazione e fatto accenno al tipo di animale più adatto al nostro stile di vita.
Oggi parliamo della burocrazia che dobbiamo affrontare quando portiamo a casa un nuovo cane o gatto.
In Italia tutti i cani devono essere dotati di microchip ed iscritti all’anagrafe canina della regione di residenza del proprietario. La registrazione deve avvenire entro 15 giorni dal possesso, e entro 60 giorni dalla nascita dell’animale. Ecco perché i cuccioli nati in casa  devono essere microchippati dal proprietario della madre, e una volta ceduti, si richiede il cambio di proprietario.
La registrazione del gatto all’anagrafe regionale è obbligatoria solo in alcune regioni, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Puglia ( per ora!), che dal  2020
hanno esteso ai gatti gli stessi obblighi di identificazione valevoli per i cani.
Se desideriamo portare il nostro cane o gatto fuori dai confini nazionali, la legge ci obbliga a richiedere il passaporto, emesso dalle ASL di competenza.
Per poterlo ottenere, il nostro pet deve essere microchippato e iscritto all’anagrafe ( anche il gatto ovviamente) e vaccinato per la rabbia da almeno 21 giorni. Una volta ottenuto il passaporto, questo dura tutta la vita dell’animale. Per poter partire, la vaccinazione per la rabbia deve essere aggiornata. Se dovessimo perderlo, occorrerà fare denuncia perché è un documento ufficiale.
Prima di partire, è necessario controllare sul sito del paese in cui ci rechiamo, se oltre al passaporto, siano necessari altri documenti, e soprattutto se ci spostiamo fuori dai confini europei, dobbiamo valutare se non sia obbligatoria la titolazione anticorpale per la rabbia, per poter rientrare.
Come al solito, il consiglio è quello di recarvi dal vostro veterinario, se possibile con parecchio anticipo rispetto alla data di partenza, per poter avere il tempo di sbrigare tutte le pratiche. E’ anche possibile ci si debba rivolgere alla proprio ASl in caso di situazione particolari.
.
Dott.ssa Federica Ferro
Dott. Stefano Bo