Nanni Moretti al suo esordio come regista teatrale firma Diari d’amore

In prima nazionale al Teatro Stabile di Torino. Fino al 29 ottobre al Teatro Carignano

 

La stagione del Teatro Stabile di Torino si è aperta al Teatro Carignano con il tanto atteso esordio di Nanni Moretti in veste di regista teatrale. Ha scelto di firmare Diari d’amore, il dittico di atti unici di Natalia Ginzburg, Dialogo e Fragola e panna, scritti tra il 1966 e il 1970. Paradossale il fatto che la Ginzburg, subito dopo aver dichiarato di non sentirsi a suo agio con la drammaturgia teatrale, abbia deciso di scrivere diverse commedie, la maggior parte nel periodo intercorso tra la pubblicazione di Lessico famigliare, che le valse il Premio Strega nel 1963, e il romanzo successivo Caro Michele dieci anni dopo. Matrimoni che si trascinano o vanno a rotoli, donne fragili, disorientate e sole, mariti narcisi e anaffettivi, rapporti dolorosi, case claustrofobiche, questi i temi ricorrenti delle sue opere teatrali.

In Dialogo, testo prediletto dall’autrice dopo Ti ho sposato per allegria scritto nel 1970, entriamo nella dimensione più intima della coppia Francesco e Marta, sotto le coperte del loro letto matrimoniale al risveglio una mattina come tante. Chiacchierano fitto fitto tirando in ballo parenti, amici, i cani degli amici, le suocere, la figlia, il lavoro, le debolezze di ognuno. Francesco,interpretato da un Valerio Binasco funambolico con quei saliscendi dei toni, cambia continuamente posizione, tarantolato, sembra non trovare pace nel letto. È il ritratto dell’instabilità, rincorre una carriera di scrittore che sembra non decollare mai, oscilla di continuo tra slanci amorosi e giudizi poco lusinghieri verso la moglie quando insiste sulle scarse doti di casalinga svelando un atteggiamento maschilista. La moglie Marta,interpretata da Alessia Giuliani, ogni tanto riesce a insinuarsi tra le parole-fiume del marito e quando lo fa con più fermezza perché si è decisa a dare una notizia importante al marito, incrina la brillante partitura sonora facendo virare il registro comico verso uno più drammatico e dall’ilarità si passa al riso amaro. Moretti ha saputo far sgorgare il testo senza invasioni di campo, svelando l’autentico respiro del testo che pur nella staticità dell’azione è pervaso di vivacità, quella infusa dall’inquietudine dei personaggi che rimandano continuamente ad un mondo esterno da cui siamo incuriositi e alla minaccia che incombe sulle sorti della coppia. La luce di Pasquale Mari sa creare un ottimo gioco tra l’interno e l’esterno che viene continuamente evocato, anche in Fragola e panna, invitandoci in un mondo molto più complesso e articolato di quello che abbiamo sotto gli occhi.

Fragola e panna, pubblicata nel 1966, è stata la più sfortunata delle commedie perché non è mai stata allestita a teatro ed è approdata in televisione una sola volta nel 1975. Si può sintetizzare con le parole che la stessa autrice ha usato per definire il suo canovaccio ricorrente nelle opere teatrali: “C’è una donna che corre sempre, una che sta ferma e una che cammina.” C’è Flaminia (la donna che sta ferma), interpretata ancora dalla Giuliani, il prototipo della borghese infelice che vive in una specie di incantesimo, isolata nella sua casa in campagna dove le giornate scorrono una identica all’altra aspettando Cesare (di nuovo Binasco), il marito fedifrago che le è toccato in sorte. In questo castello inespugnabile avvolto dalla neve e circondato da una fitta boscaglia che si intuisce nel meraviglioso fondale retroilluminato, creato dalle sapienti mani di Sergio Tramonti, fa irruzione Barbara, incarnata da Arianna Pozzoli, una diciottenne scappata di casa (la donna che corre) che fugge dal marito, dalla suocera e da un bambino piccolo in cerca dell’amante Cesare presentandosi alla serva come la cugina. Il confronto fra la moglie e l’amante è pacifico. Flaminia è al corrente delle malefatte del marito e si è ormai rassegnata ad un rapporto inesistente, la confessione della giovane donna non le svela niente di nuovo, semplicemente la costringe ad uscire dal suo stato di ipnosi, le rivela la propria infelicità e solitudine in modo inappellabile. La invita ad uscire da sé stessa riconoscendosi nell’altra al punto da interrogarsi sull’avvenire della ragazza una volta uscita da casa sua. Come contrappesi qui abbiamo due donne che camminano: la prima è la stralunata Tosca, impersonata da una meravigliosaDaria Deflorian, che ogni tanto irrompe sulla scena sempre fuori tempo con i suoi tormentoni “i giovani sbagliano” e “non mi trovo”, come una sorta di ricetrasmittente del disorientamento e del malessere che la circonda. La seconda è la sorella Letizia, interpretata da Giorgia Senesi, che interviene in modo garbato con il suo arido perbenismo senza un coinvolgimento vero e proprio.

Cesare comparirà solo nel secondo atto presentandosi per quel che è, un “uomo da niente” che vede in Barbara l’ennesimo capriccio di cui sbarazzarsi e con la proposta di una crociera spera di liquidare il problema e ricominciare da capo. Anche qui come in Dialogo si sta in bilico tra comicità e tragedia e cala il sipario sui puntini di sospensione. A spettacolo finito è come se si rimanesse impigliati nelle vite dei protagonisti e ci si chiede quale destino li attende.

Nanni Moretti e l’ottimo cast hanno saputo valorizzare lo stile e l’universo poetico della Ginzburg dagli echi malinconici checoviani con una fedeltà maniacale al testo, al ritmo e alla musicalità dell’inconfondibile voce dell’autrice.

GIULIANA PRESTIPINO 

Foto Luigi De Palma

 

 

TOURNÉE

 

Torino, Teatro Carignano dal 9 al 29 ottobre 2023

Bologna, Arena del Sole dal 31 ottobre al 5 novembre 2023

Modena, Teatro Storchi dall’ 8 al 12 novembre 2023

Milano, Piccolo Teatro Grassi dal 14 al 26 novembre 2023

Villeurbanne – Francia, Théâtre National Pupulaire dal 30 novembre al 7 dicembre 2023

Toulon – Francia, Théâtre Liberté dal 12 al 13 dicembre 2023

Marseille – Francia, La Criée dal 15 al 17 dicembre 2023

Lugano – Svizzera, LAC dal 20 al 21 dicembre 2023

Napoli, Teatro Mercadante dal 10 al 21 gennaio 2024

Amiens – Francia, Maison de la Culture dal 25 al 26 gennaio 2024

Roma, Teatro Argentina dal 23 maggio al 2 giugno 2024

Parigi – Francia, Théâtre de l’Athénée dal 6 al 16 giugno 2024

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