Appuntamento a Torino dal 3 all’8 ottobre
Il 18 settembre avremo il programma intero della quarta edizione del Job Film Days, festival dedicato alle tematiche del lavoro e dei diritti, a Torino dal 3 all’8 ottobre, per ora iniziano ad arrivare le prime già interessanti anticipazioni. A presiedere la giuria del Premio Cinematografico “Lavoro 2023” che dovrà giudicare i lungometraggi in concorso che raggruppano il cinema documentario e di finzione sarà il critico cinematografico Paolo Mereghetti, penna eccellente del Corriere della Sera e del magazine Io Donna, già consulente della Mostra di Venezia, autore di saggi e volumi che hanno analizzato figure di registi e film, pronto quest’anno a festeggiare i trent’anni del suo personalissimo “Dizionario”, “Il Mereghetti” appunto, pubblicato da Baldini+Castoldi, vera miniera per quanti abbiano sete di notizie del passato e del presente della settima arte. A presiedere invece la giuria del Premio “Job for the Future” – Camera di Commercio di Torino, riservato ai cortometraggi realizzati nell’Unione Europea da registi Under 40, sarà Chiara Cremaschi, tra l’altro laureata in filmologia, più volte finalista al Premio Solinas, già vincitrice di vari prestigiosi riconoscimenti. Vive a Parigi e lavora tra Francia, Svizzera e Italia.
La consueta sezione su un paese o un’area del mondo sarà dedicata all’Africa subsahariana, un vastissimo territorio dove anche in anni recenti s’è dimostrata, all’interno della cultura e della produzione cinematografiche, una particolare attenzione verso il mondo del lavoro. Storie personali e collettive riunite in quattro titoli, che arrivano dal Burkina Faso con “A Golden Life” del cineasta Boubakar Sangaré, proveniente dal Mali, la storia del giovanissimo Rasmane che lavora con altri ragazzi della sua stessa età in una miniera d’oro nel sud del Burkina; dalla capitale del Centrafrica (alla coproduzione ci ha pensato la Cina), Bangui, in cui le registe Pascale Appora-Gnekindi e Ningyi Sun esplorano i rapporti personali ed economici di una intera collettività (“Eat Bitter”). È stato girato in Madagascar “Gwetto”, opera del regista Michaël Andrianaly, amaro ritratto di giovani immigrati senza tutela alcuna, giunti a lavorare nella città di Tamatawe. E ancora il road movie “No U-Turn” del regista nigeriano Ike Nnaebue, che racconta le donne e gli uomini del suo paesi pronti a dirigersi verso il nord, alla ricerca di un futuro migliore.
Una sessantina i partner che credono e che appoggiano il variopinto progetto di Job Film Days. Che sarà accompagnato, con inaugurazione il 27 settembre alle ore 18 (sino al 14 ottobre), dalla mostra dell’artista Gianluca Costantini, curata da Leonardo Guardigli. Nato nel 1971a Ravenna, Costantini è considerato tra i massimi esponenti italiani del graphic journalism e da anni con le sue opere combatte per i diritti umani, collabora con differenti organizzazioni e con l’apprezzatissimo Ai Weiwei, è l’autore con Laura Cappon di “Patrick Zaki, una storia egiziana”, edito da Feltrinelli. È l’artista che ha costruito l’immagine guida di questa quarta edizione del Job Film Days: l’immagine dell’uomo-operaio, in particolare dell’uomo-macchina, di quell’uomo che per decenni ha lavorato nelle fabbriche e che a poco a poco finirà con l’essere sostituito dai robot, o ancor di più da quella realtà che è l’intelligenza artificiale, ulteriore passo verso un annientamento contro cui si dovrà prontamente combattere. L’appuntamento è negli spazi della Galleria Caracol di via Sant’Anselmo 26.
Elio Rabbione
Nelle immagini: il presidente di giuria Paolo Mereghetti, critico cinematografico; una scena del film “Gwetto” proposto dal Madagascar; l’immagine del Job Film Days, opera di Gianluca Costantini.
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