Il Diario è sicuramente uno dei testi più nobili in letteratura, di carattere privato e personale, in cui l’autore annota esperienze e riflessioni, sentimenti e stati d’animo.
‘Diario Italiano’ dello storico Pierfranco Quaglieni è l’ultimo libroda lui dato alle stampe, che raffigura la storia contemporanea attraverso le biografie e le vicende di ventinove personaggi che hanno intessuto la storia del territorio piemontese, influenzandone anche le vicende a livello nazionale. Piero Angela, per esempio, viene descritto con il suo distacco “elegante e cordiale”, proprio dell’uomo di scienza che sapeva condividere con gli altri le proprie conoscenze e capace di attrarre verso la scienza anche chi non ne fosse stato fino ad allora interessato. Altrettanto ben delineata risulta la figura di Carlo Donat Cattin, considerato insieme a Edoardo Calleri di Sala e a Giuseppe Pella il politico democristiano più attivo e autorevole in Piemonte nella seconda metà del Novecento. La sua ascesa politica fu lunga, contrastata e sofferta. Fu arruolato nei Granatieri di Sardegna nel 1941, si impegnò nella Resistenza e fu tra i fondatori della Cisl nel 1950 e “fu un leader durissimo che non si fermò davanti a Valletta e agli Agnelli con i quali ebbe un costante rapporto di conflitto”. Proprio a Giovanni Agnelli dedica il primo ritratto del Diario, di cui ricorda il clima storico di grande attenzione che circondò i funerali in Duomo, in contrasto con la mancanza di iniziative successive atte a storicizzare una figura così importante come quella dell’avvocato. Non è un caso che i ritratti del Libro prendano avvio con quello dell’avvocato perché “il mito dell’Avvocato – afferma lo stesso Quaglieni – è stato qualcosa di fondamentale per la città, ma mi sembra che la Fiat abbia preso altre direzioni […]”.
I ritratti dei personaggi che tratteggia il professor Quaglieni sono talora scomodi, capaci di imprese non scontate e di opporsi anche al sistema dominante dell’epoca.
Alcuni ritratti sono ricchi di affetto come quello tratteggiato nei confronti di Bianca Montale e di Maria Magnani Noya.
Maria Magnani Noya viene definita da Quaglieni inflessibile e generosa al tempo stesso. È la prima donna sindaco di Torino. Come sindaco purtroppo non riuscì a far ripartire la metropolitanache ‘le giunte rosse avevano bloccato in modo sciagurato’. Quaglieni riconosce in Maria Magnani Noya una militanza nel PSI, ma prima ancora nel partito Radicale di Pannunzio e di Villabruna, tanto da militare nel centro Pannunzio che frequentò come sindaca.
Un ritratto altrettanto efficace è quello che coglie di una donna, Frida Milan, di nascita catanese, ma di adozione torinese, che aderì al Partito di Azione, partecipò alla resistenza comepartigiana combattente e fu una delle poche donne alle quali fu riconosciuto il grado di capitano.
I ritratti proseguono con figure del calibro di Carlo Giulio Argan, Alberto Asor Rosa, Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, Gino Strada e Carol Rama.
Tra le figure raccontate quella di cui è stato maggiormente debitore è quella di Renzo De Felice. Come Piero Angela è stato un autentico divulgatore che non ha mai banalizzato i contenuti da lui trattati, così Renzo De Felice è stato un maestro capace di cogliere il fascismo con distacco critico.
Intense pagine sono quelle che il professor Quaglieni dedica a Bianca Montale, storica del Risorgimento.
Il libro risulta una successione di ritratti animati certo da valori ideali nei quali il professore crede, quali la passione per la libertà, per il confronto delle idee democratiche, espresse con chiarezza, senza il timore di scontrarsi con il giudizio altrui.
Il libro verrà presentato nel corso di un incontro online mercoledì 28 giugno alle 18 sulla pagina facebook del Centro Pannunzio.
MARA MARTELLOTTA
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