La Fondazione Firpo, l’omosessualità, l’antifascismo

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Dopo il libro dei due figli gemelli di Luigi Firpo che solo chi scrive e radio Radicale hanno recensito, pensavo che la Fondazione Firpo  avesse subito un duro colpo.
Il discredito su  Firpo gettato dal malevolo libro dei due figli pubblicato da Aragno ritenevo che travolgesse le Fondazione che vive, in buona parte, di risorse pubbliche ed ha sede alla Biblioteca Nazionale dopo lo sfratto dal palazzo d’Azeglio dove resta la Fondazione Luigi Einaudi finché l’ex Fiat lo consentirà. Credo  sia l’unico caso in cui una istituzione pubblica come la Biblioteca Nazionale  ospiti un ente privato come quello intitolato a Firpo  sorretto persino per la realizzazione del sito  dalla Fondazione San Paolo,  da Città di Torino e Regione Piemonte che non hanno mosso un dito dopo l’uscita del libro che getta ombre sinistre sul professore a cui è intitolato.
Ho scoperto, curiosando su Facebook, che la Fondazione è in piena attività ed ha retto al colpo, anche se le cariche che appaiono sul sito sono datate al 2016 e lo stesso sito non appare  debitamente aggiornato. Mi ha colpito una delle prossime attività concentrata sull’omosessualità di Fra’ Paolo  Sarpi, il grande storico veneziano del Concilio di Trento, la cui opera venne subito messa all’ Indice. Sarpi è stato un grande uomo controcorrente in un Seicento dominato dall’oscurantismo della Controriforma. Al di là del libro di  Vittorio Frajese che indaga sulla sua omosessualità, credo che i temi dominanti di Sarpi siano ben altri, soprattutto in una Venezia a suo modo laica e libertina. Non so cosa ne penserebbe Firpo che fu solo un erudito e non un vero studioso delle dottrine politiche. L’erudito Firpo sarebbe stato sicuramente interessato al tema, ma non credo che  l’omosessualità sia un tema dominante. Mi sembra al contrario  un argomento marginale rispetto ad un grande ed eroico frate perseguitato, ma sempre coraggioso e coerente della laicità in tempi in cui essa era di là da venire.
Ricordo  però che una volta a cena Firpo ironizzò sugli omosessuali, allora coraggiosamente sdoganati da Pezzana. In fondo era un uomo all’antica: non sarebbe forse inorridito di fronte all’idea di un museo dell’omosessualità? La Fondazione Firpo ha anche sostenuto una manifestazione a Borgo Vittoria sul 25 aprile, la Resistenza, l’ antifascismo, temi non proprio congeniali a Firpo che in gioventù fu un fascista convinto, secondo i figli anche durante la Repubblica sociale italiana. Essa farebbe meglio ad attivare una ricerca sul professore a cui è dedicata, tra il 1943 e il 1945 per verificare davvero cosa fece Firpo in quegli anni. Tacere non serve a nessuno, in primis alla Fondazione Firpo.
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