Torino è una delle “Tree Cities of the world”2023, le Città degli alberi, riconoscimento che l’organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle nazioni unite Fao conferisce ai centri urbani che mettono in campo ogni sforzo possibile per assicurare la cura e la valorizzazione del loro polmone verde.
Il premio, conferito nella giornata internazionale delle foreste, che ne celebra il contributo nell’agenda 2030 dello sviluppo sostenibile, è stato consegnato dal vicedirettore della Fao Maria Helena Semedo al Sindaco Stefano Lo Russo, presente in rappresentanza dei Sindaci di tutte le Città coinvolte nell’iniziativa a livello internazionale, nel corso di una cerimonia che si è tenuta questa mattina nella sede della Fao a Roma.
“E’ un onore essere qui oggi in rappresentanza non solo di Torino ma anche di tutte le città che partecipano al programma – ha detto il Sindaco -. Ricevere questo premio è un grande riconoscimento ma anche una grande responsabilità. Le nostre azioni, in qualità di amministratori, sono da considerarsi fondamentali: diamo una direzione, un contributo attivo e concreto a quella transizione ecologica che è più che mai necessaria. Le città hanno la grandissima opportunità di programmare e progettare il proprio futuro attraverso azioni concrete e progettualità ambientali puntuali. Per essere funzionale alla crescita e allo sviluppo di un territorio la sostenibilità non può prescindere da nessuno di questi fattori: ambientale, sociale ed economico”.
Per essere riconosciute come Tree Cities, le città devono soddisfare cinque standard, che riguardano: l’esistenza nella città di una struttura dedicata alla gestione degli alberi (“Definisci le responsabilità”), la presenza di regole specifiche (“Individua le regole”), l’esistenza di un censimento degli alberi (“Conosci il tuo patrimonio”), la definizione nel bilancio di risorse dedicate (“Dedica delle risorse”), l’organizzazione, annualmente, di eventi di promozione e consapevolezza in tema albero (“Celebra i risultati raggiunti”). Standard che Torino soddisfa grazie alla tutela del verde urbano ma anche ad azioni programmatiche di più ampio respiro. In particolare, la Città ha da poco approvato il piano di Resilienza Climatica, per affrontare le sfide del cambiamento climatico, e si appresta a varare il piano strategico delle Infrastrutture Verdi che si propone di indirizzare in modo armonico gli investimenti e le politiche di gestione del verde pubblico cittadino del prossimo decennio. Un patrimonio per il quale già Le Corbusier nel secolo scorso definì Torino “la città con la più bella posizione naturale” e che oggi annovera 340mila alberi di proprietà pubblica tra i giardini storici (Giardini Reali, Parco del Valentino), i parchi collinari (Parco della Maddalena, Parco Europa, Parco Leopardi, Parco del Nobile), le alberate secolari lungo i viali urbani e le due aree protette di Superga e del Meisino.
Carola Quaglia
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