Doppio debutto con l’Orchestra Sinfonica della Rai di Torino per Petr Popelka e Marie Ange Nguci

Giovedì 16 febbraio all’Auditorium Rai di Torino, con replica venerdì 17 febbraioanche in live streaming su Rai Cultura.it e in diretta su Radio 3.

Popelka, direttore principale della prestigiosa NDR Elbphilarmonie Orkester ad Amburgo è regolarmente invitato a lavorare con le più importanti orchestre europee. Attivo come compositore, vanta un passato da contrabbassista all’interno della storica formazione della Sachsishe Staatskapelle di Dresda.

In apertura di serata, Popelka proporrà “Three questions with twoanswers di Luigi Dallapiccola, scritta tra il 1962 e il 1963, anni nei quali il compositore italiano si stava avvicinando all’avanguardia artistica europea. Musicista italiano, Luigi Dallapiccola mise in rilievo l’importanza per la sua formazione dell’ambiente istriano, inquieto punto d’incontro di tre diverse culture. Il periodo di confino trascorso a Graz, dal marzo 1917 al 1918, segnò profondamente la sua adolescenza, sia nella formazione del carattere sia nelle esperienze musicali. All’OpernHouse di Graz, ebbe la possibilità di ascoltare quasi tutte le opere di Wagner, il Fidelio di Beethoven, il Don Giovanni di Mozart, Opere di Verdi, tra cui l’Otello e Un ballo in maschera e composizioni sinfonico corali come il Messia di Haendel, la Creazione di Haydn, la IX Sinfonia di Beethoven e lo Schicksalsied di Brahms. Dopo il rientro a Pisino, Dallapiccola riprese gli studi liceali e continuò quello della musica a Trieste, con Alice Andrich Florio per il pianoforte e Antonio Illersberg per l’armonia, che gli fece conoscere la tradizione polifonica italiana del ‘500 –‘600 sia esperienze musicali contemporanee, tra cui opere di Ravel e Schoenberg. Significativo fu il suo soggiorno a Firenze, dove studiò pianoforte con Ernesto Consolo, diplomandosi il 10 novembre 1924, e la composizione con Roberto Casiraghi, Corrado Barbieri e Vito Frazzi, conseguendo il diploma nel 1931.

Nel 1930 fu significativo un viaggio a Berlino e Vienna, al seguito della danzatrice americana La Meri, che costituì per Dallapiccola un’esperienza particolarmente significativa perché gli permise di assistere alle rappresentazioni di Salomè e Elektra di Strauss e all’esecuzione della Prima Sinfonia di Mahler. Il decennio ’30 – ’40 fu per il Dallapiccola un periodo di intensa attività basata sull’approfondimento della musica dodecafonica, e la partecipazione alle più importanti manifestazioni musicali di quegli anni.

Per il suo debutto con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Nguci, balzata all’attenzione del pubblico nel 2018 con il cd “En miroir” propone il Concerto n. 24 in do minore per pianoforte e orchestra k 491 di Wolfgang Amadeus Mozart, eseguito per la prima volta il 3 aprile del 1786. Il Concerto per pianoforte e orchestra N.24 in do minore k 491 rappresenta una via di mezzo tra il troppo facile e il troppo difficile. Nonostante l’uso del modo minore sia nel k 466 che nel k 491, la timbrica delle due composizioni risulta assai diversa per l’uso di due clarinetti nell’organico orchestrale, e per l’assenza, nel finale, di una risoluzione luminosa, come avviene nel k 466, che rappresenta una coda da dramma giocoso. L’orchestra risulta la più ampia che Mozart abbia mai impiegato in un concerto, con impiego di un flauto, due oboi, due clarinetti, due fagotti, oltre che due corni, due trombe e timpani. La tavolozza orchestrale è usata al massimo dal compositore nel movimento lento, e nel finale, nel quale, al posto del classico rondò, è utilizzata la forma del tema con variazioni. Il concerto termina in modo assolutamente coerente in un clima drammatico e con un cambio di tempo.

Il concerto si chiude con “Also sprach Zarathustra” opera 30 di Richard Strauss, che si apre con una delle più sfolgoranti apparizioni del sole mai descritte in musica. Stanley Kubrick l’ha utilizzata fin dai primi fotogrammi del suo “2001 Odissea nello spazio”.

Il brano fu eseguito per la prima volta nel 1896 a Francoforte, e è ispirato all’omonimo poema filosofico di Nietzsche. Questa composizione del poema sinfonico assorbì Richard Strauss per un periodo di sette mesi, tra il febbraio e l’agosto del 1896, quando l’autore diresse la prima esecuzione il 27 novembre dello stesso anno a Francoforte, con la Museum Stadtlisches Orkester. A quell’epoca, all’età di 32 anni, Strauss era all’apice del suo successo, era un personaggio di punta della vita musicale tedesca, non solo per la sua brillante attività di direttore d’orchestra, ma anche per la sua immagine di compositore d’avanguardia. Si confermava erede della corrente neotedesca di Wagner e Liszt, quella corrente che insisteva sulla necessità di donare alle composizioni musicali un contenuto programmatico, letterario o narrativo, capace di integrare e chiarire il contenuto musicale esposto da una orchestra di grandi dimensioni. Risale all’epoca tra il 1886 e 1898 il lungo ciclo di poemi sinfonici, che costituisce un monumento di un credo musicale annunciato.

Also Sprach Zarathustra” rappresenta la terz’ultima delle prime otto composizioni, a metà strada dell’intero percorso. Fu giudicata in termini controversi dai commentatori, e punto d’arrivo di una fase “ascendente” della produzione sinfonica di Strauss. Per alcuni fu considerata la prima manifestazione di una fase discendente, in cui alla dilatazione delle partiture corrispondeva una dispersione del materiale musicale e una involuzione ideologica delle tematiche trattate. E’ il primo dei poemi sinfonici di Strauss a estendersi per una lunga durata e a comportare forti connotazioni ideologiche, apparendo una delle più importanti partiture dell’intero ciclo. L’omonima opera letteraria di Nietzsche risale agli anni tra il 1883 e il 1885, con sottotitolo “Un libro per tutti e per nessuno”, espressione con la quale egli intendeva riferirsi alla scelta di creare uno scritto filosofico capace di operare una riforma chiarificatrice nell’esposizione, sottraendo il contenuto filosofico a un linguaggio tecnicistico. Si tratta dell’opera di Nietzsche che tratta la morte di Dio, concetto ripreso dalla “Gaia Scienza”, ovvero il progressivo distacco dell’Occidente da Dio, che equivale alla sua uccisione, e che comporta il crollo dell’impalcatura di certezze e credenze che hanno accompagnato l’umanità per duemila anni. Viene espressa l’idea dell’ “Oltreuomo”(Ubermensch), l’uomo nuovo che supera il vuoto di valori perché ha reciso il legame col trascendente, scoprendo il valore della propria natura corporea e terrena, grazie alla forza creatrice che gli permette di sostituire ai vecchi doveri la propria volontà.

MARA MARTELLOTTA

 

Biglietti: da 9 a 30 Euro, in vendita online sul sito dell’OSN Rai e presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino. Informazioni 0118104653.

Biglietteria.osn@rai.it

www.osn.rai.it

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