Ma che freddo fa

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Questa storia del risparmio energetico che sembrava così drammatica, non appare  che lo sia più oggi. Eppure i sindaci impongono orari che a fine novembre sono incompatibili con il buon senso e la tutela della salute pubblica.

Così le stesse persone passano da locali riscaldati a locali praticamente freddi per molte ore al giorno. Anche certe strutture pubbliche sono lasciate al freddo o stranamente  eccessivamente al caldo. Il numero di ore consentito penalizza gravemente bambini, anziani e malati. Ed è strano che nella società liquida dei diritti ad ogni costo nessuno protesti e non rivendichi il diritto alla salute in un momento in cui il Covid sta riprendendo. E’ fuor di dubbio che il dovere di garantire la salute pubblica sia prioritario, specie se consideriamo  che chi gode di un riscaldamento autonomo si regola come vuole. Ci sono interi condomini che non hanno deliberato in modo democratico e chiaro  l’accensione dei caloriferi, delegando la cosa agli amministratori. E nei condomini c’è gente che punta solo al più lercio  risparmio, colpendo i diritti degli altri. E’ una situazione non più tollerabile che un governo serio non può trascurare. Tra la politica della lesina sulla pelle degli altri e il minimo benessere necessario per vivere  deve prevalere quest’ultimo senza eccezioni. E’ strano che in città si  illuminino  obsolete luci di artista che non attraggono più nessuno, e si imponga il  desco deserto e  il focolare  spento. Tornare al clima di guerra  di cui ci raccontavano i nostri nonni o al gelo sovietico del dottor Zivago non penso sia una prospettiva accettabile.
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