“Giochi siderali”, il barocco piemontese suggerisce satelliti e meteore

La mostra di Riccardo Cordero alla Reggia di Venaria sino al 18 giugno 2023

 

“Quale miglior luogo poteva esistere per le mie opere, se non quello dei giardini della Reggia di Venaria. Da anni infatti il mio lavoro trova ispirazione nell’architettura barocca piemontese, in quella dilatazione e contrazione dello spazio, nella contrapposizione quasi matematica di elementi curvi e spezzati che ritengo sia ben visibile nelle mie sculture.” Allora eccole qui, nella mostra curata da Guido Curto e visibile sino al 18 giugno 2023, immerse in un panorama nuovissimo, le nove grandi opere di Riccardo Cordero, realizzate tra il 2002 e il 2020, una sperimentazione che non ha mai cessato di essere tale, armoniosa e pressoché scientifica, un gioco continuo di creazioni, una materialità rilucente di acciaio e bronzo, esempi di linearità svettanti e di curvature che cercano di comporre l’angolo, sculture e monumenti importanti e grandiosi apprezzati lungo le strade torinesi come in tutto il mondo, procedimenti tangibili che derivano da studi su carta, bozzetti e piccoli modelli per prendere vita e forma, corpi che affondano nello spazio. Un lungo percorso quello di Cordero, una strada che giunge dalle prime esperienze informali al pop per orientarsi a partire dagli anni Novanta verso “forme essenziali, iconiche, visionarie”, capaci altresì di guardare indietro alle forme antiche, alle forme di architettura cui il Piemonte è ricco.

 

Albese d’origine, ottantenne, titolare della cattedra della Scuola di Scultura fino al 2002 alla torinese Accademia Albertina di Belle Arti, dove aveva iniziato il proprio percorso artistico, è un nome affermato non soltanto in Italia ma a livello internazionale, negli Stati Uniti ad esempio (è del 1993, in Pennsylvania, per la Lookout Park Foundation, l’installazione “Grande Ferro”) e soprattutto in Cina dove realizza tra l’altro opere come “Cometa” per il Rose Garden Park di Taiwan, nel 2006, e “Meteora” in acciaio per lo Sculpture Park di Shangai (2005-2006). Nel 2021 è tra i vincitori del concorso bandito a Pechino per le Olimpiadi e Paraolimpiadi Invernali. Importanti in egual modo le opere pubbliche nel contesto torinese, dalla GAM (“Disarticolare un cerchio”, 1993) al Parco della Pellerina a Piazza Galimberti (“Chakra”, 2005-2006)

Eccole qui allora le forme che nel vasto spazio di Venaria creano i “Giochi siderali”, asteroidi, meteore, satelliti, orbite siderali a comporre una inattesa costellazione che legittimamente si fonde con la natura che la circonda, una selva di nuove prospettive a perdita d’occhio, poste nel Parco basso lungo il viale tra l’Allea Centrale e il “Potager Royal” e, nel Parco alto, lungo l’Allea di terrazza. Tra le opere esposte, “ET”, del 2007, tre punti ricurvi a poggiare sul terreno e un groviglio di curve spiralate, che s’avvolgono e si liberano per un attimo, sotto la luce dell’esterno arricchita dall’acciaio inox satinato che le forma; e “Asteroidi Siri”, del 2022, un grande cerchio sbalzato e interrotto nella propria uniformità, il colore scuro dell’acciaio corten che signorilmente s’interseca tra quelli naturali di questo paesaggio autunnale.

 

Elio Rabbione

 

 

Nelle immagini: Riccardo Cordero, “ET”, 2007, acciaio inox satinato; Riccardo Cordero, “Asteroidi Siri”, 2022, acciaio corten.

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