Le spoglie di re Arduino riposano in pace ancora oggi nella cappella del castello.
Trasuda di storia, cultura e arte il Castello di Masino, a Caravino, nel canavese, oggi forse più conosciuto per la bellezza del suo parco e per le tante iniziative del FAI (Fondo Ambiente Italia) che non per la sua storia. Eppure giganteggia lì, radioso su quella altura, da oltre dieci secoli, di fronte all’incantevole barriera morenica della Serra di Ivrea circondato da un immenso parco. Fu costruito nel secolo XI dalla nobile dinastia dei Valperga che vanta di discendere da re Arduino, marchese di Ivrea e poi re d’Italia per pochi anni, dal 1002 al 1014. Per mille anni è stata la residenza dei conti Valperga di Masino.
Oggi lo vediamo senza torrioni ma fino al Rinascimento era difeso da alte mura e imponenti torri di avvistamento, una fortezza situata in un’invidiabile posizione strategica attorno alla quale duellarono le grandi famiglie nobili dell’epoca, i Savoia, gli Acaia, i Visconti e gli stessi conti di Masino che si contendevano il castello e parte del Canavese. Nel corso dei secoli i Valperga trasformarono il castello in residenza nobiliare e poi in una elegante dimora di villeggiatura. Nel Cinquecento le fortificazioni furono abbattute per far posto a un grande spazio verde tappezzato di splendidi giardini. Secoli di gloriosa storia narrati dai saloni del maniero, dalle camere per gli ambasciatori agli appartamenti privati con dipinti, oggetti e memorie storiche, dai salotti nobilmente arredati alla biblioteca di oltre 25.000 volumi antichi, dal Museo delle carrozze dei conti Valperga alle terrazze panoramiche sulla piana del Canavese. Spettacolare il Salone che celebra la dinastia dei Savoia, il più grande del castello, che si può ammirare solo da pochi mesi. Dopo tre anni di restauri conclusi ad aprile è stato riportato alla luce il salone di rappresentanza decorato da un ciclo di affreschi di fine Seicento che era nascosto da vari strati di pittura. Gli affreschi presentano vedute paesaggistiche in trompe-l’oeil di 22 città del Piemonte e della Savoia, un fregio con decine di stemmi nobiliari e in cima al camino l’albero genealogico, alto tre metri, della dinastia sabauda a cui i Valperga, e in particolare il conte di Masino Carlo Francesco Giuseppe (1655-1715), erano strettamente legati. E pensare che fino al 2019 il Salone dei Savoia era una galleria di quadri dell’Ottocento con le pareti dipinte di bianco ma sotto la vernice si intuiva già la presenza di un’altra decorazione. Rimossa la vecchia pittura ecco l’eccezionale scoperta e tutto è tornato come nel Seicento. Circonda la rocca un parco romantico con uno dei più grandi labirinti di siepi d’Italia. Fu l’ultimo discendente dei Valperga di Masino, Luigi, a cedere nel 1988 l’edificio al FAI che da allora si prende cura di questo patrimonio storico e culturale investendo ingenti somme per la manutenzione e per aprirlo ai visitatori.
Re Arduino si ritirò a vita privata nell’Abbazia di Fruttuaria a San Benigno Canavese dove morì nel 1015. Le ossa del re d’Italia furono sepolte e riesumate più volte passando da un castello all’altro fino a trovare una sistemazione definitiva nella cappella del castello di Masino. Il maniero, di proprietà del FAI, dista 12 chilometri da Ivrea e 40 da Torino, è aperto al pubblico da mercoledì a domenica dalle 10.00 alle 18.00. Dal 19 dicembre sarà chiuso per la stagione invernale. Filippo Re
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