L’ultima volta del ‘Bike Pride’, nel 2019, erano stati in 13mila a manifestare l’orgoglio di chi utilizza la bicicletta per spostarsi in città. Numeri che certificavano la sempre maggiore presenza della bici nella nostra città, peraltro consolidatasi nel corso dei due anni di pandemia, e “l’occasione per avanzare proposte all’Amministrazione per migliorare lo spazio pubblico della città, la sicurezza delle strade per chi si muove in bicicletta e avvicinare chi lo vorrebbe fare a beneficio della collettività”.
A ricordarlo è Elisa Gallo, presidente di “Fiab Torino Bike Pride” e consigliera nazionale Fiab , nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’undicesima edizione che torna finalmente dopo due anni di stop, domenica 23 ottobre con ritrovo, dalle 14, al Parco del Valentino.
Sarà anche un momento di festa “per invitare i torinesi a riappropriarsi dello spazio pubblico”, ha detto la Gallo. “Viviamo la città. Spazio pubblico, mobilità attiva, benessere” è il messaggio che accompagna la parata cittadina in bicicletta che quest’anno si snoda su un percorso di dieci chilometri.
Lo spazio a disposizione di ogni abitante, all’interno di una città, è per definizione una risorsa scarsa e pertanto preziosa. “Nel corso del 1900 lo spazio pubblico è stato riservato sempre più alle auto: carreggiate, parcheggi, malasosta, assenza di vegetazione e isole di calore – reccontano gli organizzatori del Bike Pride -. Il concetto di cittadinanza – spiegano – si costruisce proprio a partire dallo spazio pubblico come punto di incontro, producendo in chi lo fruisce il senso di appartenenza alla propria città e allo stesso tempo il senso di proprietà e responsabilità collettiva nei confronti di quello spazio”.
A questo, si aggiungono oggi crisi sistemiche: la crisi climatica, provocata dai gas serra, trova una delle sue cause nel traffico automobilistico. L’inquinamento atmosferico che ne deriva provoca danni alla salute umana e agli ecosistemi.
La crescente crisi legata ai problemi di obesità e di malattie cardiocircolatorie vede tra le sue cause la sedentarietà e una crescita della mobilità attiva rappresenta una valida risposta per affrontare alcuni problemi di salute.
Restituire lo spazio pubblico alla persone, cambiando la mobilità urbana, significa restituire a tutti un diritto: allo spazio, all’aria pulita, alla salute, all’indipendenza economica e al benessere.
Per tutti questi motivi la richiesta espressa da Elisa Gallo all’ amministrazione cittadina è”far diventare Torino città a 30 km l’ora, realizzare strade scolastiche davanti a tutte le scuole e una campagna di comunicazione efficace sulla mobilità sostenibile e introdurre i fine settimana di strade aperte. Le infrastrutture però sono solo un pezzetto – sottolinea -, il resto lo fa il cambiamento culturale”.
Proposte sulle quali l’assessora alla Transizione Ecologica, Chiara Foglietta , ha assicurato l’impegno della Città. “Sui limiti a 30 km l’ora – ricorda – stiamo iniziando a valutare dove sia possibile l’inserimento della cartellonistica e da subito ci siamo messi al lavoro sulle strade scolastiche avviandone 10 e ne faremo altre. Alcune saranno in via sperimentale, altre più strutturali. Sulla comunicazione – concorda – la Città deve investire di più anche nel cambiamento culturale, perché al di là dei progetti che possiamo e vogliamo portare avanti, serve un cambio di mentalità”.
Dal raduno fissato davanti all’Imbarchino i partecipanti si muoveranno attraversando porzioni di San Salvano, Vanchiglia, Crocetta e Santa Rita, per poi tornare nel parco. Le strade in questione, durante l’evento, saranno temporaneamente chiuse al traffico; parliamo di corso Massimo, corso Cairoli, corso Regina, corso Duca degli Abruzzi, corso Unione e corso Dante. Si passerà anche da Rondò Rivella, dove lo scorso giugno un ciclista perse la vita dopo essere stato travolto da una volante della polizia. Alle 19, nel parco, la giornata di chiuderà con un concerto del gruppo Gt trio.
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