Di Pier Franco Quaglieni
Incontrai l’ultima volta l’amico prof. Mario Fulcheri, quando nella chiesa di San Massimo ricordai il comune amico prof. Donato Munno ,mancato improvvisamente. Non ci si vedeva da anni, malgrado fosse stato un preziosissimo e qualificato collaboratore delle iniziative scientifiche del Centro Pannunzio quando era l’atto nascente della Università di Torino.Oggi sono molto rammaricato di non poter partecipare alle sue esequie a Vicoforte. In tempi successsivi scoprii anche l’amicizia con suo Padre, l’ing. Giuseppe Fulcheri, rimpianto assessore alla cultura della Regione Piemonte, uomo libero e liberale e grande gentiluomo. Ma i rapporti con il padre rimasero sempre distinti rispetto a quelli con il figlio, come e ‘ tradizione dei liberali che tengono sempre separati i ruoli pubblici da quelli privati.
Poi ad un certo punto Mario Fulcheri, assorbito dai suoi sempre maggiori impegni accademici dovette ridurre i suoi rapporti con il Centro Pannunzio con grande dispiacere per suoi uditori e soprattutto le sue uditrici che lo stimavano per la straordinaria chiarezza, il suo fascino intellettuale e la sua simpatia umana. Io stesso finii di distaccarmi gradualmente da un amico prezioso
Sono addolorato per la sua morte crudele e inaspettata, ma voglio ricordare che Mario aveva proseguito brillantemente come professore ordinario la carriera all’Universita’ di Pescara.
Non era uomo facile a piegarsi al conformismo e nel mondo degli psichiatrici, dominati dalle lobby ,in primis quella di Basaglia la cui riforma ha provocato tanto danno, era difficile rimanere se’ stessi. Mario come il suo amico Donato seppero mantenere la schiena diritta. Io una volta parlai di lui con il mio amico Mario Tobino fermo avversario di Basaglia che fu largo di elogi per Fulcheri. Fui anche amico di Pier Maria Furlan, un’amicizia personale che andava oltre , anche contro il mio sostanziale dissenso su Basaglia. Se la sua splendida, esemplare carriera universitaria Fulcheri l’ha conclusa a Pescara , ci sono dei motivi e riguardano lo spirito libero di Mario, un chierico che non ha tradito.
Grazie Mario, per il tuo nobile esempio di indipendenza. Sembravi, quando ti conobbi, un po’ play – boy molto amato dalle donne ,ma tu hai saputo dare a tutti noi una grande lezione morale su come si debba essere e fare il professore universitario, senza cedimenti alle mode e ai piccoli interessi di carriera. Nella nostra generazione siamo stati in pochi. Ma non ci pentiamo delle scelte che tu hai praticato con coraggio.