Sviluppare sensibilità e competenze sulla tematica della violenza sessuale e di genere, partendo dalle diverse esperienze professionali e di formazione dei partecipanti: con questo obiettivo è stato realizzato il percorso formativo per le operatrici e gli operatori delle Forze dell’Ordine di Torino (Carabinieri, Polizia di Stato e Polizia Municipale) che operano in front line ed entrano direttamente in contatto con le donne maltrattate. I risultati del progetto sono stati presentati e discussi questa mattina nell’incontro ‘Forze dell’ordine e violenza di genere’ ospitato nella sala Bobbio, via Corte d’Appello 16.
L’iniziativa è stata promossa dall’assessorato ai Diritti e alle Pari opportunità della Città di Torino raccogliendo le sollecitazioni del Coordinamento contro la violenza sulle donne (CCVD) – rete di soggetti pubblici e privati che lavora per promuovere una cultura del rispetto e della parità, per tutelare i diritti fondamentali delle donne e offrire loro sostegno e aiuto in ambito sanitario, psicologico, socio-assistenziale e legale – e realizzata dal Dipartimento di Culture Politica e Società e dal Centro Interdisciplinare di Ricerca e Studi delle Donne e di Genere (CIRSDe) dell’Università di Torino, sotto la direzione scientifica delle professoresse Norma De Piccoli e Paola Maria Torrioni.
Percorsi formativi sulla violenza di genere sono importantissimi, soprattutto per gli operatori che accompagnano le donne nella raccolta di segnalazioni e denunce, sottolinea l’assessore ai Diritti e alle Pari opportunità della Città di Torino. La partecipazione numerosa delle operatrici e degli operatori è una testimonianza tangibile della collaborazione e dell’impegno tra le istituzioni. Il raccordo tra Comune, Università e Forze dell’Ordine ha messo in rete saperi, esperienze e buone pratiche che fanno di Torino una città all’avanguardia sui questi temi.
Tra il mese di novembre 2021 e il mese di maggio 2022, 9 gruppi (3 per ciascun corpo delle Forze dell’Ordine) hanno seguito un percorso formativo sul tema della durata di 12 ore, condotto da esperte ed esperti, secondo una modalità partecipata. Alla formazione hanno preso parte complessivamente 207 operatrici e operatori e sono state erogate oltre 100 ore di formazione.
Partendo dallo studio di casi concreti, dalla narrazione e condivisione delle esperienze e dalle esercitazioni pratiche role playing il percorso formativo è stato mirato a destrutturare gli stereotipi sulle donne, sulla violenza di genere e sulle rappresentazioni negative e squalificanti. A riconoscere il maltrattamento e la violenza di genere, fornendo strumenti per accogliere ed ascoltare le donne; a saper valutare i rischi che la donna corre e a valutare le conseguenze della violenza sui minori. E ancora: ad aumentare la consapevolezza del proprio ruolo e della propria responsabilità e ad apprendere le modalità con cui entrare in rete con i servizi dedicati.
La valutazione generale degli incontri da parte dei partecipanti è stata molto positiva: la maggior parte si è dichiarato soddisfatto dei contenuti proposti e ha segnalato la necessità di rendere periodici gli incontri di aggiornamento. Su alcune tematiche è stato richiesto un maggiore approfondimento: le dinamiche psicologiche nel rapporto con la vittima, la violenza su minori, la violenza su donne straniere, gli aspetti giuridici e legislativi, la violenza nelle coppie same-sex.
Oltre all’attività di formazione sono stati inoltre raccolti 703 questionari (39% donne e 61% uomini) per rilevare la frequenza con cui i/le partecipanti svolgono attività di contrasto alla violenza, la presenza di stereotipi e pregiudizi di genere e le rappresentazioni della violenza. Il 24% di coloro che hanno risposto si è occupato frequentemente, almeno una volta al mese, di casi di violenza di genere (segnalazioni, interventi a domicilio, denunce o tentativi di denunce, telefonate) e il 28% ha seguito almeno un caso analogo nel corso degli ultimi dodici mesi. Nove interventi su dieci hanno riguardato donne vittime di partner o ex partner, mentre in un caso su tre si è trattato di uomini nella stessa situazione. Circa la metà del campione ha frequentato almeno una volta, in qualità di partecipante, a iniziative di informazione o formazione sulle procedure di intervento nei casi di violenza di genere contro le donne, con una quota ampia di personale che, invece, non ha avuto finora occasione di partecipare a eventi dedicati.
Per quanto riguarda stereotipi e pregiudizi di genere, le risposte sono in linea con quanto emerge da altre ricerche condotte su popolazioni differenti, a conferma del permanere degli stereotipi di genere nella nostra società e di come sia complesso coglierne le diverse sfumature. Su questo fronte le donne che hanno risposto hanno posizioni più marcate e nette nel prendere le distanze da modelli tradizionali e asimmetrici di concepire il rapporto tra uomini e donne.
A fronte di queste riflessioni, e anche in considerazione di quanto è stato riportato da coloro che hanno partecipato al percorso formativo, si valuterà la possibilità di ulteriori percorsi, sia per sensibilizzare coloro che non hanno preso parte alle edizioni che si sono concluse, sia per coloro che, pur avendo acquisito un’esperienza professionale di lungo corso, ritengono necessario poter disporre di momenti di confronto e condivisione.
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