“Tempora mutantur”, secondo concerto di primavera

L’Orchestra Polledro impegnata al teatro Vittoria martedì  5 aprile, nell’ambito della rassegna musicale 

 

Sarà  la musica di Wolfgang Amadeus Mozart protagonista del secondo concerto di primavera in programma martedì  5 aprile prossimo, alle 21, al teatro Vittoria, con l’Orchestra Polledro, nell’ambito della rassegna “Tempora mutantur”.

Sul podio Federico Bisio, direttore stabile d’orchestra, e primo oboe il maestro Carlo Romano, già primo oboe dell’Orchestra della RAI.

In programma la Serenata in Si bemolle maggiore KV 361 denominata  “Gran Partita”, con  Carlo Romano come oboe.

La Serenata n. 10 in Si bemolle maggiore K 361, nota anche come “Gran Partita”, fu probabilmente eseguita il 23 marzo 1784 nell’ambito di una “academie” del clarinettista Anton Stadler, presso il National Hoftheater di Vienna. Un articolo uscito in quell’occasione sul Wiener Blattchen annunciava di “un importante concerto di musica per fiati di un genere particolare, composto dal signor Mozart”.

Il resoconto di Gabriel Wilhelm Steinfeld conferma  che si doveva trattare della “Gran partita”, titolo non originale, ma apposto da mano ignota sul manoscritto  il quale, dopo un passaggio di proprietà, divenne accessibile agli studiosi solo dopo il 1942.

Notizie certe di una esecuzione della “Gran Partita” ci conducono a Vienna nel 1784, quando quattro movimenti della Serenata furono eseguiti  dalla Harmonie, gruppo di fiati di un’orchestra, della Corte imperiale su iniziativa del clarinettista Anton Stadler.

Questa composizione, il cui manoscritto è conservato presso la Gertrude Clarke Whittall Foundation Collection, nella Libreria del Congresso a Washington, si discosta dal tema galante che risultatipico di molte serenate mozartiane precedenti. Questo brano prevede ben tredici strumenti, di cui dodici a fiato e contrabbasso, e rappresenta la più ampia e complessa delle opere di questo compositore. La presenza del contrabbasso ha lo scopo di rendere piena e corposa la linea del basso e, per questo motivo, non è  corretto riferirsi a questa composizione come Serenata per tredici strumenti a fiato. La partitura originale non prevedeva la sostituzione del contrabbasso con il controfagotto; per la prima volta in una partitura di Mozart compare il corno di bassetto, un particolare tipo di clarinetto che suona una quinta sotto e che verrà utilizzato da Mozart anche ne “Il ratto del serraglio” e nel Concerto K 622, per il suo timbro  più scuro e pastoso rispetto al clarinetto classico.

Nel catalogo mozartiano la Gran Partita occupa una posizione di particolare rilievo per la grandiosità  della sua struttura formale, che conta ben sette movimenti, per la felicità dell’invenzione melodica  e armonica, oltre che per l’originalità dell’organico strumentale. Al complesso tradizionale di due oboi, due clarinetti, due fagotti e due corni, Mozart aggiunse una seconda coppia di corni, il contrabbasso e due corni di bassetto, che fanno per la prima volta la loro comparsa nell’opus mozartiano.

L’impianto, che è quello della Serenata, presenta il primo movimento, un Largo, che si apre con un’introduzione lenta, quasi sinfonica, che verrà  utilizzata poche altre volte dal musicista. L’introduzione così lenta in una Serenata risulta un aspetto piuttosto insolito, mentre sarebbe più usuale ritrovarla in una sinfonia o un in un quartetto.

L’Allegro molto, successivo, è  costituito da un solo tema che si sviluppa nella capacità  di dialogo tra i vari strumenti; i successivi sono due Minuetti con trii, che evocano melodie popolari. Tra di loro è racchiuso il celebre Adagio, che costituisce il punto più elevato della composizione e uno dei vertici della musica mozartiana sia per la ricercatezza del suono sia per la dolcezza della melodia e per la sua novità strutturale. Una sola coppia di corni sostiene e accompagna ora l’oboe, ora il clarinetto, ora il fagotto. Una Romanza anticipa il Tema con variazioni, in cui Mozart di volta in volta aggrega timbri strumentali.

Il finale è affidato a un Rondò. Allegro molto è un brano di grande colore, simile a una marcia, dove trova un’efficace espressione lo spirito gioviale e allegro del compositore, trattenuto solo da un uso contenuto del volume degli strumenti.

MARA MARTELLOTTA 

Ente organizzatore:

Orchestra da Camera Giovanni Battista Polledro

info@orchestrapolledro.eu

Biglietti in prevendita 15 euro su www.ticket.it

20 euro la sera del concerto presso il Teatro Vittoria, via Gramsci 4, a Torino, a partire dalle ore 20.

Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo Precedente

I migliori posti dove fare colazione in Vanchiglia a Torino 

Articolo Successivo

Sanità Nursing Up: infermieri ancora sul piede di guerra

Recenti:

IL METEO E' OFFERTO DA

Auto Crocetta