Piazza Federico II a Jesi domenica mattina è deserta e silenziosa.
Non ci sono bar o ristoranti, il portone della cattedrale è aperto per accogliere più tardi i fedeli, i palazzi antichi che si affacciano sulla piazza sono chiusi e dall’aspetto decadente ma ricco di fascino come la storia che stiamo per raccontare. C’è una grande tenda bianca in piazza, si scorgono ombre all’interno e si sentono le voci concitate di donne cortigiane che aiutano Costanza d’Altavilla a mettere al mondo suo figlio, Federico II, che secondo la tradizione nacque nella piazza centrale di Jesi, nella parte più alta della cittadina marchigiana circondata da mura medioevali. È il 26 dicembre 1194. Jesi esulta ma chi è nato davvero in quella fredda giornata, si domanda il popolo jesino. Il figlio di un macellaio, il figlio del diavolo, l’anticristo annunciato dalla Bibbia o forse più saggiamente lo Stupor Mundi che muterà il corso della storia. Lo svevo, imperatore e re, ma soprattutto uomo di pace come campeggia nella targa celebrativa che i cittadini di Jesi gli hanno dedicato nella piazza a lui intitolata. Ancora oggi Federico e la sua piazza fanno discutere. Si parla, si litiga, si spostano fontane, leoni, obelischi e monumenti. Guelfi contro ghibellini, filo-papali e filo-imperiali, come una volta. Si fanno perfino referendum come quello sulla statua del sovrano. A suo tempo collocata all’esterno della cinta muraria jesina la statua è stata oggetto di un voto referendario per sistemarla in un altro luogo della città e alla fine è stato deciso di spostarla dentro le mura, davanti al museo. La statua di Federico II ora si trova al suo posto, in piazza di fronte al Museo Federico II Stupor Mundi inaugurato tre anni fa per raccontare la vita, la dinastia e le imprese dell’imperatore siculo-germanico. Il Federico II è il primo museo a rievocare il meraviglioso mondo del sovrano attraverso un lungo viaggio nel tempo tra i comuni italiani, il Papato, il regno di Sicilia e la Terrasanta, attraverso installazioni interattive e sofisticate tecnologie di animazione, filmati e documentari, ricostruzioni sceniche e architettoniche, dipinti, disegni, miniature, codici e mappe.
Il visitatore si immerge nelle atmosfere del Duecento accompagnato da mari tempestosi, galee stipate di uomini armati e pellegrini, battaglie, passioni e musiche medioevali. In 16 sale sembra di vivere in prima persona ogni istante dell’esistenza dell’imperatore, partecipare alle spedizioni militari e alla vita di corte nonché entrare nei suoi castelli disseminati in gran parte della penisola. La penultima sala ripercorre le fasi della sua vita privata con i suoi matrimoni, le sue donne e le tragiche vicende dei suoi eredi. Sul destriero un cavaliere teutonico fa buona guardia, sullo sfondo la stretta di mano tra l’imperatore cristiano e il sultano. Il sovrano è Federico II di Svevia, il sultano d’Egitto e Siria è al-Malik al-Kamil, lo stesso che incontrò Francesco d’Assisi in terra egiziana. Mentre i crociati andavano a combattere in Terra Santa per liberare i luoghi santi Federico II cercava la pace con i nemici musulmani e la stessa cosa fece Francesco con Al Kamil. Il coraggioso francescano non risolse nulla ma dimostrò che con gli altri, così diversi da noi, si poteva dialogare senza usare le armi mentre Federico firmò la pace con il sultano che fece tornare i cristiani a Gerusalemme. Pace per almeno dieci anni. Nell’ultima sala, come recita la didascalia che pone fine al viaggio virtuale, “i visitatori scopriranno le due opposte definizioni con cui Federico è entrato nella storia: Stupor Mundi e Anticristo. Entrambe portarono alla nascita del mito della sua straordinaria figura”. Federico II è amato e stimato in Italia. I fiori freschi non mancano mai ai piedi del suo sarcofago nella cattedrale di Palermo. Il Museo, ospitato nel Palazzo Ghislieri in piazza Federico II, è aperto tutti i giorni, lunedì è chiuso. Per visitarlo si può telefonare ai seguenti numeri: 0731 084470 – 348 775 7859 Filippo Re
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