Oggi tutti fotografano. Basta poco. Un cellulare e via. Ma c’è chi ancora della fotografia riesce a fare una professione e, prima ancora, una passione.
Vincenzo Solano fotografa per una testata di Torino, città in cui vive, anzi, “che vive”. Oggi ci propone uno scatto, che a parer mio restituisce la “magia” della fotografia, che l’abuso di tecnologia ci ha rubato. In bianco e nero, per esaltare le linee dell’armoniosa geometria dello scatto, gioca sui piani percettivi, prima sensoriali, poi psicologici: il tempo è il vero protagonista di questa fotografia.
L’orologio in cima, a marcare il tempo, è sovrastato da una impalcatura che denota dei lavori in itinere, quasi a segnarne l’ineluttabile eternità fissata in un istante. Le automobili a destra e a sinistra, sembrano essere lo stesso veicolo, che entra ed esce da uno spazio chiuso, circolare, che tanto piacerebbe a chi adora l’effetto Pac Man.
La sfera in primo piano si staglia sulla prospettiva appiattita della parete in cartone, restituendo la suggestione di uno spazio bidimensionale, su cui tutto scorre. In questo scatto, la terza dimensione non è la profondità, ma il tempo.
Ivo De Blasi
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