L’ACCADEMIA CORALE STEFANO TEMPIA 1875 IN COLLABORAZIONE CON ITINERARI IN MUSICA PROPONE
LA ROUTE ROYALE DELL’ARTE E DELLA MUSICA –
“EVENTI MUSICALI E ITINERARI D’ARTE NELLE TERRE DEI SAVOIA”
UN PERCORSO MUSICALE INTERNAZIONALE
PER LA VALORIZZAZIONE DEI BENI CULTURALI DEL TERRITORIO
Per informazioni soloclassica@gmail.com
Tel. 011 020 98 82
in occasione delle Giornate del Patrimonio
26 SETTEMBRE
DOPPIO SPETTACOLO ORE 11 e alle ORE 15
Palazzo Carignano – Via Accademia delle Scienze 5 Torino
Albinoni e l’ambiente veneziano nel 350° della nascita
Ensemble Trigono Armonico
Maurizio Cadossi, violino
Claudia Monti, violino
Marco Angilella, violoncello
Valentino Ermacora, clavicembalo
Tomaso Albinoni (1671-1751)
Sonata XII in si bemolle maggiore per due violini e b.c. op.1 (1694)
Antonio Vivaldi (1678-1741)
Sonata VI in sol minore per due violini e basso continuo op. 5 (1716)
Alessandro Marcello (1673-1747)
Sonata IV in la minore per violino e basso continuo (1738)
Tomaso Albinoni
Sonata VII in re maggiore per violino e basso continuo (1712)
Improvvisazione su tema di Tomaso Albinoni per violino e clavicembalo
Antonio Caldara (1670-1736)
Sonata III in re maggiore per due violini e basso continuo op. 2 (1699)
ALBINONI E L’AMBIENTE VENEZIANO NEL
350° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA
giovanni tasso
Il 350° anniversario della morte di Tomaso Albinoni costituisce l’occasione ideale non solo per riscoprire la vasta produzione di questo autore – oggi oscurato dalla fama del suo contemporaneo Vivaldi – ma anche per riconsiderare il vastissimo repertorio strumentale che fiorì nella Serenissima nella prima metà del XVIII secolo. In effetti, nonostante la loro altissima levatura artistica molti autori come Benedetto e Alessandro Marcello e il successivo Baldassare Galuppi continuano a godere di una notorietà che spesso – fatti salvi alcuni lavori – non si spinge oltre le non troppo folte schiere di appassionati del Barocco. Lo stesso Albinoni è passato alla storia per un solo brano, l’abusatissimo Adagio in sol minore per archi e organo, che peraltro non è nemmeno suo, visto che venne composto nel 1958 “à la manière de” dal musicologo Remo Giazotto.
Nato nel 1671 in una abbiente famiglia veneziana, Albinoni era solito definirsi “musico di violino dilettante veneto”, perché ai suoi tempi la professione artistica era ritenuta poco confacente con uno status sociale elevato, una scelta che del resto negli stessi anni venne presa anche dal patrizio Benedetto Marcello. Questa posizione non impedì però ad Albinoni di dedicarsi alacremente alla musica per tutta la sua vita, come si può facilmente notare dalla sua vastissima produzione, che conta undici raccolte di sonate e concerti date alle stampe nell’arco di 45 anni, oltre 40 cantate per voce e basso continuo e una cinquantina di opere serie, tuttora in attesa di essere riscoperte. Albinoni venne apprezzato dai suoi contemporanei soprattutto per le sue opere strumentali, basate su una impeccabile struttura formale e pervase da una intensa vena melodica, che veniva spesso affidata al violino e all’oboe, strumento quest’ultimo che iniziò ad assumere una dimensione solistica proprio grazie ai suoi Concerti op. 7 e op. 9. Il valore dell’ispirazione di Albinoni trova piena conferma nel fatto che il giovane Bach studiò a fondo le sue opere e ne trascrisse per organo almeno una, il Concerto in sol minore BWV 983.
Il programma di questo concerto consente di farsi un’idea molto chiara dell’evoluzione dello stile di Albinoni, grazie alla presenza di due opere scritte a quasi vent’anni di distanza l’una dall’altra, la Triosonata in si bemolle maggiore op. 1 n. 12, brano concepito secondo il modello della sonata da chiesa (ossia con una doppia alternanza di movimenti lenti e veloci), con il quale nel 1694 l’appena ventitreenne Albinoni si affacciò sul panorama musicale veneziano, e il ben più maturo Trattenimento armonico per camera op. 6 n. 7, pubblicato nel 1712.
A questi due brani di Albinoni fanno corona altre tre belle pagine, la Triosonata op. 5 n. 6 RV 72 di Antonio Vivaldi, data alle stampe nel 1716 dalla celebre casa editrice di Amsterdam Jeanne Roger, la Triosonata in re maggiore op. 2 n. 3 di Antonio Caldara, autore che seppe affermarsi nelle tre capitali culturali più raffinate della sua epoca, vale a dire Venezia, Roma e Vienna, al punto da essere considerato dai suoi contemporanei uno dei musicisti più autorevoli della sua epoca, e la Sonata quarta di Alessandro Marcello, fratello maggiore del citato Benedetto, che abbinò a una intensa carriera politica e amministrativa (svolse tra le altre cose importanti incarichi diplomatici in Oriente e fu membro sia del Maggior Consiglio sia del Consiglio dei Quaranta, due delle istituzioni di maggior rilievo della Repubblica di Venezia) una brillante attività musicale, che lo vide spesso celato sotto lo pseudonimo arcadico di Eterio Stinfalico. Oggi questo compositore di grande talento e dai molteplici interessi artistici è conosciuto quasi esclusivamente per il suo Concerto in re minore per oboe, archi e basso continuo, che venne prima trascritto da Bach (BWV 974) e oltre due secoli più tardi fu inserito nella colonna sonora del film Anonimo veneziano diretto da Enrico Maria Salerno.
Trigono Armonico
Convinti che i suoni della musica antica (ma non i metodi e la ricerca) siano fatalmente irrecuperabili alle sensazioni e all’orecchio, e che qualsiasi filologia non possa che essere rivolta alla percezione del presente, i membri del Trigono Armonico praticano un lavoro di ricerca e di interpretazione che possa dar ragione del passato in quanto avvertito e vissuto oggi. In questo senso le diverse e molteplici esperienze maturate dai vari componenti offrono punti di vista che permettono di affrontare con soluzioni mai univoche la varietà di problemi e situazioni che i singoli autori di musica antica propongono di volta in volta. Queste ottiche diverse collaborano al lavoro di ricerca del gruppo che, partendo dall’enorme scrigno musicale dell’epoca farnesiana, si proietta alla riscoperta di pagine e autori di musica antica italiana, in particolare quelli operanti nell’area lombardo-emiliana sei-sette – ottocentesca, che possano illustrare la varietà del mondo sonoro di quei secoli, e la sua validità emozionale rimasta intatta anche per gli ascoltatori contemporanei. Dimensione emozionale che si pone come l’iniziale pretesto per rivivificare ed attualizzare, attraverso una visione storicamente corretta, tale realtà che affonda le radici in un contesto culturale assai vario.
Cadossi Maurizio
Nato a Parma nel 1964 dove si è brillantemente diplomato in violino e viola presso il Conservatorio “Arrigo Boito”. Ha frequentato nel 1984 i corsi di alto perfezionamento tenuti da Henrik Szeryng presso il Conservatorio di Ginevra, per perfezionarsi successivamente con Renato Zanettovich (Scuola di Musica di Fiesole), Gigino Maestri e Franco Claudio Ferrari. Da sempre attento alla musica barocca si è altresì diplomato in violino barocco presso la Civica Scuola di Musica di Milano. Particolarmente attivo in ambito cameristico deve la sua formazione ad Elisa Pegreffi e Franco Rossi, membri del celebre Quartetto Italiano, per il quartetto d’archi, al fondatore del Trio di Trieste Dario De Rosa e al violinista Giuliano Carmignola per quanto riguarda la Musica da camera. Premiato in diverse rassegne musicali internazionali ha tenuto concerti, sia in veste di solista che nel ruolo di camerista, affrontando un repertorio che va dal tardo Rinascimento alla Musica di oggi, in tutta Italia nell’ambito di importanti festival e rassegne: Teatro Regio di Parma, Teatro Verdi di Trieste, Estate Musicale Senese, Bologna Festival, Stagione RAI di Milano, Autunno Musicale di Como, Accademia Filarmonica Romana, Festival Barocco di Viterbo, Teatro Massimo di Palermo, Ravenna Festival, Festival Monteverdi di Cremona, Settimane Musicali di Stresa, Festival Lodoviciano di Viadana, Festival MITO, Amici della Musica di Firenze, Amici della Musica di Pistoia, I Concerti del Quirinale, Antiqua di Accademia del Ricercare, ecc.; in tutta Europa: Parigi, Lisbona, Porto, Vienna, Praga, Monaco di Baviera, Barcellona, Palma di Majorca, Santander, Amsterdam, Bruxelles, Nizza, Basilea, Lucerna, Ginevra, Lugano, Düsseldorf, Linz, ecc.; Stati Uniti (New York, Palazzo dell’ONU, Washington, Baltimora, Athens, ecc.) Canada, Messico (Festival Cervantino, ecc.), Sud America (Teatro Colon di Buenos Aires, ecc.) e Giappone (esecuzione delle Quattro Stagioni di Vivaldi alla Concert Hall di Kyoto, ecc.) Ha collaborato con artisti come G. Carmignola, M. Brunello, U.B. Michelangeli, G. Garbarino, A. Lonquich, G. Bernasconi, F.M. Bressan, S. Montanari, M. Crippa, C. Bartoli, K. Ricciarelli, J. Galway e altri. È primo violino dell’Orchestra Sinfonica di Savona dove compare tra i fondatori dell’Ensemble Voxonus, gruppo strumentale con strumenti originali nato all’interno dell’orchestra stessa.
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