IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Chi scrive è stato l’unico a parlare in una sede pubblica il 20 settembre 2020 in occasione del Centocinquantesimo anniversario della Breccia di Porta Pia che portò a Roma capitale.
Parlai nell’Aula del primo Parlamento italiano a Palazzo Carignano di Torino ,mentre nessuna autorità nazionale o locale ritenne di ricordare una data importante del nostro Risorgimento. Ne parlai con rigore storico senza le sbavature anticlericali che hanno connotato certi ricordi obsoleti di una data che venne collegata al rogo di Giordano Bruno al Campo de’ Fiori. Colsi l’occasione per parlare del Risorgimento e di difenderne il valore storico dagli attacchi soprattutto di una sinistra estranea e contraria al Risorgimento che prende per oro colato le critiche In verità molto frettolose e ideologiche di Gobetti e di Gramsci alla pagina più importante della storia italiana , come disse Croce che parlò di Sorgimento. Oggi l’anticlericalismo appare un discorso obsoleto privo di senso, se consideriamo la Chiesa cattolica di oggi. Il primo nemico del clericalismo è Papa Francesco e certi atteggiamenti laicisti sono comprensibili solo in ultracentenari come Bruno Segre che vivono rivolti al secolo scorso, se non all’800. Pannella che scelse di andare in piazza San Pietro ad ascoltare il Papa, aveva abbondantemente superato l’anticlericalismo del passato.
Oggi le minacce alla libertà vengono da un altro clericalismo, quello del fondamentalismo islamico. Il mio pensiero in questo XX settembre è rivolto a Kabul e alla strage di libertà e di diritti fatta dai talebani . Il mio pensiero preoccupato è rivolto al possibile terrorismo islamico che potrà presto riprendere a minacciare l’ Europa le cui radici sono laiche e cristiane e che oggi sono totalmente dimenticate o trascurate. Contro un’Islam arrogante che dalla Turchia all’Afghanistan minaccia la laicità come rispetto per tutte le idee e tutte le fedi, che nega i diritti delle donne in modo violento, va rivolta la nostra attenzione. Celebrare i mangiapreti ottocenteschi o novecenteschi appare una mancanza di realismo politico e di senso storico che riduce una ricorrenza storica ad un rituale che non ha più senso.
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