IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Lo storico medievalista di Vercelli Alessandro Barbero, non contento delle continue scorribande in territori storici non di sua competenza, adesso diventa anche un profeta, parlando di COVID e di Green Pass con il solito logoro manifesto di intellettuali in cui i medesimi si sottraggono, come professori e quindi pubblici dipendenti, all’obbligo del Green Pass.
Un manifesto che si potrebbe definire corporativo. Non ho più risposto di recente sul tema delle foibe a Barbero che ho la colpa di aver contribuito a far conoscere quando era un modesto professorino di Pinerolo e non esibiva davanti a me la gloriosa tessera del PCI firmata da Berlinguer oggi ostentata come una reliquia . Ho chiuso il discorso con lui in un capitoletto a lui dedicato nel mio ultimo libro e non intendo riaprire il discorso oggi che, seguendo il suo degno compare Montanari, contesta il giorno del ricordo del 10 febbraio vedendolo come una risposta di stampo fascista alla giornata della memoria. Barbero dimentica perfino che quel giorno venne votato dal pds e sostenuto da Violante e Fassino. Ma forse ha l’attenuante che nel 2004 ,quando venne istituito il giorno del ricordo, forse egli si occupava solo di Medio Evo e non seguiva più la politica, essendo ormai un orfano inconsolabile del suo amato PCI. Non posso tuttavia non ricordargli che il 10 febbraio è la data del Trattato di pace che privò l’Italia dei suoi territori dell’Adriatico Orientale è una data infausta della nostra storia imposta dalla sinistra per votare il giorno del ricordo: un compromesso all’italiana anche sulle vittime delle foibe. Non è il caso di attenzionare ulteriormente Barbero , ma non si può non condannare con tutta la durezza necessaria l’ennesima comparsata mediatica sul Green Pass che è stata condannata persino da Gramellini il quale ha definito ipocrita la posizione del Vercellese. Barbero e i suoi colleghi che condannano il green pass si credono dei cittadini speciali in diritto di ribellarsi alle norme sancite da un governo democratico che gode della fiducia del Parlamento. Forse essi vedono il Green pass come il giuramento imposto ai professori dal Fascismo, mentre si rivelano soltanto dei cittadini poco responsabili. I professori dovrebbero dare per primi l’esempio. Innanzi tutto si loro studenti. Certi manifesti ci portano a pensare, seppur in tempi e contesti differenti, ai documenti degli anni 70 che armarono la mano agli assassini del commissario Calabresi. Chissà cosa penserebbe di Barbero il suo maestro Giovanni Tabacco che era un uomo pacato e uno scienziato che non cercò mai visibilità. Una volta che venne a parlare al Centro Pannunzio, si stupì molto di un mio invito a Barbero. Aveva ragione. Mille volte ragione. Una volta o l’altra scriverò cosa mi disse.
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE