Il nuovo studio di Armano Luigi Gozzano si concentra sulla araldica e sul cognome della ricca famiglia di Luzzogno che incredibilmente seppe crearsi una posizione sociale di rilievo e potere economico durante la seconda guerra del Monferrato (1628-1631),che le permise di assumere e fregiarsi di uno stemma come segno distintivo verso il riconoscimento nobiliare.
La loro immagine é stata analizzata con gli stemmi dei palazzi Gozzani di Casale Monferrato, castello Gozzani di San Giorgio Monferrato,Cabreo di Giovanni Gozano del 1663, archivio della Slovenia del 1817, Stemmario della Valle Strona del 1995 del nobile Maurizio Bettoja.Questa importante famiglia era già qualificata nel 1500 come “Dominus” sul Fondo Notai del Monferrato,
“Gran Signore” nel 1600 sui registri di Cereseto Monferrato, “Nobilissima e Illustre” nel 1600 da Don Felice Piana su “La Valstrona e Luzzogno” di Don Celso de Giuli del 1959. Queste qualifiche venivano attribuite ai ceti dominanti,i quali potevano permettersi di costruire palazzi eleganti,chiese con altari propri, cappelle votive con banchi di preghiera in giuspatronato.Lo stemma primordiale di questa casata é visibile sul ritratto di San Carlo Borromeo,di autore sconosciuto,nella chiesa sussidiaria di Santa Marta di Luzzogno,di fronte alla loro casa risalente al 1500.
In parte coperto dalla cornice, rappresenta un’arma avente come elemento parlante il gozzo pronunciato di giovane bianco alludendo al nome della famiglia,con giglio d’argento e fascia scaccata obliqua.La prima variante avviene sullo stemma feudale della Valle Strona,dove la testa di giovane bianco viene sostituita dalla testa di giovane negro, più elegante e aristocratica con benda sulla fronte senza fascia scaccata.Lo stemma di Varallo viene arricchito dalla fascia scaccata trasversale, riprodotto anche su un piatto di Savona della Pinacoteca di Varallo, proprietà del Conte Carlo Dal Pozzo.
L’enorme patrimonio definito il più grande di sempre del Monferrato fu accumulato dall’ intraprendente Giovanni Gozano detto il giovane (1594-1676), negoziante di ferrame,
argento,armi e armature per gli eserciti,in società con il cugino Giovanni Gozano detto il vecchio nella loro bottega di Casale Monferrato, utilizzando come magazzino una
ex caserma militare.Durante la guerra di successione di Carlo Nevers al Ducato di Mantova e del Monferrato ebbe una idea geniale:con una rischiosa azione speculativa ritirò a basso costo le monete stampate durante l’assedio spagnolo di Casale, approfittando del fatto che molti civili e militari francesi , comandati dal maresciallo Toyras,non le accettavano temendo che non
avrebbero avuto più alcun valore.La pace stipulata a Ratisbona nel 1630 stabilì che Casale e Pinerolo venissero cedute alla Spagna,e Giovanni riuscí nel suo intento: riscattò dai francesi il valore nominale delle monete. Divenuto ricchissimo,acquistò il feudo di San Giorgio Monferrato diventandone Conte,e generò dalla prima moglie la linea di San Giorgio e dalla seconda moglie la linea di Treville.
Sulla testata del Cabreo da lui commissionato contenente le prime proprietà monferrine, autentificato dal notaio Nani della Collegiata di Ozzano Monferrato e agente del castello Gozzani di San Giorgio,le inquartature dello stemma sono identiche a quello di Varallo con l’aggiunta di piuma sul capo e fascia sul collo.Sui tanti feudi rappresentati nel suo interno,la sagoma della cornice é sempre diversa.Gli altri due Cabrei del 1748 e del 1767 non sono ancora stati recuperati. Nell’elegante palazzo Treville di Casale edificato tra il 1710 e il 1740 dal Marchese Giovanni Gozzani (1680-1762) lo scudo araldico accorpato a quello della moglie Lucrezia Gambera é speculare allo stemma di Varallo,come pure quello in marmo posto sul timpano della chiesa di Odalengo Grande
edificata nel 1786 dal nipote Luigi Gaetano.
Lo splendido palazzo San Giorgio di Casale,ora palazzo comunale, edificato nel 1778 dal Marchese Giovanni Battista Gozzani (1727-1791) fu arricchito da numerosi stemmi di diversa natura. Nell’androne principale lo stemma con teste contrapposte di giovani bianchi senza fascia scaccata con benda sugli occhi e orecchino é simile a quello in marmo di Palazzo Madama di Torino, che molto probabilmente proviene dal palazzo Gozzani San Giorgio di Torino situato tra via Bogino e via Gioda da lui stesso edificato dove ospitó nel 1769 l’Imperatore Giuseppe secondo, ma con fascia scaccata trasversale, benda sulla fronte e senza orecchino. Sullo scalone d’onore lo stemma in legno con testa di moro singola reca la benda sugli occhi e orecchino, ma sul caminetto in marmo giallo di Verona nell’ufficio della segreteria del Sindaco é incastonata la testa di moro singola in marmo bruno di Levanto con benda sulla fronte senza orecchino. Invece nell’ufficio protocollo lo stemma in gesso di Varallo con il galero e cordoni laterali con fiocchi di nappe appartiene al Vescovo di Acqui Marchese Carlo Antonio Gozano (1641-1721) della linea di Treville, figlio di Giovanni il giovane, morto 60 anni prima della costruzione di questo palazzo, con benda sugli occhi, fascia sul collo e orecchino. Ad Acqui i suoi stemmi sulla porta di ingresso del Duomo suddivisi in tre pannelli in legno applicati a pastiglia e sul monumento funebre al suo interno recano la sola benda sugli occhi, ma sui suoi primi Sinodi del 1679 é raffigurato con due teste di giovani bianchi con fascia sulla fronte e orecchino.
Numerosi e di diversa natura gli stemmi di Varallo presenti nel misterioso castello Gozzani di San Giorgio risalente all’ anno mille: mosaico in pietra, marmo, ferro, dipinti su gesso e con le stesse varianti del loro palazzo di Casale. Nel salone d’onore i colori della fascia scaccata sono sempre diversi: oro-rosso, rosso-nero, e giallo-nero sul feudo di San Giorgio dell’antico Cabreo.La testa di moro é in ogni caso sempre rappresentata con benda sulla fronte o sugli occhi.
Il diploma di nobiltà austriaco concesso a Vienna in data 29-12-1817 dal Kaiser Franz primo e ratificato il 28-10-1845 dall’Alta Segreteria di Stato Affari Esteri di Torino dei Reali di Savoia contiene il bellissimo stemma rappresentato sull’immagine di testata della linea austriaca Gozani di San Giorgio, emerso da poco nell’archivio provinciale di Maribor (Slovenia). Sostituisce quello provvisorio manoscritto del 13-5-1817 di casa Gozani in Germania,ed entrambi raffigurano lo stemma feudale della Valle Strona senza fascia scaccata ma con l’inserimento dell’ orecchino.In Monferrato si narra che il blasonatore ducale dei Gonzaga aveva penalizzato lo stemma dei Gozzani con il giglio a ricordo del favoritismo francese ,con benda sugli occhi e orecchino a causa della loro bassa origine.Si racconta anche che il blasonatore in seconda della Corona dei Savoia fu interpellato dal Conte Sordi di Torcello, cognato dei Gozzani,per modificare queste immagini di bassa nobiltà, ma in effetti queste sporadiche varianti sono state inserite 150 anni dopo le rappresentazioni emerse nella Valle Strona.
Gli edificatori dei palazzi di Casale conoscevano molto bene gli stemmi della loro vallata di origine,e Francesco Bernardino ultimo della famiglia ad emigrare da Luzzogno in Monferrato utilizzava lo stemma dei cugini Marchesi di San Giorgio, visibile sul banco di preghiera ben conservato nel nostro Duomo cittadino.Il Marchese Felice Carlo della linea austriaca,ultimo proprietario del castello di San Giorgio,era sicuramente a conoscenza del loro stemma conferito dal Kaiser Franz primo al nonno Felice Pio Venanzio emigrato da Casale in Slovenia,e non aveva modificato e unificato gli stemmi esistenti nel suo castello e nel suo palazzo San Giorgio. Anche Antonio Manno nel suo importante Blasonario Subalpino attribuisce erroneamente lo stemma a colori del castello di San Giorgio alla linea austriaca dei Gozzani,non essendo a conoscenza della loro antica origine araldica.Ogni membro della famiglia assumeva in libera adozione uno stemma personale identificativo delle varie proprietà nel tempo.Solo in alcuni casi particolari il blasonatore Reale concedeva lo stemma araldico.In altri casi si trattava solamente di un errore dell’artista a cui
era stato commissionato il lavoro.
Stessa sorte subita dal loro cognome:sui registri del 1600 in tutte le località di residenza in Piemonte era scritto Gozano.In seguito si trasforma in Gozani o
Gozzani (genitivo),Gozzanus ( nominativo), Gozzanum (accusativo) e in via definitiva in Gozzano (dativo o ablativo).Nello Stato Civile di Casale i diversi esponenti della linea di San Giorgio e della linea di Treville risultano registrati sia come Gozani e sia come Gozzani anche nel primo novecento.L’ ultimo decesso della aristocratica famiglia fu della Marchesa di San Giorgio Cesarina Teresa
Rosa Gozani, avvenuto a Torino il 27-12-1946 e portata a Casale il 29-12-1946,ultima intestataria del sepolcreto casalese ceduto alla famiglia Acuti al momento della morte come da suo testamento notarile. Il cognome Gozani appartenente all’ultimo Marchese vivente della linea austriaca e ai suoi discendenti in Germania e negli USA non ha subito variazioni dal 1817 ad oggi.
Giuliana Romano Bussola