IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni Dopo il maldestro tentativo di giustificare le foibe da parte di un vero e proprio carneade come tal Eric Gobetti ( con il grande Piero non c’entra nulla), adesso ci prova un’altra carneade, anch’essa torinese, tal Chiara Colombini con l’in tento di smontare i libri di Giampaolo Pansa dedicati ai misfatti cruenti dei partigiani comunisti dopo il 25 aprile 1945 . Grande regista delle due operazioni e’ Laterza, la tipografia barese che Benedetto Croce trasformò, pubblicandovi i suoi libri, in una prestigiosa casa editrice, oggi caduta così in basso da essere divenuta l’editrice di fiducia dell’Anpi che sta facendo una politica che è molto simile a quella del partito comunista di Togliatti, anzi di Pietro Secchia , il più violento ed ottuso capo comunista
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Quanto astio per i giovani storici che cercano di contestualizzare le vicende del periodo 1943-1945! Con l’artificio retorico “l’ho letto ma non lo recensisco” (Cesare taccio…), qui si sbeffeggiano le persone serie (gli storici) e le si liquida senza nemmeno cercare di capire.
Quanto al ben noto libro di Pansa, ben vengano le sue scoperte sull’altra faccia della medaglia, ma da qui a celebrarlo come salvatore della memoria nazionale, ce ne passa! Del resto, la ricerca continua: alcuni episodi continueranno a risultare poco chiari, altri sono dolorose macchie nella guerra partigiana, ne prendiamo atto. Ma ciò che fa la differenza, caro Quaglieni, è l’uso politico degli scritti di Pansa, quell’esultanza di coloro che brandiscono il celebre libro ed esclamano “Avete visto? I resistenti erano dei farabutti!”: questo rovesciamento delle parti è un pericolo concreto. Quindi, occorre restituire agli storici l’unica plausibile “patente” di competenza sui fatti del passato. E invece qui che cosa si fa? Ci si fa gioco di coloro che, viste le carte (le carte, Quaglieni, quelle che ci obbligano a mettere le sacrosante note), messi in ordine gli eventi, ricostruite le responsabilità ed esaminate le conseguenze di ogni azione e decisione, coltivano il nobile intento di raccontare la storia.