Il caso GameStop. Davide ha battuto Golia ma…

di Gianluigi De Marchi *

C’era una volta il “parco buoi”. Era l’immagine che definiva la massa dei risparmiatori sprovveduti che venivano spinti ad investire in Borsa nel momento sbagliato sui titoli sbagliati, come le mandrie di bovini dentro i recinti della macellazione…

 

Oggi esistono ancora gruppi di buoi allo sbando, ma molti hanno capito che l’unione fa la forza, e che tanti piccoli possono anche abbattere i grandi della finanza; e la storia all’improvviso si è rovesciata quando la coalizione ho sfidato alcuni colossi che credevano di poter fare carne da macello di alcune società quotate.

Parliamo del caso esemplare di GameStop, una piccola azienda americana specializzata in giochi elettronici che da mesi subiva pesanti ribassi perché, a causa di un andamento negativo dei conti, alcuni grandi fondi speculativi avevano rovesciato migliaia di ordini di vendita allo scoperto provocando ribassi pesantissimi.

Un “déjà vu” in tante altre occasioni, uno scenario perfetto in cui gli “assassini” compiono indisturbati il loro compito di sciacallaggio, guadagnano ingenti somme e lasciano i cadaveri in mezzo al deserto.

Questa volta la storia si è svolta solo parzialmente secondo il copione abituale: ad un certo punto i piccoli risparmiatori che credevano nelle potenzialità dell’azienda si sono coalizzati su un sociale network chiamato Reddit ed hanno inondato, con decine di migliaia di ordini di acquisto, le piattaforme operative di New York, provocando un inaspettato ed inarrestabile rialzo delle quotazioni.

E così l’azione GameStop, che galleggiava a stento sui 10 dollari, a metà gennaio si è impennata in 5 giorni toccando 50 dollari, il 25 gennaio è arrivata a 100 dollari e, in un crescendo rossiniano, ha scalato ogni vetta impensabile fino a raggiungere un massimo di 350 dollari!

 

In quindici giorni l’incremento delle quotazioni è stato pari al 3.500%, mai visto nulla di simile neppure nei momenti di ubriacatura del mercato durante la “bolla di Internet” di fine millennio.

Cosa è successo?

L’innesco dei piccoli coalizzati ha preso alla sprovvista due fondi speculativi ribassisti che, di fronte al boom delle quotazioni, hanno dovuto precipitosamente correre ai ripari ricomprando i titoli; e questo ha ovviamente versato benzina sul fuoco, perché ai tanti piccoli ordini dei risparmiatori si sono aggiunte enormi quantità di acquisti dei fondi che hanno dovuto in pochi giorni ricomprare quanto avevano venduto in mesi e mesi di speculazione.

Davide ha abbattuto Golia, come hanno titolato tutti i giornali?

 

Si, ma…

La Borsa non è una bisca o una roulette, ha una sua logica e le sue regole; nel breve periodo può avvenire che una quotazione sia gonfiata al rialzo o sia manipolata al ribasso, ma gli eccessi sono sempre corretti, e, come il pendolo, la boccia in fondo all’asta oscilla anche paurosamente da destra a sinistra, ma alla fine raggiunge il suo punto di equilibrio.

Ed infatti anche in questo caso è avvenuto così.

A fine gennaio il titolo balzellava fra 250 e 350 dollari, e all’inizio di febbraio è crollato a 50 dollari.

Cosa è successo?

Semplice, la “benzina” si è esaurita, i fondi speculativi si sono ritirati dal mercato, leccandosi le ferite e la loro domanda si è esaurita. Dall’altra parte le migliaia di formichine che hanno “dato una lezione” ai vampiri del mercato hanno finito i loro soldi e quando hanno cercato di rivendere le azioni si sono trovati di fronte al nulla…

Insomma, il valore dell’azione GameStop sicuramente era più alto dei 10 dollari cui l’avevano schiacciata gli speculatori ribassisti, ma sicuramente più basso dei 350 dollari cui l’avevano innalzata gli speculatori rialzisti.

La vicenda consente di fare qualche riflessione che va al di là dell’episodio.

La prima è che il mercato finanziario, grazie alle trasformazioni tecnologiche, ha cambiato faccia: oggi non c’è più la Borsa Valori (con le maiuscole solenni che indicano la sacralità di un luogo spesso definito “il tempio del dio Denaro”), ma una rete di PC connessi con una centrale che smista gli ordini e incrocia acquisiti e vendite. Esistono inoltre potenti, diffusissimi e popolarissimi social network in cui milioni di persone interagiscono, si scambiano notizie ed informazioni al di fuori dei canali tradizionali (giornali, TV, riviste). È possibile quindi che, in poche ore, decine di migliaia di persone facciano una determinata cosa (riunirsi per protestare, organizzare un  flash mob, comprare un’azione) sorprendendo tutti senza preavviso. Una forma di “democrazia diretta non controllata”, capace di sovvertire regole e comportamenti “tradizionali”.

La seconda è che la vittoria eclatante dei tanti Davide contro Golia è stata seguita, in rapidissima successione, dal suicidio di molti Davide, che hanno visto sbriciolarsi la loro effimera ricchezza in pochi giorni, quando le quotazioni di GameStop hanno toccato un livello “ragionevole”. Chi ha cantato vittoria deve ricredersi: anche Pirro ha sconfitto più volte i Romani, ma dopo aver vinto tante battaglie ha perso la guerra ed ha dovuto ritornare in Epiro senza esser riuscito a dare il colpo finale al nemico.

Morale: mai avventurarsi ad occhi chiusi in avventure spericolate in Borsa, seguendo mode o trend emotivi privi di solide basi di valutazione. Monito che vale, ad esempio, per i tanti Davide che si sono organizzati in questi mesi per comprare bitcoin e farne crescere il prezzo senza domandarsi se la criptovaluta abbia veramente un valore, oltre che un prezzo…

La terza è che in questo segmento di mercato che è una frenetica bisca, molti hanno rischiato molto, molti hanno rischiato molto ed hanno perso molto, ma alcuni hanno messo in tasca profitti enormi senza rischiare nulla: sono le piattaforme operative sulle quali si sono concentrati gli ordini di compravendita dei tanti Davide, sapientemente indirizzati dai mandriani del mercato che manipolano anche i “buoi liberi”: trader on line come Robin Hood hanno guadagnato cifre consistenti grazie alle commissioni applicate e già progettano di entrare a loro volta in borsa facendosi quotare e consentendo agli azionisti di monetizzare profitti stratosferici collocando le loro azioni ad un prezzo impensabile fino a qualche mese fa.

L’ultima considerazione riguarda le autorità di vigilanza, che ancora una volta sono state spiazzate dagli eventi, dimostrando di non essere in grado di vigilare come dovrebbero. Le vendite allo scoperto sono una realtà del mercato difficilmente eliminabile, ma i contratti che ne sostengono ed amplificano gli effetti (futures, options, derivati) possono essere bloccati o eliminati, almeno per evitare la moltiplicazione della spinta rialzista o ribassista. Chi vende senza possedere i titoli (sperando di ricomprarli una volta che ne provoca il crollo) o compra senza possedere i soldi (sperando di rivenderli una volta che ne provoca il rialzo) dovrebbe versare adeguate garanzie, che non possono essere i risibili margini attualmente previsti dalle autorità di borsa. Il mercato delle opzioni deve essere severamente regolamentato e contenuto, ed il ricorso ai futures deve essere semplicemente proibito, trattandosi di una mera scommessa.

Altrimenti non solo la Borsa Valori perderà la sua iniziale maiuscola, ma perderà il suo importantissimo ruolo di mercato che esprime il valore dei titoli mobiliari, riducendosi ad un enorme casinò pieno di rutilanti slot machine davanti alle quali folle di sprovveduti si giocano i loro miseri risparmi sognando di diventare ricchi in pochi minuti…

 

*Consulente finanziario indipendente

demarketing2008@libero.it

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