In Piemonte ci sono 32 laboratori per processare i tamponi molecolari e 70 hotspot, 21 dei quali dedicati ai tamponi rapidi:
da questi dati, aggiornati al 20 novembre, è partita la ricostruzione dell’attività di implementazione dei laboratori di analisi e di allestimento delle strutture straordinarie per la somministrazione dei tamponi da parte dell’assessore alla Ricerca per l’emergenza Covid Matteo Marnati, che ha svolto un’informativa davanti al gruppo di lavoro della quarta Commissione, presieduto da Daniele Valle.
“Grazie all’implementazione della rete dei laboratori – ha detto l’assessore – nella fase 2 dell’emergenza abbiamo ampiamente superato il fabbisogno stimato di 11 mila tamponi giornalieri, calcolato in base alla popolazione piemontese. Stiamo continuando a lavorare per aumentarne la dotazione, a breve arriveranno tre nuove linee aperte per l’ospedale di Biella, il Mauriziano di Torino e l’Asl To3, che consentiranno di effettuare ulteriori 1500 tamponi al giorno”.
Nella fase 1 è stato decisivo il ruolo dei laboratori privati, che hanno garantito circa un quarto dell’intera produzione diagnostica, mentre nella fase 2 i laboratori Arpa e Upo dell’Aso di Novara stanno svolgendo una funzione fondamentale a copertura dei fabbisogni dei laboratori delle Asl, con una capacità di processare oltre 1000 tamponi giornalieri ciascuno.
Riguardo l’andamento dei tamponi rapidi, come per i tamponi molecolari viene effettuato un conteggio settimanale per Provincia di quelli eseguiti dalle Asl, cui vanno aggiunti quelli effettuati nei Pronto Soccorso, nei laboratori privati e dai medici di medicina generale: ad oggi ne sono stati caricati in piattaforma circa 100 mila e l’andamento generale indica un trend in aumento, a parte Asti, Vercelli e il Verbano Cusio Ossola, dove i numeri sono ancora bassi.
“Distribuiremo i tamponi rapidi anche alle società pubbliche – ha precisato Marnati – che li gestiranno in autonomia e i cui risultati verranno caricati sulla piattaforma Covid, così come quelli di aziende private, Residenze sanitarie assistite, strutture per disabili, per minori e carceri.
Domenico Rossi (Pd) ha rilevato che nella prima fase dell’emergenza il numero di tamponi processato in Piemonte è stato nettamente inferiore a quello di altre Regioni e che la rete dei laboratori è stata potenziata solo dopo la diffusione del virus all’interno delle Rsa: “Una situazione che è continuata anche nella fase 2 – ha sottolineato – fino alla metà di ottobre. Questa decisione non ha influito sulla crescita dei contagi e il numero dei ricoverati?”.
Carlo Riva Vercellotti (Fi) ha chiesto chiarimenti in merito a numeri e tempistiche di consegna dei tamponi rapidi in provincia di Vercelli, dove attualmente ne sono arrivate solo poche migliaia, nonché aggiornamenti sulla possibilità di test diagnostici rapidissimi, su cui il Veneto sta già lavorando e che anche altre Regioni stanno promuovendo.
Marco Grimaldi (Luv) ha domandato quando si riprenderà a fare tamponi ai conviventi asintomatici di positivi accertati, mentre Francesca Frediani (M5s) ha chiesto precisazioni sul caricamento dei dati dei tamponi processati sulla piattaforma Covid e sulla comunicazione degli esiti ai cittadini.
Infine, requisiti dei tamponi rapidi e numero di tamponi acquistati direttamente dai privati sono stati oggetto delle domande di Alessandro Stecco e Gianluca Gavazza(Lega).