In meno di due settimane dall’inizio della campagna vaccinale antinfluenzale (26 ottobre) sono stati vaccinati oltre 318 mila cittadini piemontesi rientranti nelle fasce a rischio (65 anni e soggetti fragili) e con età superiore ai 60 anni.
I medici di medicina generale hanno ancora a disposizione, in questo momento, oltre 170 mila dosi e 50 mila sono in consegna. Altre 150 mila dosi arriveranno la settimana prossima.
Come rilevano i tecnici del Settore Prevenzione della Sanità regionale, l’efficacia del vaccino inizia dopo circa due settimane dalla vaccinazione e quindi è assolutamente utile vaccinarsi anche a gennaio, tenendo conto che negli ultimi anni il punto massimo dell’epidemia si è spostato a fine gennaio, inizio febbraio.
«Fin dal mese di giugno – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – abbiamo concordato con le associazioni di categoria dei medici di medicina generale che le prenotazioni vengano diluite il più possibile in modo omogeneo per tutta la durata della campagna vaccinale, tenuto conto delle modalità di approvvigionamento previste dalle ditta che ha vinto l’appalto, oltre che dell’esigenza di evitare assembramenti e di consentire una corretta conservazione del vaccino, evitando sprechi di dosi. Può verificarsi che l’errata programmazione da parte di alcuni medici di medicina generale che non hanno tenuto conto della disponibilità del vaccino nella gestione delle prenotazioni abbia causato delle carenze di vaccino in alcune realtà locali, ma deve essere chiaro che il vaccino non manca e la campagna sta procedendo secondo la normale programmazione dei mesi scorsi, con la fattiva collaborazione degli stessi medici».
“La Regione Piemonte si è inoltre impegnata, a fronte del mancato rispetto degli impegni assunti dal Governo, a fornire alle farmacie, che non sono riuscite ad acquistare sul mercato dosi di vaccino da vendere al pubblico, oltre 16 mila dosi, stornandole dall’appalto regionale. Ma l’impossibilità di acquistare il vaccino in farmacia per coloro che non hanno diritto alla vaccinazione da parte del Servizio sanitario nazionale non dipende dalla Regione, perché, da un lato, mancano da parte del Ministero le indicazioni amministrative necessarie per poter fornire le dosi di vaccino concordate, dall’altro la situazione di mercato non ha permesso alle farmacie di disporre di altri vaccini.”
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