Quando si parla di Valcerrina, ai più questo termine evoca alla mente la ex strada statale 590, chiamata, appunto “della Valcerrina” che corre, partendo dal territorio di Ozzano Monferrato in direzione di Torino, ed abbraccia i territori sui due versanti di Valle.
Si tratta di una porzione di territorio non piccola che interessa la Provincia di Alessandria, per quanto riguarda una tratto consistente del Monferrato Casalese, ed anche la Provincia di Asti ed una parte del territorio della Città Metropolitana di Torino con comuni quali Brozolo, Cavagnolo, Brusasco, Verrua Savoia, Monteu da Po. I legami non sono soltanto geo – fisici ma anche da natura religiosa (ad esempio gli appena citati comuni della Città Metropolitana torinese appartengono alla Diocesi di Casale Monferrato), storica, socio – economica. Altra comunanza, di dimensioni ancora più vaste, è il governo delle acque. Tutti questi centri sono serviti dalla rete dell’Acquedotto dei Comuni del Monferrato, proprietà di un Consorzio che ha sede a Moncalvo. Sotto l’aspetto turistico la Valcerrina ha una peculiarità: il suo territorio, nell’accezione più ampia, pur ricco di bellezze naturali, artistiche, architettoniche, di pievi e castelli, costituisce uno dei circuiti più suggestivi di turismo minore a livello sia regionale che nazionale, una terra per larga parte ancora tutta da scoprire e da valorizzare pienamente nel suo complesso, con potenzialità ancora inespresse. E sono moltissimi i richiami, con la storia, la cultura, l’arte, le personalità che hanno deciso nel tempo di farne il loro “buon ritiro” senza che questo avesse avuto la risonanza (e di conseguenza il volano per un incremento sensibile della domanda turistica) che altri luoghi d’Italia hanno avuto. Natura incontaminata, borghi, chiese, pievi e castelli, luoghi della memoria, sono altrettante occasioni per conoscerla nel suo insieme andando a superare quelli che sono stati i due grandi limiti della sua crescita: da un lato l’eccessivo campanilismo che spesso non fa vedere “al di là della propria corte” e che, accompagnato da una naturale riservatezza tutta piemontese, non ha certamente giovato alla promozione del territorio, dall’altro l’archetipo che in questo territorio “ si mangia e si bene bene”, quasi che l’aspetto enogastronomico fosse il solo vettore di turismo. Certamente i vini che vengono prodotti sono di ottima qualità, come tante altre specialità locali, ci sono molti locali, ristoranti, agriturismi, trattorie, nei vari comuni ma, va ribadito, l’enogastronomia non è l’unico motivo per venire in Valle. Di qui l’intenzione di fare conoscere, attraverso una serie di articoli che non seguono un ordine determinato (ma che troveranno una sistemazione al termine del progetto) quelli che possono essere gli elementi di interesse storico, ambientale, architettonico, artistico della Valcerrina in modo che chiunque voglia passare una giornata lontano (ma al tempo stesso vicino) dalla città possa trovare dei motivi per incontrare un territorio che si trova incuneato anche tra ben tre siti Unesco (il Sacro Monte di Crea, Langhe-Roero e Monferrato e Collina Po) senza però farne parte. L’auspicio è che attraverso questi scritti, che saranno contraddistinti settimanalmente dalla rubrica “VALCERRINA SCONOSCIUTA”, resi possibili grazie alla sensibilità delle Edizioni Best e de “Il Torinese.it” si possa contribuire ad una crescita della conoscenza di tutta la Valcerrina.
Massimo Iaretti
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE