Di figlia in madre. Un augurio recluso

LA POESIA / di Alessia Savoini

.
Nei giorni in cui ogni mondo abita il silenzio della propria terra
e l’arsura dei giorni stride al labbro la sete di un incontro,
nei giorni in cui il memorabile tempo del silenzio
isola
il dente lunare che oggi dissipa un po’ di luce nel nocciolo di mizrach
e le dune dell’assenza assediano il cuore con l’ombra di una concreta lontananza,
.
nei giorni in cui  l’assedio sabbatico del nostro tempo
traduce i salici delle mie cadute nel vuoto impercorribile della tua insonnia,
.
in questi giorni di simultanea solitudine,
.
mi si accomoda un pensiero,
di te che mi contieni, nel grembo di un domani,
.
nei giorni in cui i tuoi palmi strinsero il bocciolo di un’altra esistenza
e il tuo corpo fece da culla all’aurora del mio sogno;
.
e del primo mondo fosti sartia dei miei venti,
talismano di una forza che abissa le paure dove non è necessario guardare.
.
Sussurrami, se puoi,
la potenza intrinseca dell’amore
e con il calamo della tua voce
i giorni che non abbiamo vissuto.
.
Parleremo poi,
ancora,
come tuttora,
e tuttavia,
di questi insoliti giorni,
.
e scioglierai ancora i nodi dei miei anni
scorgendo i miei segreti senza doverli prima strappare dagli incastri di un pettine.
.
E forse mi aiuterai a smarrire i buii con meno timore
dall’occhiello del tuo amuleto
.
sbirciando nei cassetti della mia voce
per cogliere un groviglio.
E troverai nelle canzoni di Bennato
un sorriso da prestarmi,
.
imparerai presto a sottrarti
dalle colpe che ti ho inflitto
in quei giorni
in cui i miei anni
erano fragili.
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