Scoprire i cantautori all’Unitre

Dal Piemonte

Due grandi cantautori, durante il corso di musica all’Unitre di Casale Monferrato, sono stati protagonisti di diverse approfondite lezioni tenute da Giorgio Belletti che ha riportato in vita Gianmaria Testa e Luigi Tenco attraverso precise ricostruzioni biografiche e significative testimonianze audiovisive.

Non famoso come Paolo Conte ma che in qualche modo gli può stare accanto, Gianmaria Testa (Cavallermaggiore 1958- Alba 2016) definito “Il cantante italiano che la Francia ci invidia” è stato ricordato sottolineandone la poliedrica personalità che lo ha consegnato a successi internazionali.


E’ bastato ascoltare alcuni brani di forte impegno sociale cantati con voce roca e vibrante oltre alla sincera semplice poesia di “Piccoli fiumi”, “Polvere di gesso”, “La tua voce” per cogliere l’alto livello di un cantautore dallo stile personalissimo e avvincente che ha intrecciato accenti di tango, habanera, bossa nova e jazz.

Più intimista, sommesso, intellettuale imbevuto di esistenzialismo e di poesia crepuscolare, fragile, seppur nei brani di protesta mostri un insolito fervore in nome della giustizia, della libertà e l’avversione alla guerra, Luigi Tenco(Cassine 1938- San Remo 1967) è stato ampiamente ricordato con belle emozionanti canzoni quali, tra le tante, “Se stasera sono qui”, “Lontano lontano”, “Mi sono innamorato di te “, “Vedrai vedrai” soffuse di malinconia, solitudine, rimpianto che hanno avuto il merito di rivoluzionare il modo di cantare i sentimenti con parole anticonvenzionali mai usate prima.

Attraverso collages audiovisivi, preparati dalla sapiente regia di Giorgio Belletti, è stato indagato ogni aspetto della vicenda umana e artistica del grande esponente della Scuola di Genova, che, come Fabrizio De Andre, Bruno Lauzi, Gino Paoli, ha portato le canzoni ad alto livello di spessore artistico tanto che, per sottolineare la differenza dalle banali canzonette, un giornalista del Corriere di Informazione definì, con una simpatica appropriata definizione, “Mica stupide”.

Ancora nel 1967 la differenza non fu capita se al festival sanremese furono preferite “ Io tu e le rose” e “La rivoluzione” senza premiare la superiorità di “Ciao amore ciao”.
A distanza di tempo, l’interessante lezione, è stata coinvolgente e illuminante sulla causa della cocente delusione di Tenco che ha visto in pochi minuti svanire il suo sogno ambizioso di educare il vasto pubblico alla canzone intelligente da non confinare esclusivamente nella nicchia.

L’ultimo scritto lasciato prima del suicidio ha documentato un atto di protesta talmente estremo da…… servire a chiarire le idee a qualcuno ….
Sicuramente al tragico gesto hanno concorso l’ipersensibilità, i traumi familiari, i sensi di colpa, il macerato compiacimento della solitudine, della sofferenza e della morte che lo avvicinano al clima dell’infelicità romantica ottocentesca, allo spleen del decadentismo e, in qualche modo, alla tipologia dell’artista maudit che tanto affascina da farlo entrare nel mito.

Giuliana Romano Bussola

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