L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

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Janet Hobhouse  “Le furie“   -Neri Pozza-  euro 18,00

Questo non è un libro che scivola via facile, perché dietro ogni frase si celano pensieri ed emozioni complesse che spingono il lettore a soffermarsi e meditare. E’ opera della scrittrice e biografa Janet Hobhouse, nata nel 1948 e morta giovane nel 1991, a soli 42 anni, stroncata dal cancro. Pubblicato postumo, “Le furie” è una sorta di memoriale. Protagonista e voce narrante è Helen e la storia è autobiografica, scritta con lacrime e sangue. Ci sono i bellissimi ritratti delle antenate, “le furie” appunto: donne incredibili che hanno attraversato la vita lasciando il segno. L’autrice rintraccia tasselli della vita familiare, a partire dalle origini ebraiche tedesche per arrivare all’avamposto dell’impero economico negli Stati Uniti. Nel 1877 il trisavolo Samuel ha fondato con successo “La Compagnia del ventaglio giapponese” e con la moglie Elisabeth ha generato una numerosa discendenza dall’impronta sempre più americana. Nell’arco degli anni le vite si susseguono e la chiave di volta sono soprattutto i rapporti con le madri: buone o cattive che siano, in ogni caso sempre determinanti. Ci sono anche destini maschili multipli, ma più che altro relegati sullo sfondo come pallidi corollari.

Ecco allora personaggi affascinanti come la bisnonna Mirabel (Angel): non bella ma dotata di saggezza e intelligenza. Sposa un noioso vedovo del Tennessee controvoglia e solo per compiacere la madre….”…E probabile che sia passata dallo stato di figlia amatissima a quello di madre altrettanto amata senza interessarsi troppo alla fase intermedia, quella di moglie” . Così la Hobhouse sintetizza il suo percorso. Poi le sue figlie Emma ed Elisabeth (detta Shrimp) nate a inizi 900, diversissime tra loro e con traiettorie di vita divergenti. Emma è la ribelle bohèmienne fuggita col suo professore di arte e madre di due figlie prima dei 20 anni. Invece Shrimp è severa con se stessa, timida, si sente inferiore alla sorella e compensa con un comportamento rigoroso e il successo negli studi. Il testimone passa alle figlie di Emma, Bette e Constance. Condividono sentimenti ostili verso il padre, l’amore per la madre che le respinge e appena adolescenti scelgono di vivere con nonna Angel. Come le sorelle della generazione precedente maturano in opposizione. Constance è “la più bella ragazza di New York” -assomiglia a Grace Kelly senza trucco- va e viene conducendo un’intraprendente vita da single. Bett invece è la mamma di Helen (voce narrante). E’ bellissima ma inconcludente, incantatrice di uomini ma incapace di tenerseli stretti; così come non riesce a conservare un lavoro. Lei e la figlia sono sempre alle prese con mancanza di soldi, bollette in rosso e sfratti. Il loro rapporto è complicato, a tratti devastante, come quando Bett sprofonda nella depressione fino al suicidio. Il resto è la vita di Helen, il difficile rapporto col padre lontano e poi i suoi amori, il fallimento del matrimonio, la liaison con un famoso scrittore che ama la solitudine  più di ogni altra cosa. Tutto raccontato  con coraggio e senza mezzi termini… fino al triste epilogo.

 

 

Charles Willeford  “Come si muore oggi”   -Feltrinelli-  euro 17,00

La vita stessa dell’autore è di per sé un intrigante romanzo. Willeford, nato in Arkansas nel 1919 e morto a Miami nel 1988, rimase orfano a 8 anni e andò a vivere con la nonna a Los Angeles. Ma ben presto, nell’adolescenza, intraprende una vita di vagabondaggio sui treni merci e diventa uno dei tanti Hobo che imperversano da un angolo all’altro degli States. A 16 anni si finge 18enne e si arruola nei corpi a terra dell’Aeronautica. La vita militare, lunga 20 anni, lo porta a combattere anche nelle Filippine e nella 2° Guerra Mondiale. Fu un soldato coraggioso e le sue prodezze gli valsero alcune onorificenze. Lasciato l’esercito si arrabatta come può, passando da un mestiere all’altro: allenatore di cavalli da corsa, speaker radiofonico, pugile, scrittore…Poi decide di mollare tutto e  buttarsi nella scrittura. Inizia scrivendo una soap opera per un’emittente radio. Poi inanella poesie e romanzi e diventa famoso con la sua quadrilogia di Miami: un ciclo di romanzi noir con protagonista il sergente Hoke Moseley. Beffa del destino: all’apice della fama, lo scrittore muore  improvvisamente per attacco cardiaco, proprio il giorno in cui uscì l’ultimo capitolo della fortunata serie “Come si muore oggi”.

Nel libro, centrale è sempre il detective della squadra omicidi di Miamy Hoke Moseley. Antieroe per eccellenza che si barcamena per vivere: fragile, un po’ sovrappeso, già con la dentiera che  pulisce religiosamente ogni sera e una vita amorosa pari a zero. Vive con le due figlie adolescenti in una casa in affitto che condivide con l’ex partner di pattuglia, Ellita Sanchez e il suo piccolo Pepe nato da poco. Sono un team collaudato ed affiatato, si aiutano a vicenda e la loro vita procede su un binario più o meno tranquillo. Hoke è bravissimo a risolvere vecchi casi insoluti e sta indagando sull’omicidio di un chirurgo datato 3 anni prima. Però il suo capo gli ordina di farsi crescere la barba per  infiltrarsi sotto copertura in un’organizzazione sospettata di reclutare, sfruttare ed uccidere poveri immigrati clandestini. Per questa missione, irta di pericoli, deve allontanarsi da Miami e finire in un ranch nelle Everglades dove branchi di alligatori fanno scorpacciate di cadaveri. A movimentare ulteriormente la sua esistenza c’è anche l’arrivo di un ex detenuto che gli aveva giurato vendetta al momento dell’arresto, che finisce per entrare nella vita sua, delle figlie e soprattutto di Ellita……

 

Alex North   “L’uomo dei sussurri”   -Mondadori-  euro 20,00

E’ il primo romanzo dello scrittore  inglese, che vanta una formazione filosofica e di sociologia. Imbastisce  un thriller con tutti gli elementi tipici del genere e ambienta la vicenda in una cittadina tranquilla solo in apparenza, Featherbank. E’ li che si trasferisce Tom Kennedy col figlio Jake, dopo la morte della moglie Rebecca. Cerca faticosamente di elaborare il lutto e ricominciare da capo. Ma, ovviamente, le cose non sono semplici. Il piccolo Jake stenta a inserirsi nella scuola e vive  un mondo parallelo interiore, popolato da amici immaginari con i quali riesce a dialogare e trovare conforto, molto più che nel rapporto con il padre. Poi a Featherbank irrompe la tragedia. Scompare nel nulla un ragazzino di 6 anni; Neil, trascurato dai genitori divorziati, entrambi alcolisti che affrontano la vita con disperazione ed egoismo. A indagare è il detective Pete Willis che anni prima si era occupato di un caso analogo ed era riuscito a mettere dietro le sbarre il colpevole. Insieme alla collega Beck porta avanti le indagini e… sempre più gli sembra di rivivere un déjà vu. 20 anni prima un misterioso uomo era solito sussurrare frasi alle finestre di bambini che poi scomparivano.  All’epoca, il serial killer Frank Carter aveva rapito e ucciso ben 5 bambini. Ora è rinchiuso in carcere, e sembra che in azione ci sia un suo pericoloso emulo. Willis è a lui che si rivolge per strappargli indicazioni utili alle indagini. Ma è un buco nell’acqua che conduce solo su false piste. Intanto Jake dà sempre più segnali di squilibrio: si isola dai compagni, si rifugia nell’amicizia con una non meglio precisata amica immaginaria e, soprattutto, racconta di sentire una voce che sussurra il suo nome nel buio. A complicare la vicenda si aggiungono case stregate, bimbi che parlano con i morti, rapporti padri-figli e indagini sempre più tortuose.

 

 

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