IL GIORNALISTA INDAGA E SCOPRE CHE NELLA SERIE DI FIBONACCI C’E’ LA SOLUZIONE DI UN OMICIDIO COMMESSO A CUNEO
Un giallo, un «cold case», per dirlo all’americana. «Il libro parte da un omicidio effettivamente compiuto a Cuneo nel 1994 – racconta l’autore –. La vittima, un medico farmacista, uno degli uomini più noti della città, venne trovato orrendamente ucciso nella sua casa di Piazza Galimberti».
Da questo caso di cronaca, da un omicidio che scuote la pacifica Cuneo, ne nasce un caso giudiziario e giornalistico. Sulla piazza teatro del crimine, il giorno dell’omicidio, viene visto il fidanzato di una delle figlie del farmacista. «Figlia, “pecora nera” della famiglia che con problemi psichici si era ritirata a Spotorno». Indaga la polizia. In Procura si cerca di capire chi possa aver voluto uccidere il farmacista ed un giornalista decide di approfondire questa storia dai contorni foschi.
Il fidanzato della figlia è in carcere, ma 5 giorni dopo il suo arresto viene liberato. Il mistero si infittisce. L’unico sospettato e scagionato, ma il giornalista, autore del romanzo, fa una scoperta: «Nell’indagine c’era qualcosa che non si capiva: attorno al cadavere del farmacista c’erano dei segni, dei numeri che non si comprendevano – prosegue nel suo racconto Amandola –. Il giornalista scopre che erano i numeri di Fibonacci, matematico medioevale, che cercava le proporzioni della bellezza. Una serie dei suoi numeri è esposta sulla Mole Antonelliana». Ne esce un noir originale e potente, ironico ed efferato. Un continuo gioco linguistico, con un occhio spietato sulla provincia piemontese
Gian Piero Amandola, nicese, laureato in Giurisprudenza, è un volto noto della redazione Rai di Torino. In precedenza ha scritto per il Manifesto, l’Espresso, la Gazzetta del Popolo, Panorama, Corriere della sera, Stampa Sera, La Stampa, La Gazzetta del Piemonte. «I delitti perfetti di Dio» è il suo primo romanzo2