L’opera di Fausto Melotti del 1977, acquisita dalla Fondazione De Fornaris e concessa in comodato nel 1992 alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, torna in tutto il suo splendore nel giardino del Museo dopo tre mesi di lavoro di pulitura e ripristino.
Il restauro della scultura è stato possibile grazie al contributo della Compagnia De’ Juliani, associazione no profit, nata nel 2001, con la missione di dare un contributo sempre maggiore al territorio di appartenenza, attraverso iniziative di valore sociale e culturale.
I lavori sono stati eseguiti dal restauratore Federico Borgogni, con la supervisione della Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Torino e di Elena Volpato, conservatore della GAM.
L’opera è stata ricollocata e ruotata all’interno del giardino, per consentirne la visione attraverso una più corretta prospettiva.
“Siamo felici di aver contributo a “restituire” a una delle più importanti istituzioni culturali della Città il proprio biglietto da visita – dichiara Riccardo Bertolino, Presidente della Compagnia De’ Juliani –. Con le sue lamine sottili di rame a formare un segno zigzagante che protende verso l’alto, Modulazione Ascendente è, infatti, l’opera d’arte che accoglie i visitatori prima di varcare l’ingresso alle Collezioni della GAM. La collaborazione con il Museo e con la Fondazione De Fornaris rappresenta pienamente la missione dell’associazione, che intende sostenere il territorio, dando supporto a progetti di carattere sociale e culturale”.
Riccardo Passoni, Direttore della GAM afferma: “Si tratta di un’opera di straordinario fascino del Melotti maturo, aerea e leggera, acquisita a suo tempo dalla Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris con il preciso scopo di lasciare un segno importante nel giardino di ingresso della nostra GAM, che si apprestava a essere riaperta alla comunità dopo i lavori di restauro e rinnovamento dell’edificio realizzati tra il 1988 ed il 1993”.
SCHEDA TECNICA
Modulazione Ascendente, scultura realizzata nel 1977 e composta da 4 lastre e 21 elementi in rame, ritmici e leggeri che si innalzano verso il cielo, con forme variabili, dopo anni di esposizione all’azione degli agenti atmosferici, mostrava uno stato di conservazione notevolmente alterato e lievi fenomeni di esfoliazione. Tutte le superfici risultavano interessate da diffusi depositi di particellato atmosferico e di aggregati di diversa natura e coerenza, per lo più aderenti al substrato.
Le parti maggiormente esposte all’azione degli agenti atmosferici (irraggiamento solare, dilavamento meteorico, erosione eolica) e degli inquinanti, come le lastre dove alloggiano gli elementi che costituiscono l’opera, mostravano corrosione dalla colorazione chiara; le zone in sottosquadro, al riparo del dilavamento, erano, invece, prevalentemente interessate da incrostazioni e patine di colore scuro.
La pulitura è stata eseguita con due metodi differenti. Nella prima fase è stata eseguita una pulitura meccanica, mediante l’utilizzo di spazzole di cotone sulle quali veniva steso uno strato di cera con ossidi di metallo sotto forma di macro sfere. Successivamente, dopo aver rimosso le ossidazioni di colore verde, è stata eseguita una pulitura chimica a tampone con soluzione di EDTA (sale bisodico e tetrasodico).
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