In un concerto nell’ambito del Macugnaga Piano Trail 2019
Alle pendici del Monte Rosa, a Macugnaga, nella suggestiva cornice della Kongresshaus, sabato 10 agosto scorso alle 18 si è tenuto il concerto che ha visto protagonista l’Orchestra de I Virtuosi dell’Accademia di San Giovanni diretta dal M° Antonmario Semolini con solista il sedicenne pianista di Taiwan Chou Hung-Tse.
Questo era il secondo appuntamento all’interno del Macugnaga Piano Trail, inauguratosi il 4 agosto scorso e giunto alla sua seconda edizione, sotto la sapiente direzione artistica di Serena Costa, personalità che, già al guardarla, irradia solarità, e fortemente condiviso nell’ideazione dal collega e docente di pianoforte al Conservatorio “Gaetano Donizetti” di Bergamo, nonché direttore del medesimo dal 1997 al 2012, Marco Giovanetti, purtoppo recentemente scomparso all’età di 59 anni.
La felice serata si è aperta con il celebre Concerto per pianoforte K 488 di Wolfgang Amadeus Mozart; banco di prova dei più grandi interpreti, è caratterizzato da una notevole vivacità strumentale e brillantezza, accompagnate, tuttavia, da preziosi tratti poetici distribuiti in modo equilibrato tra il solista e l’orchestra. Semolini, che sempre più si connota come raffinato interprete mozartiano, ha ben assecondato, mantenendo tuttavia una lettura rigorosa ed autentica, la brillante verve del giovanissimo Chou Hung-Tse il quale, con questa bella esecuzione, capace di trarre seducenti ed avvolgenti sonorità dello splendido gran coda di Fazioli, ci fa sperare in una carriera luminosa. Al termine l’attento uditorio gli ha tributato calorosi applausi, richiamandolo più volte sul proscenio.
Nella seconda parte è stata eseguita la Sinfonia n. 5 di Franz Schubert. La scelta di questo accostamento di certo non è stata casuale: qui Schubert evidenzia un sensibile distacco dalle forme beethoveniane, tracciando un ritorno allo stile mozartian soprattutto nel secondo tempo, rivelando reminiscenze melodiche con la Sonata per violino K 373 del genio salisburghese; nel Minuetto poi vi è, seppure con più leggerezza, un accenno alla Sinfonia K 550 di Mozart.
L’interpretazione di Antonmario Semolini, come da consolidata abitudine di questo direttore, è stata tesa da evidenziare, con rigore quasi maniacale, ogni minima sfumatura del testo musicale, sia per l’agogica, sia per le dinamiche. Il pubblico, ed il risultato non si è fatto certo attendere, è esploso in applausi lunghi e calorosi, con richieste di bis, soddisfatte dalla ripetizione del finale dell’ultimo movimento, ad una velocità che avrebbe potuto mettere a dura prova anche celebri compagini orchestrali, ma non “i Virtuosi”, che hanno, ancora una volta, dimostrato la loro gioia di far musica insieme.
Non a caso, nel nucleo portante di questa Orchestra sorta all’interno dell’Accademia di San Giovanni, istituzione che opera a favore della diffusione dello spirituale nell’arte, con sede nel Duomo di Torino, svettano autentiche personalità quali Dario Destefano, uno tra i più acclamati violoncellisti italiani, lo straordinario cornista Ugo Favaro, i violini di spalla Massimo Bairo ed Hega Ovale, il giovane e brillante flautista Davide Chiesa, ormai sempre più mitteleuropeo, ed il “violinista viaggiatore” Giacomo Granchi, fiorentino, che trova sempre il modo, tra un impegno ed il successivo, di raggiungere i Virtuosi.
Mara Martellotta
Nella foto grande: da sinistra il pianista Chou Hung-Tse, la direttrice artistica del festival Serena Costa, il direttore d’orchestra Antonmario Semolini
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